Il Consiglio federale adotta il rapporto sulla gestione dell’orso

Berna, 27.01.2021 - L’aiuto all’esecuzione «Strategia Orso Svizzera» è in linea con le direttive vigenti a livello europeo e si è dimostrato valido. Sono queste le principali conclusioni cui giunge il rapporto «Gestione dell’orso in Svizzera», adottato dal Consiglio federale il 27 gennaio 2021.

Per circa 100 anni in Svizzera non è stata segnalata la presenza di orsi allo stato brado. Nel 2005 un orso bruno proveniente dall’Italia è sconfinato nel nostro Paese. Da allora, gli orsi vi hanno lasciato le loro tracce quasi ogni anno. In totale, negli ultimi 15 anni, una ventina di orsi diversi sono sconfinati in Svizzera. Con il rapporto sulla gestione dell’orso in Svizzera («Umgang mit dem Bären in der Schweiz»), in adempimento del postulato 12.4196 dell’ex consigliere nazionale Pierre Rusconi (UDC, TI 12.4196), il Consiglio federale ha valutato le misure per gestire gli orsi che giungono nel nostro Paese e ha esaminato la necessità di adeguare le basi legali.

Il rapporto ha analizzato le basi giuridiche in Europa e giunge alla conclusione che l’attuale aiuto all’esecuzione «Strategia Orso Svizzera» della Confederazione (cfr. riquadro) è in linea con le direttive paneuropee e offre un margine di manovra sufficiente per una gestione adeguata degli orsi migratori. D’altro canto, vi è un potenziale di miglioramento nell’ambito della prevenzione dei danni. Infatti, migliore è la protezione degli apiari e degli animali da reddito e più adeguato è lo smaltimento dei rifiuti, minore è il rischio che gli orsi sviluppino comportamenti problematici. In tal senso, l’Ufficio federale dell’ambiente UFAM esaminerà la Strategia Orso per quanto concerne la prevenzione dei danni e, se del caso, la integrerà.

Le esperienze nella gestione dell’orso bruno in Svizzera sono caratterizzate da notevoli differenze a seconda dei singoli animali. Molti di essi erano poco appariscenti e non si sono quasi fatti notare. Altri, invece, hanno predato animali da reddito, danneggiato apiari o si sono avvicinati troppo agli insediamenti umani. Per proteggere gli esseri umani è stato necessario abbattere due orsi, nel 2008 e nel 2013. In totale, negli ultimi 15 anni il risarcimento dei danni è stato pari a circa 120 000 franchi per le predazioni di animali da reddito e a 30 000 franchi per gli apiari danneggiati. I costi sono a carico di Confederazione e Cantoni nella misura rispettivamente dell’80 e del 20 per cento.

Dal 1962 l’orso è una specie protetta secondo la legge federale su la caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici (legge sulla caccia, LCP; RS 922.0). La legge sulla caccia prevede inoltre che i Cantoni adottino misure volte a prevenire i danni causati dalla fauna selvatica e a garantire che la popolazione sia adeguatamente informata sullo stile di vita degli animali selvatici, sulle loro esigenze e sulla loro protezione.

La gestione dell’orso è stabilita nella «Strategia Orso Svizzera» e si basa sul principio che la coesistenza tra l’uomo e l’orso è possibile a determinate condizioni, tra cui la più importante è la sicurezza dell’uomo. Dopo l’ultimo avvistamento di un orso migrato presumibilmente dall’Italia, nel 1923, l’orso bruno è scomparso dalla Svizzera per quasi 100 anni. Dall’estate del 2005, singoli orsi bruni sconfinano regolarmente in Svizzera dal Trentino. In Svizzera non è prevista una reintroduzione attiva dell’orso.


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Reinhard Schnidrig, sostituto del capo della divisione Biodiversità e paesaggio, Ufficio federale dell’ambiente, tel. +41 58 463 03 07



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