Consumo di idrofluorocarburi parzialmente alogenati
Gli idrofluorocarburi parzialmente alogenati (HFC) sono prodotti chimici sintetici con un elevato potenziale di effetto serra, alcuni persino diverse migliaia di volte superiore a quello del CO2. Sono utilizzati in numerose applicazioni, ad esempio in prodotti refrigeranti o in materie plastiche espanse.
Considerato il loro forte contributo al riscaldamento climatico, dal 2003 l’ordinanza sulla riduzione dei rischi inerenti ai prodotti chimici (ORRPChim) ne limita sempre più l’utilizzo in Svizzera, riducendo al contempo anche le emissioni. Dal 2019 è inoltre in vigore un accordo internazionale (il Protocollo di Montreal e il relativo complemento del 2016, il cosiddetto «Emendamento di Kigali»), in base al quale i Paesi che lo hanno ratificato si impegnano a ridurre progressivamente dell’80-85 per cento il consumo dei principali HFC. La Svizzera ha ratificato l’emendamento di Kigali e ogni anno comunica i dati relativi al consumo sul territorio nazionale. Tali dati corrispondono al presente indicatore.
L’indicatore mostra il consumo di HFC in Svizzera e l’attuale stato di avanzamento della riduzione secondo il percorso stabilito. Quantifica un contributo specifico agli obiettivi di politica climatica della Svizzera e al rispetto degli impegni internazionali.
Il consumo di HFC, e quindi le relative emissioni, ha registrato un forte aumento negli anni Novanta, poiché secondo l’allora stato della tecnica erano il prodotto sostitutivo usuale delle sostanze che impoveriscono lo strato di ozono disciplinate dal Protocollo di Montreal. Ciò ha comportato un trasferimento del problema dalle emissioni che impoveriscono l’ozono ai gas climalteranti. Oggigiorno, lo stato della tecnica consente di rinunciare agli HFC in numerosi settori (p. es. con l’utilizzo di prodotti refrigeranti naturali negli impianti di raffreddamento e nelle pompe di calore). Il consumo di HFC è pertanto in calo dalla metà degli anni Duemiladieci.
Tuttavia, secondo le indagini dell'UFAM, il consumo di HFC è aumentato per la prima volta nel 2022, a causa della recente pandemia COVID-19. Inoltre ci sono incertezze per il futuro, ad esempio se il boom delle nuove pompe di calore si concretizzerà in tempo per le prossime fasi di riduzione dei refrigeranti naturali concordate a livello internazionale. Pertanto, al momento valutiamo lo sviluppo come "insoddisfacente".
Tuttavia, occorrono ulteriori sforzi per sostituire queste sostanze e rispettare anche in futuro il percorso di riduzione convenuto a livello internazionale. Spetta in particolare ai fabbricanti di apparecchi e impianti sviluppare alternative, ma anche ai gestori di impianti nelle loro decisioni di acquisto. Per favorire la sostituzione di queste sostanze occorrono comunque anche adattamenti del diritto in materia ambientale.
I dati del consumo di altri paesi sono disponibili presso il Centro Dati del Segretariato dell'Ozono (Segretariato del protocollo di Montréal). Questi dati hanno un valore limitato al momento, poiché il periodo di impegno è iniziato solo di recente.
I dati si basano sulle notifiche annuali all’UFAM degli importatori relative alle quantità di sostanze stabili nell’aria importate (conformemente all’obbligo di notifica di cui all’all. 1.5 n. 7.1.1 ORRPchim).
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