Conferenza mondiale sulla biodiversità in Corea del Sud

Berna, 19.09.2014 - A PyeongChang (Corea del Sud) dal 6 al 17 ottobre si terrà la dodicesima Conferenza delle Parti dell’ONU della Convenzione sulla diversità biologica. Nella sua seduta odierna, il Consiglio federale ha conferito l’apposito mandato. Al centro della conferenza sono l’attuazione della strategia globale per la conservazione della biodiversità e la prima Conferenza delle Parti del Protocollo di Nagoya. La delegazione svizzera sarà guidata da Bruno Oberle, direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente.

A livello mondiale la biodiversità diminuisce da decenni. I servizi che ne derivano, vitali per l'uomo, sono quindi minacciati. Mediante la Convenzione internazionale sulla diversità biologica (CBD) si vuole contrastare questo fenomeno. Gli obiettivi della convenzione sono la conservazione della biodiversità, il suo utilizzo sostenibile e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall'utilizzazione delle risorse genetiche. La CBD è stata ratificata dalla Svizzera vent'anni fa. Ad oggi sono 193 i Paesi che hanno aderito alla convenzione. La dodicesima Conferenza delle Parti, che si terrà a PyeongChang (Corea del Sud) dal 6 al 17 ottobre, analizzerà i risultati dell'applicazione del piano strategico per la biodiversità 2011-2020 e lo stato della biodiversità a livello mondiale e deciderà in merito a ulteriori misure (cfr. riquadro 1 relativo all'applicazione in Svizzera).

Dal 13 al 17 ottobre a PyeongChang si terrà anche la prima Conferenza delle Parti del Protocollo di Nagoya. Entrato in vigore il 12 ottobre 2014, regola l'accesso alle risorse genetiche e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione. Contribuisce pertanto all'attuazione degli obiettivi della CBD (cfr. riquadro 2). Nella fase introduttiva di entrambe le conferenze, sempre a PyeongChang, si terrà la Conferenza delle Parti del Protocollo di Cartagena (cfr. riquadro 3).

Secondo il mandato conferito dal Consiglio federale in occasione della seduta odierna, la Svizzera si impegnerà in particolare per un migliore controllo dell'attuazione e per un miglioramento dei rapporti sulla convenzione redatti dalle parti. Inoltre porrà l'accento su un migliore sfruttamento delle sinergie tra le diverse convenzioni sulla biodiversità.

All'ordine del giorno vi è anche il finanziamento delle misure nell'ambito della Convezione sulla biodiversità. La Svizzera ha aderito al raddoppio dei mezzi finanziari internazionali deciso durante l'ultima conferenza nel 2012. Si impegnerà tuttavia anche perché vengano promossi incentivi positivi per la protezione della biodiversità e perché i Paesi possano sfruttare fonti di finanziamento proprie e discutere della mobilizzazione di mezzi finanziari dal settore privato.

La delegazione svizzera sarà guidata dal direttore dell'UFAM Bruno Oberle a cui, per la durata della conferenza, verrà conferito il titolo di Segretario di Stato. La delegazione si compone di rappresentanti dell'UFAM, dell'Ufficio federale dell'agricoltura e del Dipartimento federale degli affari esteri.

Riquadro 1: Attività in Svizzera

Nel quinto rapporto nazionale, la cui sintesi è disponibile al pubblico (per ora in tedesco e francese), la Svizzera traccia un bilancio dello stato della biodiversità nel proprio territorio, descrive le misure adottate per il mantenimento e la promozione della stessa e stabilisce in quale proporzione sono stati raggiunti gli obiettivi per cui la Svizzera si è impegnata insieme agli altri firmatari della Convezione internazionale sulla biodiversità (CBD). In Svizzera, quasi la metà degli spazi vitali e oltre un terzo delle specie sono minacciati. Queste perdite sono da attribire all'intensificazione e all'estensione dell'uso del suolo dovute all'agricoltura, agli insediamenti e alle infrastrutture.

A seguito della perdita continua e irreversibile della biodiversità, il Consiglio federale ha adottato il 25 aprile 2012 la Strategia Biodiversità Svizzera. Sulla base di tale strategia, la Svizzera sta attualmente elaborando un piano d'azione che tenga in considerazione anche gli obiettivi del Piano strategico globale per la biodiversità 2011-2020.

Riquadro 2: Protocollo di Nagoya

L'11 luglio 2014 la Svizzera ha ratificato il Protocollo di Nagoya e ha modificato la legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio per permetterne l'attuazione. Le modifiche di legge entreranno in vigore, insieme al protocollo, il 12 ottobre 2014. Elemento nuovo è l'obbligo di diligenza per l'utilizzo delle risorse genetiche di altri Paesi che hanno ratificato il protocollo. Si intende così garantire che la ricerca e l'industria si attengano alla procedura d'accesso prevista da ogni Paese che mette a disposizione risorse genetiche, in modo che i benefici siano condivisi in maniera giusta ed equa. Il rispetto dell'obbligo di diligenza deve essere notificato all'UFAM prima della commercializzazione di un prodotto sviluppato in base a risorse genetiche. Grazie alle nuove disposizioni il Consiglio federale ha inoltre la possibilità di regolare l'accesso alle proprie risorse genetiche in Svizzera. 

Riquadro 3: Protocollo di Cartagena

Il Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza è stato ratificato dalla Svizzera il 26 marzo 2002 ed è in vigore dall'11 settembre 2003. Ha come obiettivo di garantire il trasferimento e l'utilizzazione sicuri di organismi viventi modificati che possono avere effetti negativi sulla conservazione e l'uso sostenibile della diversità biologica. Gli obblighi derivanti da questo protocollo sono stati recepiti nella legge federale sull'ingegneria genetica nel settore non umano (legge sull'ingegneria genetica). La Svizzera segue attentamente le attività nell'ambito del protocollo e sostiene il suo sviluppo ulteriore.


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