Conferenza internazionale sulla biodiversità: il Consiglio federale ha conferito il mandato

Berna, 24.10.2018 - Il 24 ottobre 2018 il Consiglio federale ha approvato il mandato della delegazione svizzera per la Conferenza delle Parti alla Convenzione sulla diversità biologica. La Conferenza tratterà in particolare lo stato di attuazione del Piano strategico globale per la biodiversità 2011-2020. La Svizzera si impegna per una maggiore efficienza nell’attuazione di tale Piano tramite lo sfruttamento di sinergie con altre convenzioni in materia di ambiente e l’aumento del controllo dell’efficacia. La delegazione svizzera sarà presieduta da Marc Chardonnens, direttore dell’UFAM, che assumerà il ruolo di segretario di Stato per tutta la durata della Conferenza.

La 14a Conferenza internazionale sulla biodiversità si terrà dal 17 al 29 novembre 2018 a Sharm el Sheikh (Egitto) all’insegna del motto «Investing in Biodiversity for People and Planet». Oltre all’incontro della Conferenza delle Parti (COP) alla Convenzione sulla diversità biologica (CBD), avranno luogo contemporaneamente anche altre due Conferenze basate su tale Convenzione: l’incontro sul Protocollo di Cartagena e quello sul Protocollo di Nagoya (cfr. riquadro).

Il compito principale della Conferenza di quest’anno sarà l’esame dello stato di attuazione del «Piano strategico per la biodiversità 2011-2020». I progressi compiuti dal 2011 in materia di protezione della biodiversità saranno esaminati in base alle conoscenze scientifiche più recenti. Già oggi è chiaro che il Piano strategico e la maggior parte degli obiettivi di Aichi formulati nello stesso (cfr. riquadro) non potranno essere del tutto raggiunti nel periodo in questione.

Gli obiettivi della Svizzera

I progressi insufficienti compiuti in materia di protezione della biodiversità compromettono anche il raggiungimento degli obiettivi dell’ONU per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG). La Svizzera ritiene siano necessari provvedimenti urgenti per accelerare l’attuazione del Piano strategico e si impegnerà per renderla più efficiente.

Come stabilito, la Svizzera trasmetterà entro fine anno il suo rapporto nazionale per l’esame intermedio. Con la Strategia Biodiversità Svizzera e il piano d’azione, approvato dal Consiglio federale nel 2017, ha creato presupposti importanti per promuovere la biodiversità in modo diretto e a lungo termine, contribuendo al contempo alla protezione globale della biodiversità.

La Conferenza delle Parti tratterà anche altri temi, quali l’elaborazione di un nuovo quadro globale per la biodiversità per il periodo successivo al 2020 e lo sviluppo rapido e progressivo della biotecnologia.

La delegazione svizzera, composta da 12 persone, sarà presieduta da Marc Chardonnens, direttore dell’UFAM, che assumerà il ruolo di segretario di Stato per tutta la durata della Conferenza. Il 24 ottobre 2018 il Consiglio federale ha approvato il relativo mandato.

La Convenzione sulla diversità biologica e i relativi Protocolli

La Convenzione sulla diversità biologica (CBD), cui hanno finora aderito 195 Paesi, è stata adottata nel 1992 in occasione della Conferenza di Rio e ratificata dall’Unione europea (dalla Svizzera nel settembre 1994). Si tratta della prima convenzione internazionale che affronta in maniera globale e approfondita la protezione della diversità biologica (conservazione delle specie, protezione degli ecosistemi e delle risorse genetiche). La Convenzione è un accordo quadro che fornisce agli Stati membri un certo margine d’azione nell’attuazione. La maggior parte delle disposizioni non è formulata sotto forma di provvedimenti concreti, bensì di strategie o programmi.

Il Protocollo di Cartagena (il cui nome rimanda agli ultimi negoziati conclusi nella città colombiana di Cartagena) tratta gli aspetti legati alla sicurezza dell’ambiente e della salute in relazione con l’esportazione di organismi viventi geneticamente modificati. La Svizzera ha ratificato il Protocollo e l’ha applicato con l’entrata in vigore dell’ordinanza di Cartagena nel 2005.

Il Protocollo di Nagoya disciplina l’accesso alle risorse genetiche e la giusta ed equa condivisione dei benefici finanziari, tecnologici e scientifici che derivano dal loro utilizzo. L’accordo corrispondente è stato concluso nell’ottobre 2010 nella città giapponese di Nagoya e in Svizzera è applicato dall’ottobre 2014 con le modifiche legislative corrispondenti. 

Il Piano strategico formula una visione e una missione e comprende cinque obiettivi strategici per un totale di 20 obiettivi prioritari, i cosiddetti obiettivi di Aichi (prefettura giapponese). Questi ultimi mirano, entro il 2020, a dimezzare la perdita di biotopi naturali, a fermare la pesca eccessiva nei mari nonché a mettere sotto protezione il 17 per cento delle terre emerse e il 10 per cento dei mari.


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Norbert Bärlocher, divisione Affari internazionali,
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