Siccità primavera 2011: effetti su natura e ambiente

06.05.2011 - Nei primi mesi del 2011 in molte regioni della Svizzera le precipitazioni sono state nettamente inferiori alla media stagionale. In alcuni casi i livelli dell’acqua registrano valori minimi e in tutto il Paese vi è il costante pericolo d’incendi boschivi. La siccità influisce inoltre sull’irrigazione agricola e sulla natura. A questo proposito l’UFAM risponde alle domande più frequenti che rientrano nella sua sfera di competenza.

Domande frequenti sugli effetti della siccità sui seguenti ambiti:

Acque

Qual è la situazione idrologica attuale in Svizzera?

Fiumi

  • Le portate nei bacini in cui non c'è acqua di scioglimento continuano a registrare valori ampiamente inferiori rispetto al livello solitamente osservato in questa stagione. Portate d'acqua molto ridotte sono misurate, in particolare, nei fiumi situati nell'Altopiano e nel Giura, che fanno segnare valori prossimi ai minimi registrati nel mese di maggio degli scorsi anni.
  • A seguito della quantità di neve sulle Alpi notevolmente inferiore alla media e al conseguente scioglimento ridotto, anche i maggiori corsi d'acqua sulle Alpi registrano portate inferiori alla media stagionale. Solo nei bacini situati ad altitudini elevate, ancora fortemente innevati, la portata dei corsi d'acqua corrisponde ai valori solitamente osservati in questa stagione.

Laghi

  • All'inizio di maggio 2011 i laghi ai piedi del Giura (ossia quelli di Neuchâtel, Morat e Bienne) e anche il lago di Walenstadt registrano livelli d'acqua ben inferiori alla media mensile rilevata nel corso degli anni, con valori che si mantengono uguali o inferiori ai minimi finora misurati per questa stagione.
  • Anche il livello dei laghi di Costanza e di Zugo è notevolmente inferiore alla media stagionale. La stessa situazione si ripropone attualmente sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano.
  • Gli altri laghi registrano dati nella media.

L'UFAM informa bisettimanalmente sulla situazione idrologica dei corsi e specchi d'acqua in Svizzera.

Qual è la situazione delle acque sotterranee?

La siccità ha ripercussioni anche sulle acque sotterranee, tanto che i livelli delle falde freatiche e le portate delle sorgenti continuano a essere ovunque molto bassi e in continua diminuzione. Come per i fiumi e i laghi, si rileva un deflusso basso per la stagione rispetto agli anni passati. Sono necessarie intense precipitazioni per rigenerare adeguatamente gli acquiferi. Tuttavia, anche in periodi di siccità la Svizzera dispone di risorse idriche sufficienti (reti per l'approvvigionamento idrico, acquiferi nelle grandi vallate fluviali, acque lacustri).

L'UFAM pubblica periodicamente un bollettino sulla situazione attuale delle acque sotterranee in Svizzera.

Incendio di boschi

Quali zone sono particolarmente colpite dal pericolo di incendio di boschi e quali misure hanno adottato i Cantoni?

Panoramica aggiornata sul pericolo di incendio di boschi:

L'UFAM invita alla prudenza nell'accendere fuochi all'aperto.

  • Per prevenire incendi, è indispensabile rispettare i divieti emanati dai Cantoni e le istruzioni delle autorità locali.
  • Per esempio, per le grigliate devono essere utilizzati solo focolari fissi e non si devono accendere fuochi sul terreno spoglio.

Regole generali per prevenire incendi di boschi:

Il 26 aprile 2011 a Visp un bosco di protezione è andato in fumo. Questa zona potrà continuare a svolgere la sua funzione di protezione?

Dipende dall'entità dell'incendio e dai pericoli naturali che minacciano la regione. Nei primi due o tre anni, in caso di forti precipitazioni, vi possono essere smottamenti perché la cenere in un certo qual modo sigilla il terreno. Il problema si risolve quando ricresce la vegetazione al suolo. Nei primi anni anche i tronchi parzialmente carbonizzati possono cadere a terra e precipitare a valle. Gli alberi che non sono stati completamente bruciati invece ostacolano la caduta dei massi ed esercitano quindi una funzione di protezione, che però diminuisce progressivamente. I boschi colpiti da incendi non riescono praticamente più a scongiurare il pericolo di valanghe.

Quanto tempo ci vuole prima che il bosco torni come prima?

Dipende dall'altitudine. Il bosco di Visp, situato tra i 650 e i 1500 metri, riflette una tipologia climatica di una zona intralpina, caratterizzata da estati secche. Ci vorranno circa 60 anni prima che il bosco riacquisti una certa struttura e stabilità.

Nel frattempo come è possibile garantire la sicurezza?

Ad esempio con misure transitorie, disponendo i tronchi in maniera trasversale sui pendii e impiegando dispositivi tecnici provvisori di ritenuta a valle. In un secondo tempo si deve effettuare una valutazione dettagliata dei pericoli e dei rischi, in base alla quale si possono successivamente adottare provvedimenti di protezione specifici contro frane, valanghe e smottamenti.

Che effetto hanno gli incendi di boschi su questo ecosistema?

Dopo un incendio, inizialmente crescono piante particolari, come Funaria Hygrometrica o lo spinacio-fragola e successivamente cespugli e alberi a crescita rapida come salici, pioppi e betulle.

Che ruolo svolge l'UFAM nel campo degli incendi boschivi?

L'UFAM coordina le misure dei Cantoni per prevenire gli incendi boschivi e informa le autorità e la popolazione sul ruolo e sullo stato dei boschi. Nel quadro della nuova ordinanza sull'allarme, entrata in vigore a inizio 2011, spetta all'UFAM la prevenzione a livello federale per questo tipo di incendi e il coordinamento intercantonale. In caso di eventi che interessano l'intero territorio nazionale, l'UFAM può diramare allerte all'attenzione delle autorità e della popolazione. I Cantoni invece intervengono direttamente sul campo.

La Confederazione raccomanda ai Cantoni di preparare preventivamente serbatoi con liquidi di spegnimento, reti di idranti o dispositivi tecnici per sbarrare rapidamente torrenti e ruscelli, in modo tale da disporre dell'acqua necessaria per spegnere eventuali incendi.

L'UFAM è inoltre responsabile della pubblicazione della statistica nazionale degli incendi di boschi e collabora infine con il gruppo di esperti in materia dell'Unione europea.

La Confederazione fornisce un sostegno finanziario per il ripristino delle superfici boschive colpite dagli incendi e per misure volte alla prevenzione dei pericoli naturali.

Natura

Che effetto hanno i bassi livelli d'acqua sui pesci e sugli organismi acquatici?

Per i pesci nei ruscelli più piccoli la situazione potrebbe presto diventare critica se l'acqua non scorre più e nei rigagnoli rimasti le temperature aumentano troppo per la stagione. Ne conseguono sintomi da stress e maggiori rischi di malattie.

Laddove il livello dell'acqua è troppo basso, le autorità competenti possono anche rimuovere i pesci in un determinato tronco di fiume oppure trasferirli in corsi con una portata maggiore.

In molte località di pianura la siccità ha ridotto le zone di riproduzione delle specie di pesci e anfibi che si riproducono ad inizio stagione, come ad esempio la rana rossa e il rospo comune. Molte conche lungo i corsi d'acqua e nelle vicinanze dei laghi sono secche. Per la natura la situazione potrebbe tornare alla normalità se piovesse in modo ininterrotto per diversi giorni.

Quali altri effetti ci dobbiamo attendere sulla natura?

A causa della siccità, nei boschi è possibile che i germogli secchino più rapidamente e che gli alberi giovani cadano con maggiore frequenza. La rinnovazione del bosco è resa quindi più difficoltosa.

Molti alberi sono inoltre esposti a stress da siccità e all'infestazione di parassiti, come il bostrico.

Irrigazione

Le colture agricole soffrono a causa della siccità. Quali regole valgono per l'irrigazione dei campi?

In Svizzera spetta ai Cantoni rilasciare le autorizzazioni per i prelievi d'acqua. La legge sulla protezione delle acque, in casi di emergenza, autorizza i Cantoni a oltrepassare le quantità d'acqua minime previste dalla legge, in particolare anche per l'irrigazione delle colture agricole. Le autorità cantonali devono decidere tenendo conto degli interessi dell'ecologia e di quelli dell'agricoltura.

I Cantoni non sono tenuti a notificare le loro decisioni alla Confederazione. Pertanto nemmeno l'Ufficio federale dell'ambiente ha una panoramica completa della situazione cantonale.

Quali raccomandazioni rivolge l'UFAM ai Cantoni per quanto riguarda i prelievi d'acqua?

Nel suo rapporto sulle ripercussioni della canicola del 2003 sulle acque l'UFAM afferma quanto segue:

anche nell'estate del 2003, caratterizzata da una forte siccità, i prelievi di acqua per l'irrigazione delle colture agricole hanno comportato tutta una serie di problemi. Il grande potere discrezionale dei Cantoni nel concedere le autorizzazioni e nell'ordinare i divieti ha portato a diverse modalità di gestione dei conflitti di interessi tra agricoltura e protezione delle acque.

Vi è ancora un certo margine di miglioramento nell'informazione e negli accordi intercantonali e internazionali nelle regioni di frontiera. Su entrambe le sponde delle acque transfrontaliere devono valere contemporaneamente regole analoghe, per evitare confusione da parte degli utenti.

Per le autorità sono importanti buone basi decisionali (conoscenza dei corsi d'acqua, reale fabbisogno idrico delle colture agricole, effetti della penuria d'acqua ecc.), un'adeguata pianificazione delle emergenze (da dove si deve attingere l'acqua e dove è meglio evitare, quando si deve irrigare ecc.), nonché l'efficace comunicazione delle decisioni adottate.

La necessità d'intervento caratterizza soprattutto le regioni senza laghi e grandi corsi d'acqua: come conseguenza del fabbisogno idrico in agricoltura, i conflitti osservati nel 2003 si potrebbero ripresentare anche in futuro, in caso di condizioni meteorologiche analoghe.

Esistono buoni esempi per gestire i prelievi di acqua?

Nel 1997 la pubblicazione dell'ex UFAFP sui deflussi residuali nei corsi d'acqua e i prelievi d'acqua destinati in particolare all'irrigazione mostra ai Cantoni come procedere per riuscire a rispettare le prescrizioni sui deflussi residuali anche durante i periodi di siccità:

La Svizzera necessita di una strategia sull'acqua?

Il Parlamento ha risposto affermativamente a questa domanda. Il 1° ottobre 2010 il Consiglio nazionale ha trasmesso il postulato di Hansjörg Walter "Acqua e agricoltura. Le sfide del futuro". L'intervento chiede di elaborare una strategia nazionale di gestione dell'acqua riferita agli utenti principali. La strategia prevede regole per la distribuzione idrica in casi di scarsità d'acqua sia a breve termine per i periodi di siccità (come nel 2003) che a lungo termine tenendo conto dei cambiamenti climatici. Al contempo, si devono definire regole per gestire il conflitto fra gli interessi di protezione e quelli di utilizzazione. Il postulato ipotizza inoltre anche un'eventuale modifica delle disposizioni legali, nel caso in cui questa fosse necessaria per implementare questa particolare strategia.

L'UFAM è chiamato a rispondere al postulato. La strategia deve inoltre essere elaborata nell'ambito di un processo che vede la partecipazione delle organizzazioni e degli attori coinvolti.

Estate canicolare / Smog estivo

Vista la primavera secca, c'è il rischio che si ripeta l'estate canicolare del 2003 o del 1976?

Non è possibile rispondere a questa domanda. In primo luogo una grande siccità non significa automaticamente una grande canicola e, in secondo luogo, l'evoluzione dipende solo dal tempo meteorologico, che si può prevedere con qualche giorno di anticipo. Un periodo prolungato di precipitazioni abbondanti può bastare per colmare questo deficit di acqua.

A causa delle temperature elevate aumentano le concentrazioni di ozono? Ci dobbiamo aspettare un'estate con forti concentrazioni di ozono?

Il forte soleggiamento e la sporadica assenza di vento incrementano la produzione di ozono. Al momento è impossibile prevedere se quest'estate la percentuale di ozono sarà elevata.

Dipende dall'evoluzione meteorologica. Negli ultimi anni le estati sono state caratterizzate da venti provenienti da ovest che hanno evitato la formazione di ozono grazie agli improvvisi cambiamenti meteorologici e alle precipitazioni regolari.

Risposte alle domande più frequenti sul tema dell'ozono:

Clima

La grande siccità primaverile è un segnale dei cambiamenti climatici?

Il 2011, per quanto sappiamo finora, è uno dei dieci anni più secchi dall'inizio dei rilevamenti meteorologici sistematici nel 1864. L'attuale siccità va considerata un evento estremo raro ma non impossibile, date le attuali condizioni climatiche. Da un caso sporadico non si possono trarre conclusioni sui cambiamenti del clima. Invece i modelli climatici mostrano che entro la fine del secolo il clima cambierà in maniera significativa: a causa del riscaldamento annuo ci attendono minori precipitazioni e in generale periodi di siccità più lunghi e più frequenti in estate.

Che strategie adotta la Svizzera per fronteggiare l'aumento della siccità sul lungo periodo?

Mediamente in Svizzera si utilizza solo una minima percentuale dell'acqua disponibile ogni anno e sono a disposizione grandi scorte in ghiacciai, laghi e acque sotterranee. Tuttavia la penuria d'acqua è sempre più spesso un fenomeno locale e stagionale. La questione della ripartizione idrica tra i vari utenti in competizione (agricoltura, produzione energetica, raffreddamento) diventa fondamentale nel quadro della strategia di adattamento ai cambiamenti climatici nel settore delle acque pubbliche. Risulta dunque opportuna una distinzione tra acqua potabile e acqua a uso industriale. Nel primo caso l'approvvigionamento può risolvere la penuria grazie al collegamento alla rete e alla regionalizzazione, nonché allo sfruttamento di nuove risorse (depurazione dell'acqua dei laghi per produrre acqua potabile). Nel secondo caso invece sono allo studio nuove strategie e soluzioni. Se non si potessero più utilizzare le risorse dei corsi d'acqua di piccole e medie dimensioni, a causa della ridotta portata d'acqua, ad esempio per l'irrigazione agricola, si prospettano diversi scenari: il miglioramento della tecnica d'irrigazione, la coltivazione di colture che necessitano di meno acqua e la realizzazione di infrastrutture per il trasferimento idrico a livello regionale. Questo presuppone peraltro una gestione quantitativa a scala di bacino che coinvolge tutti i settori nella gestione delle acque. Nel gennaio 2011 l'Agenda 21 per l'acqua, diretta dall'UFAM, ha pubblicato le linee guida per una gestione integrata in Svizzera:

Contatto
Ultima modifica 19.05.2011

Inizio pagina

https://www.bafu.admin.ch/content/bafu/it/home/temi/acque/dossier/siccita-primavera-2011--effetti-su-natura-e-ambiente.html