Pericoli naturali: avvertire responsabilizzando

In Svizzera, la comunicazione in materia di pericoli naturali ed eventi estremi ha subito profondi cambiamenti dopo le alluvioni del 2005. Oggi, piattaforme Internet e app per smartphone aiutano ad allertare autorità e popolazione. E il sistema di informazione già disponibile è in costante perfezionamento.

Testo di Cornélia Mühlberger de Preux

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Pericoli naturali attuali in Svizzera
© MeteoSvizzera

Nell’agosto 2017 il villaggio di Bondo (GR) è devastato da una colata di fango. A inizio 2018 la tempesta Burglind sferza l’intero Paese. Nella stagione invernale 2017/2018 una serie di valanghe e frane scuote numerose vallate alpine. A seguito del cambiamento climatico, fenomeni di questo genere crescono per frequenza e dimensioni, mettendo in pericolo popolazione, infrastrutture ed edifici. Proteggere beni e persone è dunque diventato più importante che mai.
«Da questo punto di vista, la comunicazione sui pericoli e sui provvedimenti da adottare per tutelare la propria sicurezza ha un ruolo decisivo. Cerchiamo quindi di approfittare dell’interesse suscitato da questi eventi per fare informazione», spiega Josef Eberli, capo della divisione Prevenzione dei pericoli all’UFAM. Il lavoro porta i suoi frutti, visto che, grazie ad allerte precoci più precise e mirate, le valanghe dell’inverno 2018 hanno causato molti meno danni che in passato.

Qui e ora

In caso di evento occorre avvertire autorità, servizi d’intervento e popolazione insieme. «La comunicazione deve avvenire in senso sia orizzontale che verticale», conferma Josef Eberli. In altre parole, avere servizi di collegamento nei Cantoni e nei Comuni è indispensabile. Dal 2010 la Confederazione permette ad autorità e gestori di impianti di accedere a parametri e mappe interattive attraverso la Piattaforma d’informazione comune sui pericoli naturali (GIN). I responsabili possono così valutare la situazione e registrarne i possibili cambiamenti, in modo da informare la popolazione, avvertirla dei pericoli ed evacuarla in caso di bisogno. «È importante che la catena d’informazione scorra ininterrotta dalla misura fino all’operazione sul posto e soprattutto che i servizi d’intervento tengano conto delle informazioni del GIN in caso d’evento. I consulenti locali in materia di pericoli naturali sono formati a livello di stato maggiore per questo», sottolinea Josef Eberli.
Se fino a qualche anno fa le persone venivano essenzialmente informate dei pericoli attraverso la radio e la televisione, oggi a questi mezzi di comunicazione sono venuti ad affiancarsi tutta una serie di siti e di applicazioni Internet. Grazie a un’elevata risoluzione spazio-temporale, alcune di queste riescono per esempio a fornire previsioni meteo a breve termine in tempo praticamente reale.

Farsi capire da tutti

«Diffondere un’informazione non basta: bisogna anche che questa sia vista, letta e capita», sottolinea Barbora Neveršil, addetta all’informazione sui pericoli naturali all’UFAM. Nel quadro del Comitato direttivo «Intervento pericoli naturali» (LAINAT), i servizi specializzati della Confederazione stanno ad esempio valutando la possibilità di inserire sul portale Internet dei pittogrammi per facilitare la comprensione dei comportamenti da adottare in caso di pericolo. Altro fattore importante è offrire l’informazione nelle quattro lingue nazionali e in più in inglese, come fa tra l’altro l’app di MeteoSvizzera. E le persone che parlano altre lingue? «Per raggiungerle ci appoggiamo a moltiplicatori, vicini di casa, colleghi, genitori, figli oppure strutture sociali», aggiunge Barbora Neveršil. In più, ci sono gli opuscoli dell’UFAM destinati al pubblico.
Josef Eberli fa appello inoltre alla responsabilità individuale: «Sta ad ognuno di noi riflettere, informarsi su ciò che potrebbe succedere intorno a sé e vedere cosa fare per proteggere i propri cari e i propri beni. Spesso, sono le cose semplici che permettono di evitare o di ridurre i danni.»

Verso un’informazione «à la carte»

A Barbora Neveršil e Josef Eberli, le idee su come migliorare la comunicazione nel settore non mancano. «Occorre essere più presenti sui social network, lavorare di più con le immagini o con dei piccoli video», dice l’una, mentre l’altro segnala un nuovo progetto dell’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP): una nuova versione dell’applicazione Alertswiss che dovrebbe essere attivata dall’autunno 2018. Attraverso quest’app, che intende fungere da complemento alla rete di sirene d’allarme, le raccomandazioni delle autorità locali sui comportamenti da seguire non verranno diramate solo attraverso la radio, ma raggiungeranno direttamente le persone sul luogo dell’evento.

Un dispositivo efficace

Lanciato dal Consiglio federale due anni dopo le inondazioni del 2005, il progetto OWARNA (Ottimizzazione dell’allerta e dell’allarme in caso di pericoli naturali) è ora sfociato in un ambizioso catalogo di misure: miglioramento dei modelli di previsione, ampliamento delle banche dati relative all’evoluzione delle condizioni meteorologiche e all’andamento spazio-temporale dei livelli di deflusso, elaborazione di previsioni idrologiche per i maggiori corsi d’acqua, uniformazione della scala di allerta e dei gradi pericolo, ottimizzazione della prevenzione delle valanghe e degli avvisi relativi agli eventi meteorologici estremi. Il personale dei servizi interessati è stato inoltre rafforzato ed è stata creata nel 2014 una piattaforma sui pericoli naturali (www.naturgefahren.ch) destinata alla popolazione. MeteoSvizzera riprende nella sua app gli avvisi di questo portale e fornisce in base a questi le raccomandazioni sui comportamenti da adottare.

Far conoscere e adottare il comportamento giusto da seguire in caso di eventi naturali estremi presuppone tuttavia un efficace lavoro di squadra. L’UFAM, l’UFPP, l’Ufficio federale di meteorologia e climatologia (MeteoSvizzera), l’Istituto federale di ricerca per la neve, la foresta e il paesaggio (WSL), insieme all’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) e al Servizio sismico svizzero (SED) del Politecnico di Zurigo, hanno così unito le proprie conoscenze e competenze nel Comitato direttivo “Intervento pericoli naturali” (LAINAT). L’UFAM è responsabile, da parte sua, dell’allerta in caso di piene, frane ed incendi boschivi e sostiene inoltre i Cantoni nella formazione di consulenti locali in materia di pericoli naturali.

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Ultima modifica 05.09.2018

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