Riscaldare con la legna, ma correttamente

13.11.2023 – Molti ritengono che riscaldare con la legna sia rispettoso del clima ed ecologico. È vero, ma solo se l’impianto di riscaldamento a legna è utilizzato in modo ottimale. Altrimenti genera nuvole di fumo contenenti sostanze nocive sia per l’uomo che per l’ambiente. La buona notizia è che utilizzare un impianto di riscaldamento a legna in modo ecocompatibile è possibile.

In inverno, gli impianti di riscaldamento funzionano a pieno ritmo e spesso causano più della metà dell'inquinamento da particolato.
In inverno, gli impianti di riscaldamento a legna funzionano a pieno ritmo e spesso causano più della metà dell'inquinamento da particolato. © ky

Gli appartamenti e le case sono sempre più riscaldati a legna a causa dell'incertezza dell'approvvigionamento energetico e per motivi di protezione del clima. Da un lato, gli impianti a olio e a gas sono sempre più spesso sostituiti con caldaie a legna. Dall’altro, caminetti, stufe tradizionali o in maiolica e focolari a legna riscuotono un successo sempre maggiore. Pertanto, si utilizzano meno olio e gas e quindi si generano meno emissioni di CO2 di origine fossile. Per contro, gli impianti di riscaldamento a legna emettono nell’atmosfera più sostanze inquinanti quali le polveri fini. Gli effetti negativi sulla qualità dell’aria possono essere ridotti tenendo conto di alcuni importanti aspetti.  


Gli impianti di riscaldamento a legna sono rispettosi del clima ed ecologici?

Il carbonio legato nell’olio da riscaldamento e nel gas naturale è stato catturato dall’atmosfera centinaia di migliaia di anni fa a seguito della crescita delle piante e immagazzinato nella crosta terrestre dopo la loro morte. Quando questi combustibili fossili bruciano, il carbonio in essi contenuto finisce nell’atmosfera sotto forma di biossido di carbonio (CO2). L’emissione di questo CO2 supplementare accentua l’effetto serra all’origine del riscaldamento globale del clima.

Anche la combustione di legna genera emissioni di CO2, ma solo nella quantità corrispondente a quella catturata dall’albero durante la sua crescita con la fotosintesi. Il combustibile legno è pertanto neutro dal punto di vista climatico per quanto attiene alle emissioni di CO2 a condizione che non venga bruciata più legna di quanto ne cresca nello stesso lasso di tempo. Il bilancio delle emissioni di gas serra peggiora se per la raccolta, la lavorazione e il trasporto si utilizzano vettori energetici fossili. Il miglior effetto del legno sul clima è il suo utilizzo quale materiale da costruzione. In tal modo, il CO2 catturato dall’atmosfera rimane sequestrato per molto tempo nel legno.

Di regola, la combustione del legno non è completa e genera in parte notevoli emissioni di metano e protossido di azoto, due gas climalteranti. Inoltre, si formano inquinanti atmosferici quali il monossido di carbonio, un gas tossico, la fuliggine e composti organici, tra i quali gli idrocarburi policiclici aromatici (PAH), delle sostanze cancerogene. Infine, la combustione del legno produce quantità considerevoli di polveri fini.

Il legno trattato non deve essere bruciato in stufe e caminetti.
Il legno trattato non deve essere bruciato in stufe e caminetti.
© Joël Käser/BAFU

Nel complesso, nel 2021 in Svizzera la combustione del legno è stata all’origine di circa un ottavo delle emissioni totali di particelle fini con un diametro inferiore a 10 micrometri (PM10) e addirittura di un quarto di quelle con un diametro inferiore a 2,5 micrometri (PM2.5). Se inspirate, queste particelle molto fini, invisibili a occhio nudo, possono penetrare nei polmoni o addirittura nel flusso sanguigno, nuocendo alla salute. Malattie alle vie respiratorie e cardiovascolari possono esserne la conseguenza. Inoltre, le polveri fini sono cancerogene.

Nonostante vi si bruci solo circa il 15 per cento del legno, gli impianti di riscaldamento a legna per ambienti quali caminetti, stufe tradizionali e in maiolica e focolari sono responsabili di circa il 40 per cento delle emissioni di PM10 e di PM2.5 generate da questo genere di impianti. Pertanto, emettono una quantità sproporzionata di polveri fini rispetto all’energia ricavata.

Riscaldare a legna causa un inquinamento atmosferico, climatico e ambientale più o meno importante a seconda di come viene bruciata la legna. Per contenere al massimo gli effetti dannosi occorrono impianti di riscaldamento moderni conformi allo stato della tecnica, i quali devono essere azionati correttamente e alimentati con legna adeguata.

Impianti di riscaldamento efficienti e a basse emissioni

Per poter essere messi in commercio, gli impianti di riscaldamento per ambienti e le caldaie a legna con una potenza fino a 500 kW devono rispettare le esigenze dell’ordinanza sull’efficienza energetica (OEEne) e, durante l’esercizio, quelle dell’ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (OIAt). Le singole esigenze sono riassunte in una scheda (tab. 6: panoramica, tab. 7: valori limite durante l’esercizio, tab. 9 e 11: esigenze e valori limite per la messa in commercio):

Le autorità cantonali o comunali verificano ogni quattro anni nel quadro di una misurazione conforme alle disposizioni dell’OIAt le emissioni di inquinanti generate dalle piccole caldaie a legna presenti ad esempio nelle case mono- o plurifamiliari. Per gli impianti di riscaldamento per ambienti si tratta di un controllo visivo dell’impianto, della cenere e del deposito per la legna.

Sovente, per rispettare i valori limite dell’OIAt occorre applicare dei filtri antipolveri agli impianti di riscaldamento di grandi dimensioni. Questi filtri sono disponibili anche per le caldaie con potenza ridotta e gli impianti di riscaldamento per ambienti e sono in grado di trattenere fino al 95 per cento delle polveri fini.

Vale pertanto il principio secondo cui più grande è l’impianto e più il suo utilizzo è professionale, più le emissioni devono essere basse. Questo principio si rispecchia anche nei valori limite sanciti nell’OIAt, ad esempio per quanto riguarda il monossido di carbonio, le polveri fini o gli ossidi di azoto: più grande è l’impianto, più le prescrizioni sono severe.

Combustibili adeguati

Nelle caldaie a legna e negli impianti di riscaldamento per ambienti possono essere bruciati esclusivamente combustibili legnosi naturali, non trattati e adatti per il tipo di combustione (legna in pezzi, cippato, pellet). Il combustibile deve inoltre essere secco e conservato correttamente.

L’associazione Energia legno Svizzera ha riassunto in una scheda quali combustibili sono adeguati e ammessi per quale impianto di riscaldamento:

Negli impianti di riscaldamento per ambienti e nelle caldaie è vietato bruciare legno usato e rifiuti di ogni genere. La combustione di legna trattata con prodotti di protezione o verniciata può generare diossine e furani, delle sostanze altamente tossiche. Anche la combustione di carta, cartone e imballaggi in plastica produce emissioni di sostanze inquinanti molto dannose per la salute, genera puzza e mette in pericolo i gestori e il vicinato. Per questi motivi è vietata. Energia legno Svizzera illustra come distinguere i combustibili legnosi adeguati dai rifiuti nella scheda seguente:

Pezzi di legno impilati
Pezzi di legno impilati © Energia legno Svizzera

Funzionamento corretto degli impianti

Le caldaie sono impianti semi- o interamente automatici. Se si seguono le istruzioni per l’uso e si utilizza combustibile legnoso adeguato, negli impianti moderni è possibile evitare emissioni elevate. La manutenzione periodica deve essere affidata a uno specialista.

Per funzionare a basse emissioni e per un utilizzo ottimale dell’energia contenuta nella legna, gli impianti di riscaldamento per ambienti richiedono maggiori attenzioni. Determinante è l’accensione corretta del fuoco, poiché è questo il momento in cui si generano più polveri fini. Nella maggior parte dei casi, l’accensione dall’alto rappresenta la variante a più basse emissioni. Energia legno Svizzera mette a disposizione un video tutoriale e altri strumenti ausiliari illustrati per un’accensione corretta del fuoco.

Le stufe a legna utilizzate solo per il comfort o l’intimità (e non per il riscaldamento) non dovrebbero essere accese o esserlo solo in misura limitata in caso di inversione termica con un’elevata pressione atmosferica come pure nei fondivalle e negli avvallamenti.

Pulizia, consulenza ed esecuzione delle prescrizioni

Gli spazzacamini, i controllori della combustione e gli specialisti della costruzione di impianti di riscaldamento forniscono volentieri consulenza sull’utilizzo ottimale dell’impianto a legna. Gli impianti utilizzati spesso devono essere puliti e mantenuti periodicamente. Se si rimette in funzione un impianto di riscaldamento per ambienti non più utilizzato da tempo, lo spazzacamino deve innanzitutto verificarne lo stato e, se del caso, pulirlo.

L’attuazione delle prescrizioni legali dell’OIAt è di competenza delle autorità cantonali. In caso di inquinamento eccessivo nell’ambiente circostante causato da uno o più impianti di riscaldamento a legna, deve essere contattata l’autorità cantonale o comunale preposta.

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Ultima modifica 13.11.2023

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