Edilizia: ridurre le perdite di energia e di materie prime

Berna, 25.05.2020 - In Svizzera la trasformazione e lo smantellamento di opere edilizie producono ogni anno oltre 17 milioni di tonnellate di rifiuti. Oggi solo una piccola parte dei componenti ancora utilizzabili viene ripresa in altri oggetti. Per ridurre le perdite di energia grigia e di materie prime, occorre consolidare e incrementare il riutilizzo di materiali nel processo di costruzione. In particolare, occorre migliorare il collegamento fra i numerosi attori che operano con profitto sul mercato esistente.

In Svizzera la trasformazione e lo smantellamento di opere edilizie producono ogni anno oltre 17 milioni di tonnellate di rifiuti. Due terzi di questi rifiuti vengono riciclati in materiali edili, contribuendo a preservare risorse naturali come la ghiaia e il paesaggio. Tuttavia, nel processo di riciclaggio va persa gran parte dell'energia grigia originariamente necessaria per produrre i materiali edili. L'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) ha pertanto incaricato le ditte SALZA e Matériuum di effettuare uno studio per esaminare il riutilizzo dei materiali da costruzione nel settore edile svizzero. Al sondaggio hanno partecipato circa 150 operatori attivi nei campi dell'ampliamento, dell'intermediazione, dell'utilizzo e della promozione di materiali edili usati (cfr. studio).

Il consumo di risorse nell'edilizia è in continuo aumento

Il consumo di risorse per la costruzione di opere edili è continuamente aumentato negli ultimi decenni. Edifici spesso relativamente giovani costruiti in centri urbani negli anni Ottanta e Novanta vengono smantellati nonostante siano ancora lontani dalla fine del loro ciclo di vita. In caso di smantellamento, molti componenti ancora perfettamente funzionanti, come elementi di facciata, travi in acciaio, porte o impianti sanitari, vengono prevalentemente smaltiti.

Le risposte dei partecipanti al sondaggio mostrano una crescente consapevolezza sul fatto che le materie prime debbano essere utilizzate con maggiore parsimonia. Questa situazione sta portando a una rinascita del riutilizzo nel settore edile. Molti piccoli attori lavorano con profitto nel mercato del riciclaggio esistente. Tuttavia, non vi è praticamente alcun collegamento fra di loro e non esiste alcuna organizzazione che rappresenti attivamente i loro pubblicamente interessi.  

Più riutilizzo, meno spreco di risorse

Il riutilizzo dei componenti utilizzabili nelle opere edili consente di ridurre sia i rifiuti edili evitabili sia le emissioni di CO2 climalteranti. Il riutilizzo può quindi contribuire al raggiungimento dell'obiettivo climatico 2050 e all'attuazione della strategia energetica 2050. Occorre quindi consolidare e incrementare questa pratica nel processo di costruzione.

Gli autori dello studio giungono alla conclusione che la creazione di una piattaforma di informazione e di scambio per il riutilizzo di materiali edili e l'istituzione di un'organizzazione mantello sarebbero opportune al fine di interconnettere e strutturare il settore. Inoltre, i progetti faro dovrebbero essere sostenuti a livello comunicativo per mostrare le possibilità pratiche di attuazione del riutilizzo. Infine, occorre formare i committenti sul tema del riutilizzo e sensibilizzare al riguardo anche i proprietari immobiliari e la popolazione.

L'UFAM vorrebbe inserire in futuro il riutilizzo nelle pertinenti norme SIA e nei marchi di sostenibilità quale strumento per promuovere l'economia circolare e ridurre ulteriormente l'impronta ecologica delle opere edili.


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