Danni causati da piene, colate detritiche, smottamenti e processi di crollo
Le piene, le colate detritiche, gli scivolamenti e i processi di crollo possono causare gravi danni. L’entità dei danni è influenzata dall’utilizzo delle zone d’insediamento, dall’intensità e dall’estensione spaziale dell’evento naturale. Di conseguenza dipende anche dalle misure adottate per proteggere beni, persone e ambiente. L’importo dei danni in caso di evento è un indicatore dell’efficàcia delle misure preventive di protezione contro gli eventi naturali e della vulnerabilità delle opere e delle infrastrutture.
Fra il 1972 e il 2023 le piene e le colate detritiche hanno causato danni per un importo pari a circa 14.6 miliardi di franchi. I danni da scivolamenti e processi di crollo ammontavano invece a 1.3 miliardi di franchi. I danni complessivi sono quindi stati pari a 15.9 miliardi di franchi, con un danno medio annuo di 306 milioni di franchi (tutti i valori tenuto conto dell’inflazione, ai prezzi del 2023).
L’importo dei danni dipende in primo luogo da singoli eventi di grandi dimensioni. La sola piena dell’agosto 2005 ha, ad esempio, causato danni per circa 3.3 miliardi di franchi (adeguato all'inflazione). La metà circa dei danni è riconducibile ai cinque maggiori eventi naturali.
Secondo i dati disponibili a livello nazionale, circa 1,8 milioni di persone, pari a circa il 20 per cento della popolazione svizzera, vivono in zone a rischio di piene. In queste stesse zone si trovano anche circa 1,7 milioni o circa il 30 per cento dei posti di lavoro. Nelle potenziali zone di piena si trova anche circa il 25 per cento dei beni materiali (pari a un valore complessivo di circa CHF 840 mia.[1]). In queste zone l’economia crea anche una parte importante di valore aggiunto. Le infrastrutture di protezione esistenti in queste zone proteggono contro eventi frequenti. Senza di esse i danni da piena sarebbero nettamente superiori.
I danni possono essere evitati o limitati se si conosce il pericolo. L’allestimento delle carte dei pericoli, il loro continuo aggiornamento e l’adeguata applicazione sono quindi prioritari. Un’utilizzazione del territorio che tenga conto dei pericoli può limitare il potenziale di danno. Le opere e le infrastrutture devono essere progettate e realizzate in modo che si possano prevenire i danni di maggiori dimensioni. Le misure preventive (p. es. le opere di protezione) devono essere robuste, resistenti e facilmente adattabili alle nuove condizioni (cambiamenti climatici). I rischi residui vanno limitati mediante un’adeguata pianificazione delle emergenze e un sistema ottimizzato di allerta e di allarme.
La sicurezza assoluta nella gestione dei pericoli naturali non esiste. L’analisi dei maggiori eventi di piena e in particolare il progetto OWARNA hanno tuttavia evidenziato il fatto che è possibile prevenire fino al 20 per cento dei danni grazie all’applicazione adeguata delle infrastrutture moderne di protezione contro le piene e una migliore procedura di allerta e di allarme. Lo stato è di conseguenza valutato come medio. La tendenza non è valutata perché le importanti oscillazioni annue e il periodo di osservazione relativamente breve non consentono di trarre conclusioni chiare.
Su mandato dell’Ufficio federale dell'ambiente, l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL raccoglie in modo sistematico dal 1972 i dati relativi ai danni da maltempo in Svizzera. In tale ambito vengono considerati i processi di piena, scivolamento, colata detritica e quelli di processi di crollo. Le rilevazioni si basano soprattutto sulle notifiche provenienti dai circa 3000 quotidiani e riviste svizzeri, come pure, in caso di eventi di grandi dimensioni, sulle indicazioni dei Cantoni e delle compagnie di assicurazione.
[1] Secondo lo studio «Die volkswirtschaftliche Bedeutung der Immobilienwirtschaft der Schweiz» (Staub P., Rütter H., 2014) il valore dell’insieme delle costruzioni realizzate in Svizzera è pari a 3 355 mia. di franchi
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