Conclusa la Conferenza sulla biodiversità: richiesto maggiore impegno agli Stati

Berna, 17.10.2014 - Alla Conferenza mondiale sulla biodiversità, conclusasi oggi a PyeongChang (Corea del Sud), è stato stabilito che l’impegno profuso dalla maggior parte degli Stati per la salvaguardia e l’utilizzo sostenibile della biodiversità deve essere intensificato se si vogliono raggiungere gli obiettivi di Aichi entro il 2020. La Conferenza ha invitato la comunità internazionale ad attuare senza indugio le misure necessarie. Nel contempo, si è tenuta la prima Conferenza delle Parti del Protocollo di Nagoya, che regola l’accesso alle risorse genetiche e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione.

Il 17 ottobre 2014 a PyeongChang (Corea del Sud) si è conclusa la  dodicesima Conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica (COP 12). I lavori hanno posto l'accento, tra l'altro, sull'analisi dello stato di attuazione del Piano strategico globale per la biodiversità 2011-2020 e sulle misure opportune per contrastare la perdita della diversità biologica e per l'utilizzo sostenibile della biodiversità.

Il raggiungimento degli «obiettivi di Aichi» (cfr. riquadro) presuppone l'attuazione intersettoriale del Piano strategico, che sarà possibile solo quando il valore della biodiversità e i relativi servizi ecosistemici verranno riconosciuti e tenuti in considerazione anche in altri ambiti politici. La COP 12 ha chiesto esplicitamente di inserire la conservazione della diversità biologica negli obiettivi  per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals) attualmente in trattativa all'ONU.

Il quarto Global Biodiversity Outlook, pubblicato il 6 ottobre 2014, mostra come gli Stati debbano agire in fretta e raccomanda di adottare ulteriori misure per la protezione della biodiversità in modo da raggiungere gli obiettivi del Piano strategico. Il rapporto sottolinea l'importanza di tali obiettivi per la riduzione della fame e della povertà, per il miglioramento della salute umana e per l'utilizzo sostenibile dell'energia, degli alimenti e dell'acqua potabile.

In vigore il Protocollo di Nagoya

Il 12 ottobre 2014 è entrato in vigore il Protocollo di Nagoya, che è stato ratificato da 54 Parti. Il Protocollo regola l'accesso alle risorse genetiche e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione. La Svizzera l'ha ratificato l'11 luglio 2014 e ha adattato la legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio per consentirne l'attuazione. Le nuove disposizioni prevedono l'obbligo di diligenza per l'utilizzazione delle risorse genetiche di altri Paesi che hanno adottato il Protocollo di Nagoya. Si intende così garantire che ricerca e industria si attengano alle procedure d'accesso previste nel Paese fornitore di quella risorsa, di modo che i benefici derivanti dall'utilizzazione siano condivisi in maniera giusta ed equa.

La prima Conferenza delle Parti ha adottato tutte le decisioni necessarie a garantire un'attuazione rapida ed efficace del Protocollo di Nagoya. Dette misure comprendono l'organizzazione di un sistema di scambio di informazioni internazionale e l'allestimento di un meccanismo che garantisca il rispetto degli obblighi previsti dal Protocollo di Nagoya.

 

RIQUADRO:
Piano strategico per la biodiversità 2011-2020 e
«obiettivi di Aichi»

In occasione della decima Conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica tenutasi  a Nagoya (Giappone) nell'ottobre 2010, le Parti hanno adottato il Piano strategico per la biodiversità 2011-2020. Il Piano strategico formula una visione e una missione e comprende cinque obiettivi strategici con in tutto venti obiettivi fondamentali conosciuti come «obiettivi di Aichi». I cinque obiettivi strategici sono i seguenti:

  • combattere le cause della perdita della diversità biologica a livello politico e sociale includendo la protezione della biodiversità in tutte le politiche settoriali;
  • ridurre la pressione esercitata sulla biodiversità e incoraggiarne l'utilizzo sostenibile;
  • migliorare lo stato della biodiversità mediante la salvaguardia di ecosistemi, specie e diversità genetica;
  • mettere a disposizione di tutti e aumentare i benefici derivanti dalla diversità biologica e dai servizi ecosistemici;
  • migliorare l'attuazione mediante pianificazione partecipativa, gestione delle conoscenze e sviluppo di capacità.


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