Il suolo, fondamento del nostro avvenire

Editoriale di Franziska Schwarz, vicedirettrice dell'UFAM

Schwarz Franziska, Vizedirektorin BAFU
Franziska Schwarz, vicedirettrice dell’UFAM

Di quanta terra ha bisogno l’uomo? È questa la domanda che, nel 1885, si è posto anche il grande scrittore russo Leone Tolstoj nell’intitolare una sua novella. La parola «terra», con la ricchezza sensoriale che evoca, non è scelta a caso: facendoci scorrere la terra fra le dita, possiamo sentire se è umida o secca, minerale o mista a materiale organico.

Nel racconto Tolstoj parla di un contadino che vuole possedere quante più terre è possibile – in altre parole, quanto più suolo è possibile. Suolo: un termine che però ci suona distante e astratto. È forse questa la ragione per cui troppo spesso trascuriamo questa preziosa risorsa? Ci preoccupiamo di tutelare gli insediamenti in cui viviamo, i paesaggi verdi in cui ci ritempriamo, ma raramente ci rendiamo conto che il suolo, non solo regge entrambi, ma che è anche un ambiente a sé, popolato da un’infinità di microrganismi. E che ci sono voluti millenni perché si formasse il fertile strato di humus che noi invece distruggiamo spesso senza riflettere.

Nessuno vuole una Svizzera asfaltata da un capo all’altro, ma in concreto, quando si tratta di costruire un palazzo su un prato o di pavimentare una piazza di giro davanti a uno stabilimento da ingrasso per il bestiame, altri interessi, perlopiù finanziari, appaiono improvvisamente molto più alti che la salvaguardia del suolo.

La mancanza di sensibilità nei confronti di questo ecosistema dipende per certi versi anche dalle scarse conoscenze che abbiamo al riguardo. Manchiamo di sistemi di monitoraggio continuo che ci forniscano informazioni sulla sua sensibilità e sul suo degrado. E senza dati qualitativi è difficile poter prendere le giuste decisioni in un’ottica di lungo periodo. A questa conclusione giunge anche il programma nazionale di ricerca «Utilizzazione sostenibile della risorsa suolo» (PNR 68).

Tutti noi traiamo profitto dal complesso sistema del suolo e tutti noi dobbiamo fare del nostro meglio per gestirlo con più precauzione e lungimiranza. È quanto intende mostrare il presente numero di «ambiente» con un linguaggio per niente aulico, anzi estremamente «terra terra» nel senso più figurato del termine! 

Franziska Schwarz, vicedirettrice dell’UFAM

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Ultima modifica 29.11.2017

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