L’uso delle sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) è aumentato considerevolmente sin dalla loro introduzione, così come le loro emissioni nell’ambiente. I PFAS non si trovano naturalmente in natura e, a causa dell’alta persistenza di molte di queste sostanze, tendono ad accumularsi e a diffondersi ampiamente nei suoli.
Uno studio svizzero sull’inquinamento di fondo da PFAS ha dimostrato che queste sostanze sono rilevabili in tutti gli strati superiori del suolo (da 0 a 20 cm), anche nelle aree boschive e montane, confermando così la loro presenza ubiquitaria nel suolo. Tuttavia, lo stesso studio ha evidenziato che negli strati più profondi del suolo (strato inferiore del suolo da 50 a 70 cm) i PFAS erano assenti o presenti solo in concentrazioni molto basse. Determinare con precisione l’origine del deterioramento del suolo da PFAS è difficile a causa delle molteplici applicazioni e delle numerose fonti di contaminazione associate.
Concentrazioni elevate di PFAS possono essere rilevate anche nei suoli contaminati da fonti puntuali, come aree di addestramento antincendio, impianti galvanici e discariche. In Svizzera, sono state rilevate concentrazioni elevate di PFAS anche in terreni agricoli, verosimilmente a causa dell’utilizzo passato di fanghi di depurazione contaminati da PFAS come fertilizzanti.
Per le indagini attualmente in corso e con l’obiettivo di armonizzare le metodologie di analisi di PFAS, sono state pubblicate raccomandazioni scientifiche per il campionamento e l’analisi di PFAS nei suoli e negli alimenti coltivati.
Ultima modifica 21.07.2025