Inverno 2017/18: meno vittime e danni grazie agli investimenti nella protezione dalle valanghe

Berna, 13.05.2019 - Le misure adottate dal settore pubblico dopo le estreme valanghe dell’inverno del 1999 si sono dimostrate valide e hanno ridotto le vittime e i danni, come dimostra l’analisi degli eventi valanghivi del gennaio 2018, quando per la prima volta dopo 20 anni si è di nuovo registrato il grado massimo di pericolo. Nonostante si siano verificate 150 valanghe, contrariamente al 1999 nei centri abitati e nelle aree protette non ci sono state vittime. È quanto risulta dal rapporto «Analisi degli eventi della situazione valanghiva del gennaio 2018», elaborato dall’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) del WSL e dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM).

La Svizzera ha sempre vissuto inverni di valanghe estremi, che hanno causato vittime e danni, come nel 1951, nel 1968 e nel 1999. Le esperienze ricavate da questi eventi valanghivi fanno progredire anche la protezione contro questo pericolo naturale. Dopo l'inverno di valanghe del 1951, per esempio, è stata posta l'attenzione sulla costruzione di barriere, e dopo il 1968 sull'elaborazione di carte dei pericoli. In seguito all'analisi dell'inverno del 1999 effettuata dall'SLF ci si è dedicati al miglioramento delle misure organizzative e alla formazione dei servizi di prevenzione valanghe.

Nel gennaio 2018 queste nuove misure sono state messe alla prova per la prima volta dopo l'inverno di valanghe del 1999. Per ben due giorni a causa delle abbondanti nevicate (in alcune località fino a oltre 3 metri) in gennaio il grado di pericolo valanghe è stato di nuovo il più elevato (grado 5, ovvero «molto forte»). L'SLF e l'UFAM hanno analizzato nel dettaglio anche questi eventi (cfr. riquadro 2).

Attuazione efficace delle misure di protezione

L'analisi dell'evento ora disponibile mostra che tra il 3 e il 23 gennaio 2018 150 valanghe hanno causato danni a edifici, vie di comunicazione, veicoli, linee elettriche, impianti di trasporto, nonché a boschi e campi. 53 valanghe hanno causato operazioni di evacuazione o di ricerca. Al contrario di quanto è avvenuto nel 1999 (in cui ci sono state 17 vittime) non si sono verificati decessi nei centri abitati e nelle zone protette. Tuttavia, occasionalmente si sono staccate valanghe anche da zone con barriere paravalanghe, a dimostrazione che una protezione assoluta contro questo pericolo naturale non esiste.

Dall'analisi risulta che la protezione totale contro le valanghe (cfr. riquadro 1) in Svizzera è già di alto livello. Le misure supplementari seguenti, adottate dall'inverno 1999 si sono dimostrate efficaci:

  • rafforzamento dell'avviso valanghe a livello nazionale e regionale: pubblicazione di un bollettino delle valanghe due volte al giorno in quattro lingue;
  • formazione degli addetti alla sicurezza: corsi a due livelli e in tre lingue;
  • potenziamento delle reti di monitoraggio: il numero di stazioni di misurazione automatiche è quasi raddoppiato a 170; più dati consentono previsioni più precise.

Sfide future

Per poter far fronte anche in futuro a situazioni valanghive straordinarie, tutte le parti coinvolte, Confederazione, Cantoni, Comuni e servizi di prevenzione valanghe locali, devono mantenere l'elevato standard di protezione svizzero contro le valanghe. Secondo l'UFAM, l'SLF e i Cantoni, le misure adottate dopo l'inverno del 1999 devono quindi proseguire, anche dal punto di vista finanziario. È inoltre indispensabile effettuare una continua manutenzione delle barriere paravalanghe e curare sistematicamente il bosco di protezione. L'aumento delle esigenze concernenti la sicurezza (l'auspicata maggiore disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari delle stazioni sciistiche e la minore accettazione di sbarramenti ed evacuazioni) richiedono nel complesso un'ulteriore professionalizzazione dei servizi di prevenzione valanghe locali.

La gestione di valanghe per scivolamento di neve, una tipologia che viene segnalata sempre più spesso, soprattutto a fine inverno (a partire da fine febbraio), pone i servizi di prevenzione valanghe di fronte a grandi sfide, poiché è particolarmente difficile prevedere dove e quando si verificano. Occorrerebbe intensificare la ricerca sulle cause e sullo sviluppo temporale dello scivolamento. Secondo l'analisi dovrebbe essere analizzato in modo più dettagliato anche l'impatto dei cambiamenti climatici sull'attività valanghiva futura.

Riquadro 1: la protezione dalle valanghe conformemente alla gestione integrata dei rischi
Da decenni il settore pubblico attua misure di riduzione del rischio di valanghe nell'ambito della gestione integrata dei rischi: le misure strutturali (barriere paravalanghe), organizzative (allarme valanghe, formazione), pianificatore (carte dei pericoli) e biologiche (bosco di protezione) funzionano e si coadiuvano reciprocamente.
In una situazione valanghiva straordinaria l'onere principale ricade sui servizi di prevenzione valanghe locali dei Comuni, delle ferrovie e degli uffici del genio civile. Essi valutano il pericolo sul posto e adottano le misure necessarie, quali sbarramenti, il distacco artificiale di valanghe e, se necessario, le evacuazioni.

Riquadro 2: situazioni valanghive straordinarie e riscaldamento globale
Durante le abbondanti nevicate del gennaio 2018 ha piovuto ripetutamente fino ad alta quota a causa delle temperature relativamente alte. L'elevata isotermia di zero gradi e le precipitazioni fino ad alta quota potrebbero portare alla conclusione che questi fenomeni siano legati al riscaldamento globale. Tuttavia, da un singolo evento come la situazione valanghiva del gennaio 2018 non si può desumere un nesso con i cambiamenti climatici. Anche nel febbraio 1999, nei giorni 19 e 20 febbraio 1999 il limite delle nevicate ha superato i 2000 m.s.l.m.
Nel gennaio 2019, invece, durante le recenti abbondanti nevicate le temperature sono state costantemente basse. Se si confrontano le situazioni del 2018 e del 2019 appare chiaro che la temperatura a bassa quota ha influito considerevolmente sul comportamento del flusso e della ramificazione delle valanghe: mentre nel gennaio 2018 la maggior parte delle valanghe nella sua ramificazione era bagnata, nel 2019 ci sono state molte valanghe nubiformi, che hanno in parte causato danni al bosco.
Al momento non è chiaro come il riscaldamento climatico previsto e il regime delle precipitazioni leggermente cambiato (più precipitazioni in inverno, a bassa quota più sotto forma di pioggia che di neve) potrebbero influenzare l'attività valanghiva, soprattutto in caso di grandi nevicate. Pertanto, per il momento si proseguirà con l'attuale gestione dei rischi.


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