In Svizzera, tra il 1972 e il 2020 le piene, le colate detritiche, gli scivolamenti e i processi di crollo hanno causato danni per un importo medio annuo pari a circa 295 milioni di franchi. La maggior parte dei danni è stata provocata da singoli eventi di piena di grandi dimensioni con elevati danni complessivi.
Le piene e le colate detritiche verificatesi dal 1972 hanno causato danni per un importo pari a 13.4 miliardi di franchi (cfr. grafico). I danni da scivolamenti ammontarono invece a circa 1 miliardi di franchi. L'importo dei danni è caratterizzato in primo luogo da singoli eventi di grandi dimensioni. La sola piena dell'agosto 2005 ha, per esempio, causato danni per circa tre miliardi di franchi. La metà dei danni provocati dopo il 1972 è riconducibile ai cinque singoli eventi maggiori.
I danni causati da processi di crollo sono registrati in modo sistematico soltanto dal 2002.
Oltre il 90 per cento dei danni materiali causati dal 1972 è riconducibile a piene e colate detritiche, meno del 10 per cento a scivolamenti. A confronto, i danni materiali causati da valanghe e processi di crollo risultano invece significativamente più basso.
Indicatore Danni causati da piene, scivolamento, colate detritiche e cadute di massi e di rocce
Dal 1972, circa quattro quinti dei Comuni svizzeri sono stati colpiti almeno una volta da una piena e/o da una colata detritica. Nello stesso periodo, in due quinti dei Comuni svizzeri si sono invece verificati scivolamenti.

© WSL/UFAM
Decessi
Nel periodo 1946-2020 le piene hanno causato complessivamente 124 decessi, le colate detritiche 24, i scivolamenti 54 e i processi di crollo hanno invece causato 96 vittime. In media, dal 1946 si contano ogni anno 2.7 decessi in seguito a piene, colate detritiche e scivolamenti, e 1.3 decessi a causa di crollo hano invece.
Nel periodo 1936-2020, le valanghe hanno causato mediamente 24 vittime l'anno, di cui la maggioranza (70%) è riconducibile ai cosiddetti incidenti turistici durante la pratica dello sci fuori pista e dello sci alpinismo.
A partire dal XIX secolo, il numero medio di vittime è rimasto pressoché stabile. Se rapportato all'aumento consistente della popolazione complessiva è addirittura diminuito. Questa evoluzione non è riconducibile al fatto che al giorno d'oggi si verificano meno eventi naturali gravi, bensì piuttosto alla realizzazione, negli ultimi cento anni, di numerose misure di protezione nell'ambito della sistemazione dei corsi d'acqua e delle foreste. Inoltre, rispecchia anche i miglioramenti registrati nelle misure organizzative e di pianificazione del territorio adottate nel frattempo. Il numero di decessi provocati dai pericoli naturali è relativamente esiguo e dovrà rimanere tale.
Indicatore Decessi causati da piene, colate detritiche, scivolamenti, processi di crollo e valanghe
Oscillazioni nella frequenza degli eventi
L'importo dei danni registrati tra il 1972 e il 2017 è stato influenzato in misura notevole da singoli eventi di piena di grandi dimensioni. Il grafico riportato di seguito mostra che tra il 1875 e il 1975, al contrario, si sono verificate soltanto poche piene di dimensioni grandi o molto grandi, su scala interregionale. In questo contesto si parla anche di «assenza di catastrofi». Al fine di trarre conclusioni affidabili sui casi di danno, si dovrebbe considerare un periodo di tempo il più lungo possibile. Ciò consente infatti di inserire i casi di danno attuali nel contesto storico corretto.

È bene tenere conto che le basi di dati relative ai casi di danno verificatisi in passato sono spesso caratterizzate da incertezze. Inoltre, le condizioni quadro mutano nel tempo: da un lato l'utilizzo del territorio è stato intensificato, la popolazione è cresciuta e i danni che potrebbero scaturire sono aumentati in modo marcato, dall'altro lato le misure di protezione contro i pericoli naturali hanno conosciuto sviluppi e miglioramenti costanti.
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Ultima modifica 28.07.2021