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Pubblicato il 12 settembre 2024

Riciclaggio del fosforo

Riciclaggio del fosforo: utilizzo sostenibile delle materie prime

Il fosforo è un elemento vitale e, insieme ad azoto e potassio, è tra i più importanti elementi costitutivi delle cellule e delle ossa. Inoltre, in qualità di portatore delle informazioni genetiche, anche il DNA umano è costituito da acido fosforico. Anche la crescita delle piante dipende dal fosforo: un campo di grano di superficie pari a un ettaro necessita ogni stagione di 60 chilogrammi di questo nutriente. In agricoltura il fosforo è la principale componente di tutti i prodotti fertilizzanti. Negli impianti di depurazione e nei centri di trasformazione degli scarti di macellazione e delle carcasse di animali sono presenti grandi quantità di residui contenenti percentuali consistenti di fosforo. La gestione dei rifiuti attuale, tuttavia, comporta la perdita di questo nutriente. Finora, la gestione dei rifiuti comportava la perdita di questa sostanza nutritiva.

Con la modifica della legge sulla protezione dell’ambiente (LPAmb; RS 814.01) e la revisione dell’ordinanza sui rifiuti (OPSR; RS 814.600), il fosforo contenuto nei fanghi di depurazione e presente nelle farine animali e ossee deve essere recuperato e sottoposto a valorizzazione materiale ad esempio come concime. In questo modo, l’agricoltura svizzera sarà in grado di soddisfare il proprio fabbisogno di fosforo da fonti locali, senza dover importare concimi minerali di origine problematica e metalli pesanti dannosi. Inoltre, grazie al riciclaggio del fosforo, si chiude un importante ciclo delle materie prime e si conservano riserve primarie di fosfato.

Nel 2018, al fine di creare basi decisionali per il riciclaggio del fosforo in Svizzera nel quadro di un processo partecipativo che vedesse coinvolti tutti gli attori, l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha avviato i lavori per SwissPhosphor.

SwissPhosphor

Riserve globali di fosforo

In natura il fosforo (P) si trova quasi esclusivamente combinato sotto forma di fosfato (P2O5). I fosfati vengono estratti da rocce ricche di fosfato (minerali fosfatici), che derivano perlopiù da depositi marini (depositi sedimentari marini), anche se in misura inferiore il fosfato è presente anche nelle rocce magmatiche. Anche se a medio termine sono disponibili quantità sufficienti di minerali fosfatici, le riserve naturali di minerali contenenti fosforo si concentrano in pochi Paesi (p. es. Marocco, Cina, Russia) e in regioni instabili dal punto di vista geopolitico. Inoltre, a seconda del sito di estrazione, si pongono gravi problemi legati alle ripercussioni negative sull’ambiente e sulle persone.

I giacimenti di minerali fosfatici in Norvegia, riportati recentemente dai media come una scoperta senza precedenti, sono noti dal 2018. Il corpo minerario si trova a grandi profondità e non è ancora stata effettuata una valutazione esaustiva del volume e del contenuto di materiali preziosi. Resta pertanto aperta la questione circa la possibilità e gli eventuali tempi di un’estrazione commerciale.

Indipendentemente da tali scoperte, il fosforo rimane una risorsa limitata che deve essere mantenuta il più a lungo possibile nel ciclo dei materiali. I giacimenti in Norvegia non influenzano la decisione della Svizzera di recuperare sistematicamente il fosforo.

Consumo di fosforo in Svizzera

La Svizzera importa annualmente 14 600 tonnellate nette di fosforo sotto forma di concimi minerali (4200 t), alimenti per animali (6200 t), derrate alimentari (2600 t) e prodotti chimici (1600 t). Dal momento che non dispone di riserve primarie di fosforo (minerali fosfatici), il fabbisogno di fosforo e, in particolare, di concimi contenenti fosforo, può essere soddisfatto attualmente soltanto con le importazioni. Questa dipendenza dall'estero desta preoccupazioni. Lo spargimento diretto di fanghi di depurazione contenenti fosforo come concimi in ambito agricolo è vietato dal 2006. In questo modo viene sì evitata l’immissione di inquinanti nel suolo, ma viene interrotto il ciclo del fosforo impedendone il ritorno nell’agricoltura.

Fanghi di depurazione

Inoltre, valori limite severi per il cadmio accrescono la dipendenza dalle importazioni. I depositi sedimentari marini hanno un contenuto di fosfati maggiore rispetto ai depositi magmatici. Quelli sedimentari marini presentano però anche una percentuale maggiore di impurità, dovute per esempio al cadmio e all’uranio. La Svizzera ha valori limite molto severi per quanto riguarda le concentrazioni di metalli pesanti nei concimi minerali, per cui fa affidamento soprattutto su depositi magmatici di fosfati a basso contenuto di cadmio e può acquistare il fosforo per la produzione di concimi soltanto da poche miniere. Per questo motivo, la Svizzera finora ha importato molti concimi minerali contenenti fosforo dalla Russia. Con la guerra in Ucraina ciò non è più possibile, il che mostra ancora una volta l’importanza e l’attualità di un tema come quello dell’indipendenza dalle importazioni di fosforo.

Recupero del fosforo: la chiusura di un importante ciclo delle materie prime

Non esiste la vita senza il fosforo. Sia i vegetali che gli animali e le persone hanno bisogno del fosforo per la propria crescita e il metabolismo energetico. Il limite mondiale per il ciclo di questa materia prima è stato ampiamente superato. Al momento, in Svizzera, il fosforo non ha un ciclo chiuso. In passato i fanghi di depurazione venivano utilizzati come concimi in agricoltura, reimmettendo così il fosforo nel ciclo; tuttavia, l’utilizzo diretto dei fanghi di depurazione come concimi è connesso a dei rischi. Per via, tra le altre cose, della crisi della mucca pazza (encefalopatia spongiforme bovina, BSE), questa procedura è vietata dal 2006 e vige l’obbligo di incenerire (tramite trattamento termico) i fanghi di depurazione. Attualmente, il fosforo per l’agricoltura viene estratto sotto forma di fosfato dalle rocce, trasformato in concime, importato e sparso sui campi svizzeri. Questo nutriente viene assorbito dai vegetali che, a loro volta, diventano alimenti per animali o per il consumo umano. Tramite il consumo di alimenti animali o vegetali, il fosforo entra nel corpo umano e, attraverso gli escrementi, nelle acque di scarico, finendo in gran parte nei fanghi di depurazione. Questi vengono inceneriti e il fosforo che contengono finisce nelle discariche sotto forma di ceneri dei fanghi di depurazione o di scorie oppure nei cementifici, dove i fanghi di depurazione e le farine animali e ossee vengono utilizzati come combustibili alternativi.

Riuscire a chiudere i cicli delle materie significa poterle utilizzare in maniera efficiente e più a lungo possibile. Nell'ottica di preservare le risorse naturali e raggiungere una maggiore indipendenza dalle importazioni, il riciclaggio del fosforo e la chiusura del ciclo della materia prima convengono da un punto di vista ecologico ed economico. Per questo motivo, nel 2016, il Consiglio federale ha introdotto l’obbligo di recupero del fosforo nell’OPSR. Il Parlamento, nel quadro dell’iniziativa per rafforzare l’economia circolare svizzera (Iv. Pa. 20.433), ha modificato la legge sulla protezione dell’ambiente; le nuove norme relative al recupero del fosforo sono in vigore dal 1° gennaio 2025.

Rapporti sull'ambiente

Ordinanza sui concimi (OCon)

Basi legali del recupero del fosforo

La legge sulla protezione dell’ambiente (LPAmb; RS 814.01), la legge federale sulla protezione delle acque (LPAc; RS 814.20) e l’ordinanza sui rifiuti (OPSR; RS 814.600) costituiscono le basi legali per una gestione dei rifiuti in Svizzera rispettosa dell’ambiente. Posto questo fondamento, nella fattispecie è l’articolo 30d (cpv. 2 lett. c nonché cpv. 4–6 LPAmb) che disciplina il recupero del fosforo.

Le prescrizioni prevedono la valorizzazione materiale del fosforo contenuto nei fanghi di depurazione provenienti dagli impianti centrali di depurazione delle acque di scarico e presente nelle farine animali e ossee, sempre che tali farine non siano impiegate come alimenti per animali o concimi. Con il fosforo recuperato devono essere fabbricati prodotti commerciabili come concimi o acido fosforico.

Il Consiglio federale stabilisce la percentuale di fosforo che deve essere reintrodotta nel ciclo economico orientandosi al fabbisogno di concimi minerali. Mentre per i fanghi di depurazione è sufficiente un recupero parziale, il fosforo presente nelle farine animali e ossee deve essere interamente recuperato. Le sostanze nocive devono essere eliminate utilizzando le più recenti tecnologie.

L’ordinanza sui rifiuti è stata sottoposta a revisione tra il 2024 e il 2025 e successivamente posta in consultazione con la partecipazione degli attori interessati. La revisione delle disposizioni crea un quadro vincolante che dovrebbe consentire, nei prossimi anni, di costruire da due a tre impianti di recupero del fosforo in Svizzera.

Il Consiglio federale concretizza l’attuazione nell’ordinanza sui rifiuti (art. 15, 15a–15c e 51 OPSR). Per tonnellata di sostanza secca di fanghi di depurazione viene prescritto il recupero di almeno 16 kg di fosforo. Le disposizioni riviste si applicano anche ai fanghi di depurazione e alle farine animali e ossee importati. I fornitori di rifiuti contenenti fosforo devono fornire alle autorità cantonali la prova che le prescrizioni sono soddisfatte. Gli impianti di recupero del fosforo devono essere sfruttati in tutta la loro capacità con effetto immediato. Se i suddetti requisiti vengono soddisfatti, i fanghi di depurazione dai quali non sarà recuperato il fosforo possono essere riciclati dal punto di vista materiale-energetico o energetico. Qualora invece le prescrizioni non siano rispettate per capacità di trattamento insufficienti, il Cantone può autorizzare il riciclaggio senza recupero del fosforo.

Entro il 1° gennaio 2028, i Cantoni devono adeguare il piano di gestione dei rifiuti e il piano di smaltimento dei fanghi di depurazione e, a partire da tale data, attuare l’obbligo di notifica. Essi presentano all’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) un rapporto annuale in merito alla quantità di fosforo recuperata e alla quantità di rifiuti contenenti fosforo che sono stati riciclati senza recupero del fosforo.

RS 814.01 - Legge federale del 7 ottobre 1983 sulla protezione dell'ambiente (Legge sulla protezione dell'ambiente, LPAmb) | Fedlex

RS 814.600 - Ordinanza del 4 dicembre 2015 sulla prevenzione e lo smaltimento dei rifiuti (Ordinanza sui rifiuti, OPSR) | Fedlex

29.10.2025
Prodotti chimici, siti contaminati, protezione dell’aria, protezione dei biotopi, rifiuti: il Consiglio federale approva alcune ordinanze

Recupero del fosforo: possibilità

Il recupero del fosforo contenuto nei fanghi di depurazione, nelle ceneri risultanti dal trattamento termico di tali fanghi e nelle farine animali e ossee costituisce un nuovo settore della tecnologia. Negli scorsi anni sono state sviluppate varie tecnologie, testate e ottimizzate nel quadro di progetti e impianti pilota. I processi si basano su vari principi e si differenziano per l'approccio adottato. Nel caso dei processi decentralizzati, il fosforo viene recuperato direttamente dai flussi di acque di scarico e fanghi di depurazione negli impianti di depurazione delle acque di scarico (IDA). I processi centralizzati, dal canto loro, partono attualmente dalle ceneri dei fanghi di depurazione, in particolare dopo l’incenerimento dei fanghi, e sono indipendenti dall’azienda e dall'ubicazione degli IDA.

Sviluppo attuale dello stato della tecnica

Negli ultimi anni la gamma dei processi possibili con un grado di sviluppo sufficiente si è ristretto fortemente. Sembrano affermarsi in particolar modo processi di recupero che partono dalle ceneri dei fanghi di depurazione. Si tende a preferire il processo di estrazione chimica a umido o la digestione chimica a umido a partire dalle ceneri dei fanghi di depurazione. Il grado di recupero è alto e durante la fabbricazione del concime i valori limite per i concimi minerali ottenuti dal riciclaggio vengono rispettati. Attualmente, in Svizzera, vengono impiegati i processi Phos4Life, REALphos e ZAB. Si presume che i processi decentralizzati non avranno un ruolo rilevante nel recupero del fosforo data, tra le altre cose, la loro bassa quota di recupero. Gli impianti di depurazione con un’eliminazione biologica del fosforo ben funzionante potrebbero raggiungere al massimo il grado di recupero minimo del 50 per cento.

SwissPhosphor

Impianti di recupero del fosforo previsti

Phos4Life (Emmenspitz, SO)

Presso il sito dell'impianto KEBAG e dell'associazione Zweckverband der Abwasserregion Solothurn-Emme (ZASE) a Zuchwil (SO) è in programma un grande impianto industriale che impiegherà il processo Phos4Life (P4L). I partner che partecipano al progetto sono ZAR, acr (TI), ERZ (ZH), Epura (VD), erzo (AG), REAL (LU), saidef (FR), SIG (GE) e ZASE (SO). Mediante un’estrazione chimica a umido dalle ceneri dei fanghi di depurazione, l’impianto consentirà di ottenere un acido fosforico tecnico di alta qualità, che potrà essere commercializzato direttamente in Svizzera e in tutta Europa nell’industria chimica e tecnica. L’acido fosforico tecnico si presta inoltre per la fabbricazione in Svizzera di concimi poco inquinanti come il TSP46. Secondo lo stato attuale del progetto, l’impianto P4L consentirebbe di recuperare circa 2200 tonnellate di fosforo all'anno. L’avvio dei lavori di costruzione è previsto per la metà del 2027 e la messa in esercizio avverrà presumibilmente nel 2030.

Phosphor26 (Oftringen, AG)

Presso il sito dell'associazione Verband Entsorgung Region Zofingen (erzo) a Oftringen (AG), in collaborazione con l'azienda Holcim, è in programma, nel quadro del progetto Phosphor26, un grande impianto industriale che impiegherà il processo REALphos. I partner che partecipano al progetto sono erzo (AG), REAL (LU) e Holcim. Il processo REALphos o processo di lisciviazione delle ceneri punta sulla fabbricazione di un acido fosforico per concimi mediante estrazione chimica a umido delle ceneri dei fanghi di depurazione, per il quale è prevista un’ulteriore lavorazione in concime contenente fosforo da parte dell'associazione ZAB di Bazenheid. Secondo lo stato attuale del progetto, questo permetterebbe di recuperare circa 1300 tonnellate di fosforo all'anno. L’avvio dei lavori di costruzione dipende da quando verrà presa una decisione relativamente agli investimenti; la messa in esercizio è fissata a circa tre anni e mezzo da tale decisione.

ZAB (Bazenheid, SG)

L'associazione Zweckverband der Abwasserregion Solothurn-Emme (ZASE) ha in programma un grande impianto industriale presso il suo sito a Bazenheid (SG) volto all'implementazione del processo ZAB. I partner che partecipano al progetto sono la comunità d'interessi Klärschlamm-Interessengemeinschaft Ost (KIGO) insieme all'associazione Abwasserverband Altenrhein (AVA), alla cooperativa Landi Aachtal (Obstverwertung Oberaach TG, OGO) e all'associazione ZAB nonché la società TMF Extraktionswerk SA. La responsabilità sarà assunta da una società per azioni («P-AG Bazenheid») di cui è prevista la fondazione. Con l’acido fosforico ottenuto mediante digestione chimica a umido delle ceneri dei fanghi di depurazione, delle farine animali e ossee nell’impianto verranno fabbricati i concimi P30, P38 o TSP46. Il TSP46 (perfosfato triplo 46 %) verrà venduto e impiegato in Svizzera come concime oppure sottoposto a un’ulteriore lavorazione in concime composto. Per la fabbricazione del TSP46 si presterebbe l’acido fosforico tecnico del processo P4L. Per i concimi con una percentuale di fosfato del 30 o del 38 per cento (P30, P38) è prevista l’esportazione, ma potrebbero essere impiegati anche nell’agricoltura svizzera. Per la fabbricazione dei concimi P30 e P38 è possibile impiegare acido fosforico per concimi ottenuto con il processo REALphos. Secondo le indicazioni progettuali, è prevista la fabbricazione annuale di 14 000 tonnellate di concime TSP46 con 3000 tonnellate di fosforo e di 15 000 tonnellate di concimi P30/P38 con 2300 tonnellate di fosforo. L’avvio dei lavori di costruzione è previsto per la primavera 2025 e la messa in esercizio per il 2026.

Prodotti e mercato

A partire dal fosforo recuperato vengono fabbricati principalmente l’acido fosforico di diverse qualità e i concimi P30, P38 o TSP46. L’acido fosforico tecnico può essere impiegato nell’industria chimica/tecnica oppure per la fabbricazione di concime TSP46. L’acido fosforico per concimi viene utilizzato specificamente per la fabbricazione di concimi P30 o P38. Tutti i concimi menzionati (P30, P38, TSP46) rispettano i requisiti legali e potrebbero quindi essere impiegati nell’agricoltura in Svizzera. Tuttavia, non adempiendo i requisiti attuali dell'industria svizzera dei concimi, i concimi P30 e P38 sono al momento destinati all’esportazione; il concime TSP46 soddisfa invece tali requisiti ed è quindi destinato alla vendita sul mercato svizzero. I progetti Phos4Life, Phosphor26 e ZAB permetteranno di recuperare il fosforo da grandi quantità di ceneri di fanghi di depurazione. Tuttavia, i tre progetti non saranno in grado di esaurire l’intero potenziale di recupero di fosforo da fanghi di depurazione. Se da un lato alcuni attori hanno deciso di partecipare a più progetti, dall’altro molti Cantoni non hanno ancora stabilito dove e in che modo procedere al recupero del fosforo.

Finanziamento

I costi per lo sviluppo, la costruzione e l’esercizio degli impianti destinati al recupero del fosforo supereranno presumibilmente i ricavi provenienti dalla vendita di prodotti derivanti dal fosforo riciclato. I costi non coperti si aggirano, a seconda del processo, intorno ai cinque franchi a persona all’anno. Secondo il nuovo articolo 30d capoverso 5 della LPAmb, questi costi d’esercizio e di capitale non coperti sono a carico di chi produce i fanghi di depurazione.

Nella prassi, i costi supplementari verranno finanziati tramite le tasse sulle acque di scarico; ciò trova il suo fondamento giuridico nell’attuale ordinanza sulla protezione delle acque (OPAc; RS 814.201). Tale procedura è conforme al principio di causalità («chi inquina paga»), si basa su processi di esecuzione consolidati e può essere attuata immediatamente. I supplementi necessari sulle tasse sulle acque di scarico si collocano presumibilmente al di sotto del dieci per cento risultando quindi ben inferiori alle differenze attualmente esistenti in termini di tariffe tra i vari impianti di depurazione delle acque e i Comuni.

Uno sguardo all’estero

L'ordinanza tedesca sui fanghi di depurazione (Klärschlammverordung, AbfKlärV) in vigore dal 2017 obbliga, a partire dal 2029, gli impianti di depurazione con una capacità di almeno 100 000 abitanti equivalenti a recuperare il fosforo dai fanghi di depurazione e, a partire dal 2032, anche gli impianti più piccoli. Anche a questi impianti di depurazione è vietato riciclare i fanghi di depurazione nei settori dell’agricoltura e del paesaggismo. Ora, con l’entrata in vigore del regolamento sul mercato di prodotti fertilizzanti dell’Unione europea nel 2022, vengono disciplinati anche i concimi contenenti fosforo provenienti dai fanghi di depurazione.

Con la nuova adozione dell’ordinanza sull’incenerimento dei rifiuti, nel 2024 (AVV 2024, BGBl. II Nr. 118/2024, § 20) l’Austria è il terzo Paese europeo a impegnarsi per il recupero del fosforo a partire dal 1° gennaio 2033. A partire dal 2033, gli impianti di depurazione con una capacità di 20 000 abitanti-equivalenti sono obbligati a incenerire i fanghi di depurazione e a recuperare dalle ceneri da incenerimento almeno l’80 per cento del fosforo contenuto nei fanghi di depurazione o a utilizzare l’intera cenere da incenerimento per la produzione di concimi conformi alle prescrizioni in materia previste nel diritto austriaco. In caso di recupero diretto presso l’impianto di depurazione delle acque di scarico, rispetto all’afflusso nell’impianto deve essere recuperato almeno il 60 per cento del fosforo.

Ulteriori informazioni

FAQ – Riciclaggio del fosforo

L’ordinanza sui rifiuti riveduta non prevede più alcun termine per il recupero del fosforo. Una volta messo in esercizio, un impianto di recupero del fosforo deve essere sfruttato in tutta la sua capacità fino a soddisfare la quota richiesta, ossia fino al conseguimento dei 16 kg di fosforo per tonnellata di sostanza secca di fanghi di depurazione o all’intero recupero del fosforo presente nelle farine animali e ossee. Per quanto riguarda i fanghi di depurazione, tale quota corrisponde pressappoco al trattamento del 60 per cento circa dei fanghi di depurazione svizzeri. La parte restante può continuare a essere sfruttata come sostanza combustibile.