L’inquinamento luminoso c’è anche di giorno

Dalla luce solare è possibile ottenere energia pulita. Tuttavia, questa stessa luce può abbagliare in modo intenso, in particolare quando viene riflessa dagli impianti solari. Un conflitto che l’UFAM contribuisce a risolvere con le sue raccomandazioni aggiornate per la prevenzione delle emissioni luminose.

Testo: Vera Bueller

© Bruno Germany/Pixabay

Quanto è effettivamente forte l’irraggiamento solare sulla terra? Dipende dalle condizioni atmosferiche, dall’ora del giorno e dalla stagione. Quando il cielo è terso, tutti sappiamo, per esperienza, che è impossibile fissare il sole direttamente. Tuttavia, anche la luce solare riflessa da alcune superfici può essere la causa di un fastidioso abbagliamento. Infatti, anche se la luminosità dell’immagine riflessa è da 10 000 a 160 000 volte inferiore a quella del sole, si può verificare un abbagliamento assoluto. La luce solare riflessa da elementi artificiali come pareti vetrate, rivestimenti metallici, impianti fotovoltaici o serre rientra nel campo di applicazione della legge sulla protezione dell’ambiente (LPAmb): in primo luogo, le emissioni luminose devono corrispondere al principio della limitazione preventiva delle emissioni e, in secondo luogo, non devono essere la causa di abbagliamenti dannosi o fastidiosi.

Prevenire i conflitti

Di recente, in particolare a causa del crescente numero di impianti solari riflettenti, tali prescrizioni di cui nella LPAmb sono state oggetto di discussione. Questo perché alcune persone vedono, nell’obbligo di prevenire la luce riflessa anche nel caso degli impianti solari, un conflitto di interessi tra la protezione dell’ambiente e la produzione di energia rinnovabile. Non è di questo parere il vicedirettore dell’UFAM Paul Steffen: «Per l’UFAM è importante che la promozione delle energie rinnovabili acquisti sempre più importanza». Per questo, per esempio, i nuovi impianti fotovoltaici dovrebbero essere pianificati e collocati debitamente fin dall’inizio. «In questo modo si può evitare che, in un secondo momento, gli impianti siano la causa di fastidiosi abbagliamenti nella zona». Dello stesso avviso è Wieland Hintz, dell’Ufficio federale dell’energia. Per evitare conflitti e reclami futuri, consiglia di «parlare direttamente di questo problema con l’installatore dell’impianto e di chiedere se sia possibile che causi un abbagliamento».

Affinché gli accertamenti condotti siano conformi alle prescrizioni di legge, nel suo aiuto all’esecuzione aggiornato di recente, l’UFAM consiglia a imprese e autorità una procedura graduale: la prima fase prevede una valutazione di massima in base a tipologia, posizione, dimensioni e orientamento della superficie riflettente. Se la valutazione non è in grado di escludere del tutto un possibile abbagliamento, occorre procedere a un’analisi più approfondita con semplici calcoli che tengano conto dei luoghi di immissione (p. es.: è possibile percepire i riflessi sui balconi o nelle case?). Se anche questo non consente di chiarire gli effetti degli impianti previsti, è necessario passare a una valutazione completa dell’intensità della luce solare riflettente e della durata della sua immissione. L’obiettivo prioritario, in ogni caso, è una compensazione equilibrata tra l’auspicata diffusione dell'energia solare e la protezione dalle immissioni luminose fastidiose.

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Ultima modifica 28.09.2022

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