01.05.2017 - Ruscelli, fiumi e laghi prossimi allo stato naturale ospitano innumerevoli specie animali e vegetali e contribuiscono in maniera significativa alla protezione contro le piene, all’approvvigionamento idrico e offrono svago. Per poter adempiere a tutti questi compiti, la qualità dell’acqua dev’essere buona, mentre la portata dei corsi d’acqua e lo spazio ad essi riservato devono essere sufficienti. In passato questo spazio è stato ridotto a più riprese nell’ambito di interramenti, rettificazioni e canalizzazioni: è tempo di ridare all’acqua una piccola parte di tale spazio. Con la revisione dell’ordinanza sulla protezione delle acque, entrata in vigore il 1° maggio 2017, i Cantoni potranno trovare soluzioni locali adatte.
Le acque nel corso del tempo
In molti luoghi del nostro Paese le acque sono state canalizzate, rettificate e costrette tra argini e cemento. Nell’Altipiano, una regione intensamente sfruttata, il 50 per cento dei corsi d’acqua ha quasi completamente perso il proprio stato naturale, mentre in tutta la Svizzera il 40 per cento di fiumi e torrenti non ha abbastanza spazio. Le acque sono state interrate e canalizzate soprattutto a partire dal XIX secolo allo scopo di ricavare nuove terre da destinare all’agricoltura e agli insediamenti, nonché per proteggere questi ultimi dalle inondazioni.
Nel tempo, tuttavia, è risultato sempre più chiaro che tali opere causano la scomparsa di preziosi habitat. Di conseguenza, molte specie vegetali e animali sono oggi minacciate di estinzione o addirittura già estinte. La perdita di biodiversità in atto nei corsi d’acqua e nelle loro vicinanze è notevole. Le esperienze acquisite negli ultimi decenni hanno dimostrato che è impossibile contenere le inondazioni ricorrendo esclusivamente a misure tecniche. Le acque rettificate e cementificate, inoltre, risultano meno attrattive per l’uso ricreativo e danneggiano il paesaggio. In breve, vi sono numerosi motivi per ridare alle acque svizzere una piccola parte dello spazio che nei secoli è stato loro sottratto.
Nel 2003, nell’ambito di un progetto di collaborazione fra numerosi Uffici federali, concretizzatosi nelle Linee guida per la gestione dei corsi d’acqua svizzeri, è stato chiesto più spazio per le acque svizzere. Tale richiesta, grazie all’Iniziativa popolare federale «Acqua viva» lanciata dall’Associazione dei pescatori svizzeri, è infine confluita nel 2011 nella legge federale sulla protezione delle acque (LPAc). I diversi attori coinvolti hanno raggiunto un compromesso tra protezione e sfruttamento, grazie al quale la Svizzera può preparare le proprie acque ad affrontare le sfide future.
Tutto ciò, per i Cantoni, si traduce nella delimitazione di un cosiddetto spazio riservato alle acque. Si tratta, nello specifico, di un corridoio composto da un corso d’acqua e da fasce di terra lungo entrambe le sponde, la cui estensione dipende dalla larghezza del ruscello o del fiume. Tali fasce di terra possono essere sfruttate in modo estensivo per l’agricoltura. Chi sfrutta tali superfici di promozione della biodiversità viene indennizzato ogni anno ai sensi dell’ordinanza sui pagamenti diretti all’agricoltura (OPD).
Spazio riservato alle acque: perché?
Più spazio alle acque significa acque più pulite
La costruzione di impianti per le acque di scarico nonché i divieti e i limiti all’impiego di sostanze problematiche, hanno contribuito al netto miglioramento della qualità dell’acqua registrato a partire dagli anni Cinquanta nelle acque di medie e grandi dimensioni nonché, in parte, nei laghi. Negli ultimi cinquant’anni, tuttavia, l’impiego di concimi e pesticidi in agricoltura è fortemente aumentato. Attualmente tali sostanze chimiche pregiudicano soprattutto i corsi d’acqua di piccole dimensioni.
Uno spazio sufficiente riservato alle acque riduce la probabilità che pesticidi e concimi passino dai campi coltivati alle acque, formando una cosiddetta zona cuscinetto protettiva. Acque pulite promuovono la varietà di specie animali e vegetali, e, indirettamente, migliorano la qualità dell’acqua potabile. Esse, non da ultimo, rappresentano un’attraente meta per chi desidera farsi una nuotata nella natura. Uomini, animali e piante hanno bisogno di acque pulite.
Più spazio alle acque per ridurre il rischio di inondazioni
A seguito della correzione dei corsi d’acqua avviata sin dal XIX secolo, numerosi fiumi e ruscelli sono stati spesso rettificati e canalizzati. Ciò significa che le acque, un tempo serpeggianti lungo il fondovalle, dovevano improvvisamente percorrere un tratto molto più breve, sebbene il dislivello da superare fosse sempre lo stesso. Le acque «corrette», pertanto, presentano una pendenza indubbiamente maggiore e, di conseguenza, una velocità di scorrimento più elevata, una maggiore energia e un potenziale di erosione decisamente superiore. Gli effetti negativi derivanti da tale evoluzione si sono manifestati soprattutto in occasione delle inondazioni del 2005 e del 2007.
L’accresciuto potenziale di erosione fa sì che i corsi d’acqua, nel caso in cui il loro alveo non si sia completamente consolidato, sprofondino nel sottosuolo. In tal modo l’acqua scava al di sotto delle opere di difesa delle sponde, indebolendole e distruggendole gradualmente. Fiumi e ruscelli che dispongono di spazio a sufficienza, frenano le piene grazie al loro tracciato naturale e alla presenza di un’abbondante vegetazione. Tali caratteristiche, a loro volta, riducono la velocità di scorrimento e l’energia dell’acqua. Lo spazio supplementare fornito a fiumi e ruscelli è in grado di trattenere l’acqua e frenare il deflusso, riuscendo così a contenere i picchi delle piene.
Più spazio alle acque per renderle più attrattive
La Svizzera è orgogliosa del suo bel paesaggio. Una componente determinante di tale bellezza è rappresentata da ruscelli, fiumi e laghi. D’altra parte, sono proprio questi ultimi ad attirare un gran numero di turisti in Svizzera. Corsi d’acqua attrattivi e variegati, tuttavia, sono importanti anche per le esigenze ricreative locali. Essi vengono utilizzati per lo sport e lo svago e nelle zone urbanizzate rappresentano un fattore ricreativo sempre più importante. A maggior ragione, i corsi d’acqua corretti o rettificati risultano meno attrattivi.
I dati statistici riguardanti il numero delle persone in cerca di svago lungo corsi d’acqua canalizzati e lungo fiumi prossimi allo stato naturale che dispongono di sufficiente spazio riservato alle acque, dimostrano che questi ultimi vengono utilizzati con maggiore frequenza e che anche le attività che vi si possono svolgere (passeggiare, fare il bagno, cavalcare ecc.) sono più diversificate. Un braccio laterale del Reno recentemente riattivato, ad esempio, attira numerosi escursionisti, ciclisti e bagnanti. Nelle sere d’estate, un’idilliaca area per grigliate è sempre molto frequentata, e le famiglie salgono sulla torre panoramica per ammirare la riserva naturale con i suoi specchi d’acqua e le sue distese di ghiaia e ciottoli.
Più spazio alle acque significa maggiori probabilità di sopravvivenza per i pesci
Numerose specie ittiche dipendono, in ciascuna fase della loro vita, da habitat diversi. I temoli, ad esempio, preferiscono deporre le uova su ghiaieti puliti in corsi d’acqua con una corrente rapida, dove il fregolo può svilupparsi protetto e ben ossigenato. Dal canto loro, i giovani temoli, non essendo ancora buoni nuotatori, hanno bisogno di sponde strutturate in modo complesso e vario, dove la corrente è più debole. Al contrario, gli esemplari adulti trovano spesso nutrimento in profondi solchi fluviali con una corrente uniforme e forte. Rispetto a cento anni fa, nei laghi e soprattutto nei fiumi, molte delle specie ittiche indigene si sono fatte rare e, in parte, sono scomparse.
Fiumi e ruscelli che dispongono di spazio e materiale detritico in quantità sufficiente, possono costituire habitat ricchi e differenziati. Le acque presentano diverse profondità e scorrono a velocità diverse, mentre i detriti possono essere trascinati via per poi ridepositarsi. Gli apparati radicali della vegetazione ripuale, che possono crearsi esclusivamente in uno spazio riservato alle acque sfruttato in modo estensivo, offrono numerosi luoghi di rifugio. In tal modo nascono preziosi habitat quali isolotti di ghiaia, zone tranquille e aree in cui l’acqua scroscia e scorre veloce, e dove i pesci possono crescere, deporre le uova e vivere. Questo paesaggio, infine, risulta attrattivo anche per gli appassionati di pesca.
Più spazio alle acque significa più spazio per la natura
In nessun ambiente naturale vi sono tante specie vegetali e animali come nelle acque e nelle sue vicinanze. Ma non è una sorpresa: tutti gli esseri viventi, infatti, dipendono dall’acqua. Rettificazioni e canalizzazioni, perciò, causano una perdita di biodiversità estremamente elevata.
È soprattutto nelle zone pianeggianti e nei fondovalle della Svizzera che insediamenti, industrie, agricoltura e altre esigenze d’uso contendono lo spazio alla natura. In queste regioni in particolare, le sponde di fiumi e ruscelli, nonostante arginature e canalizzazioni, rappresentano spesso l’unico habitat quasi senza soluzione di continuità per animali e piante. Lo spazio riservato alle acque offre, in un paesaggio rurale altrimenti monotono e spoglio, una fascia di habitat più o meno diversificati. Qui perciò si può trovare, spesso in uno spazio ristretto, una biodiversità particolarmente elevata. Dopo le piene, ad esempio, le rane depongono le loro uova in piccole depressioni colme d’acqua che, in seguito, si prosciugano. Queste pozze sono importanti, poiché in esse non vi sono pesci che possono divorare uova o larve.
Visti dall’alto, i corsi d’acqua si presentano non di rado come lunghe fasce verde blu che si snodano attraverso il paesaggio. Essi assolvono l’importante compito di collegare habitat e ambienti naturali. Gli animali si spostano lungo queste cinture verdi, che offrono loro protezione dai predatori e numerosi nascondigli. La vegetazione, che si può sviluppare solo in uno spazio riservato alle acque sfruttato in modo estensivo, oltre ad ombreggiare i corsi d’acqua e gli esseri viventi che ospitano, abbassa la temperatura, una funzione importantissima in un’epoca di cambiamenti climatici. Lo spazio riservato alle acque, perciò, da una parte rappresenta un importante habitat in sé e, dall’altra, serve da corridoio di collegamento per le diverse specie, contribuendo così a garantire la loro sopravvivenza a lungo termine.
Più spazio alle acque significa anche uno sfruttamento del suolo diverso
Lo spazio riservato alle acque ridà a fiumi e ruscelli una piccola parte dello spazio che era stato loro sottratto nei secoli. Esso, tuttavia, può continuare ad essere sfruttato in modo estensivo. Ciò significa che i contadini possono utilizzare lo spazio riservato alle acque come superficie per la promozione della biodiversità, ad esempio allestendo prati e pascoli sfruttati in modo estensivo o prati rivieraschi. La gestione estensiva comporta il divieto di impiegare concimi e pesticidi e di effettuare interventi di aratura.
Tali restrizioni non sono del tutto nuove per i contadini; già da tempo, infatti, esistono disposizioni relative all’impiego di concimi e prodotti fitosanitari lungo i corsi d’acqua. Per compensare le perdite di raccolto supplementari subite dagli agricoltori a causa dello spazio riservato alle acque, con la nuova legge sulla protezione delle acque in vigore dal 2011, il budget agricolo per i pagamenti diretti è stato aumentato di 20 milioni di franchi l’anno, e i contadini possono essere indennizzati nell’ambito dell’OPD per le misure di estensificazione.
Una particolarità è rappresentata dalle superfici pregiate per l’avvicendamento delle colture. Se tali superfici vanno perdute a causa della protezione contro le piene o dei progetti di rivitalizzazione, esse devono essere compensate. Le superfici per l’avvicendamento delle colture negli spazi riservati alle acque fanno parte del contingente cantonale. Se si dovesse verificare una situazione di emergenza con difficoltà in materia di approvvigionamento alimentare, tali superfici possono essere utilizzate. Infine, attraverso un’agricoltura estensiva, possono essere creati nuovi suoli pregiati.
Un investimento per il futuro
Se riusciremo a mettere a disposizione più spazio a fiumi, ruscelli e laghi del nostro Paese, sarà possibile garantire alle generazioni future un margine di manovra in ambito di utilizzo e gestione delle acque. In tal modo, inoltre, si potranno ripristinare e preservare a lungo termine le funzioni naturali e le prestazioni ecologiche delle acque. Uno spazio riservato alle acque sufficientemente ampio non impedisce, in futuro, la realizzazione di progetti di rivitalizzazione e progetti sostenibili per la protezione contro le piene. Le acque, in qualità di corridoi di migrazione con habitat differenziati e di strutture di base per le infrastrutture ecologiche, sono di fondamentale importanza per il mantenimento della nostra biodiversità e per la protezione delle specie.
Non possiamo ancora sapere quali saranno le esigenze della nostra società e della nostra economia tra 50, 100 o 1000 anni. L’acqua e la rete di corsi d’acqua, tuttavia, faranno in modo che la Svizzera continui ad essere il «castello d’acqua d’Europa». Se oggi riusciremo a riservare uno spazio minimo alle acque, in futuro molte cose rimarranno possibili. Le acque naturali, infine, avranno un’opportunità ancora più grande da una parte di adeguarsi a cambiamenti come, ad esempio, il mutamento climatico e, dall’altra, di continuare a adempiere ai propri compiti anche in condizioni in costante evoluzione.
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Linee guida per la gestione dei corsi d'acqua svizzeri
Ultima modifica 01.05.2017