Siti contaminati: in breve

In Svizzera tutti i circa 38 000 siti di deposito, aree industriali o siti di incidenti potenzialmente inquinati da materiali e rifiuti dannosi per l’ambiente sono registrati in catasti. Finora sono state risanate oltre 1700 aree classificate come siti contaminati. L’obiettivo di effettuare tutti i risanamenti necessari entro il 2040 non sarà probabilmente raggiunto. Con la revisione in corso della legge sulla protezione dell’ambiente (LPAmb) si intende accelerare il risanamento dei siti contaminati.


1. Negligenze nello smaltimento dei rifiuti (determinanti)

Discariche dismesse come pure aree industriali e siti di incidenti inquinati testimoniano l’incuria del passato, quando l’unico obiettivo era spendere il meno possibile per smaltire e trattare i rifiuti. A quei tempi, però, non era ancora in parte possibile smaltire i rifiuti nel rispetto dell’ambiente. Questa è la ragione per cui i rifiuti speciali combustibili sono finiti in cave di ghiaia abbandonate o ancora residui di produzione tossici si sono infiltrati nel suolo delle aree industriali.

Le leggi attuali dovrebbero impedire la comparsa di nuovi siti inquinati, salvo in caso di eventi imprevedibili come possibili incidenti.


2. Sostanze pericolose disperse nell’ambiente (pressioni)

Discariche, aziende, poligoni di tiro o siti di incidenti possono liberare sostanze pericolose nell’ambiente attraverso:

  • l’acqua d’infiltrazione che, percolando attraverso il suolo di un sito, si carica di sostanze nocive e contamina le acque sotterranee o quelle superficiali. Il 60 per cento dei siti inquinati è situato in settori di protezione delle acque e quindi sopra falde freatiche utilizzabili o utilizzate;
  • l’immissione nel suolo di sostanze nocive (p. es. i metalli pesanti piombo e antimonio nei poligoni di tiro);
  • la diffusione nell’aria ad esempio degli effluvi gassosi delle discariche di rifiuti urbani.

3. Numero di siti inquinati (stato)

In Svizzera si contano circa 38 000 siti inquinati. Poco meno del 50 per cento sono aree industriali, un altro 40 per cento scarso sono siti di deposito, circa il 10 per cento sono poligoni di tiro, mentre l’1 per cento sono siti di incidenti.

Dalle valutazioni delle autorità esecutive si evince che:

  • per circa il 55 per cento dei siti inquinati non sono necessarie ulteriori indagini in quanto non si prevedono pericoli per l’ambiente;
  • per circa il 26 per cento dei siti, l’indagine effettuata non ha evidenziato necessità di sorveglianza o di risanamento;
  • circa il 11 per cento dei siti (4300 siti) deve ancora essere sottoposto a indagine;
  • circa 4000 siti presentano un pericolo per l’uomo o l’ambiente e sono dunque considerati siti contaminati e vanno risanati.

Oltre 1700 dei 4000 siti contaminati stimati sono stati risanati. La maggior parte dei risanamenti urgenti è in corso. Sono già terminati i lavori ad esempio presso la discarica Pont Rouge a Monthey e le grandi discariche per rifiuti speciali di Bonfol e Kölliken.


4. Inquinamento dell’ambiente, pericolo per la popolazione, costi di risanamento elevati e perdite economiche (impatto)

Se si diffondono nell’ambiente, le sostanze pericolose presenti in un sito contaminato possono causare malattie acute o croniche negli esseri umani

e rappresentare una minaccia per l’acqua, il suolo e l’aria. Il rischio maggiore lo corrono le falde acquifere.

I siti contaminati sono un problema grave per la Svizzera a causa della densità di urbanizzazione estremamente elevata. Molti siti inquinati si trovano, inoltre, nelle immediate vicinanze di falde acquifere sensibili.

Certe sostanze sono estremamente mobili e persistenti. Fortunatamente, la natura riesce a eliminare numerosi contaminanti nell’arco di alcuni anni o di pochi decenni.

Il costo totale per il risanamento dei siti contaminati è stato stimato a circa 5 miliardi di franchi.


5. Risanamento dei siti contaminati (risposte)

La Confederazione si impegna a non lasciare in eredità alle generazioni future siti contaminati pericolosi. La legge sulla protezione dell’ambiente (LPAmb) e l’ordinanza sui siti contaminati (OSiti) costituiscono le basi giuridiche su cui l’UFAM fonda le proprie attività.

Il fondo OTaRSi per i siti contaminati consente alla Confederazione di sostenere la gestione dei siti contaminati con fino a 40 milioni di franchi l’anno. L’UFAM si adopera per rimuovere sul lungo periodo e in modo sostenibile secondo il principio della prevenzione i rischi che i siti contaminati rappresentano per gli esseri umani e l’ambiente.

L’obiettivo della Confederazione di concludere tutte le indagini entro il 2028 e tutti i risanamenti necessari entro il 2040 non sarà prevedibilmente raggiunto. Le tempistiche per il risanamento dei siti contaminati e il sostegno finanziario della Confederazione devono essere disciplinati in modo più rigoroso. Al contempo occorre definire con maggiore precisione la gestione dei suoli inquinati in modo diffuso su cui giocano i bambini, un aspetto non disciplinato nell’ordinanza sui siti contaminati (OSiti). Nell’autunno del 2021 il Consiglio federale ha pertanto posto in consultazione questa revisione della LPAmb. È disponibile il relativo rapporto sui risultati del 16 dicembre 2022.

Le prescrizioni sul trattamento dei rifiuti emanate dalla Confederazione negli anni Novanta dovrebbero impedire in futuro la comparsa di nuovi siti contaminati:

  • vanno citati, in particolare, il divieto di stoccaggio di rifiuti pericolosi e il divieto di messa in discarica di rifiuti urbani non trattati, in vigore dal 2000;
  • al contempo è stata sviluppata l’infrastruttura necessaria al trattamento e alla valorizzazione dei rifiuti nella fase che precede lo stoccaggio.

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Ultima modifica 27.04.2023

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