Risanamento dei siti inquinati: otto progetti di grande portata
Da quando, più di 20 anni fa, è entrata in vigore l’ordinanza sul risanamento dei siti inquinati, la Svizzera ha compiuto molti passi avanti: tutti i siti inquinati sono stati censiti nei relativi catasti e più di 1'600, fra cui alcune grandi discariche, sono stati risanati. L’UFAM sostiene finanziariamente i Cantoni attraverso il fondo OTaRSi, alimentato con i proventi della tassa sul deposito di rifiuti. Di seguito presentiamo otto progetti di risanamento emblematici per complessità e portata finanziaria.
Discarica per rifiuti speciali di Kölliken (AG)
Discarica di Feldreben, Muttenz (BL)
Sito «Rheinlehne» di Pratteln (BL)
Fra il 1862 e il 1908 la fabbrica chimica F. Petersen & Sichle in località Rheinlehne presso Basilea produceva la fucsina, un colorante rosso intenso ottenuto mediante miscelazione e riscaldamento di olio di anilina e acido arsenico. A causa dell’incuria con cui si utilizzavano queste sostanze tossiche, oggi il sottosuolo del sito è fortemente inquinato da 170 tonnellate di arsenico. Quando nel 1950 si è proceduto alla demolizione del vecchio edificio per costruirne uno nuovo, i materiali di demolizione sono stati utilizzati per spianare un pendio. In questo modo i rifiuti pericolosi delle aziende precedenti sono stati distribuiti su una superficie di 30 000 metri quadri. Oltre all’arsenico, le analisi hanno rilevato la presenza nel sottosuolo di idrocarburi policiclici aromatici (PAH) e di diversi metalli pesanti.
Discarica di La Pila, Hauterive (FR)
Discarica per rifiuti speciali di Bonfol (JU)
Le discariche «Stadtmist», Soletta (SO)
Discarica di Gamsenried, Gamsen (VS)
Dal 1918 al 1978 la Lonza, un’azienda del settore chimico, ha conferito i suoi residui di produzione nella discarica ora in disuso di Gamsenried. Stando al rapporto dell’indagine storica, la maggior parte dei rifiuti era costituita da idrossido di calcio («calce spenta») proveniente dalla produzione di acetilene. A partire dal 1941 sono stati conferiti in discarica anche rifiuti contenenti mercurio, ai quali negli anni 1960 si sono aggiunti per circa quindici anni anche rifiuti provenienti da un nuovo tipo di produzione chimica delle ammine. I principali inquinanti sono il mercurio, l’anilina, la benzidina e il benzene.