Consumo delle risorse

L’acqua, il suolo, l’aria pulita, le risorse minerarie e la stabilità climatica sono risorse naturali sulle quali si fonda la nostra qualità di vita. Da studi emerge che tali risorse vengono utilizzate in misura eccessiva e che, in futuro, questa pressione potrebbe intensificarsi ancora a causa dell’ulteriore crescita del volume economico e della popolazione mondiale.


Impronta ambientale

Pur avendo aumentato la propria efficienza, la Svizzera è ancora ben lontana dal fare un uso sostenibile delle risorse naturali. Con il suo elevato consumo pro capite, contribuisce anch’essa al consumo globale di risorse naturali, che minaccia la stabilità climatica e gli ecosistemi a livello mondiale.

L’inquinamento ambientale legato al consumo finale della Svizzera può essere stimato mediante i cosiddetti «indicatori delle impronte ambientali». Questi indicatori contemplano tutte le ripercussioni ambientali, in Svizzera e all’estero, che scaturiscono dalla domanda finale nel nostro Paese. Tengono conto dell’intera catena di approvvigionamento dei prodotti consumati, mentre escludono le esportazioni, dal momento che rientrano nella domanda di altri Paesi.

L’UFAM e l’Ufficio federale di statistica calcolano le impronte ambientali delle emissioni di gas serra, dell’utilizzo di materiali, del consumo idrico, delle eccedenze di azoto, della pressione sulla biodiversità nonché dell’impatto ambientale totale. Oltre due terzi dell’impatto ambientale totale generato dalla domanda finale svizzera non sono prodotti sul nostro territorio, bensì all’estero.

Attualmente, circa il 60 per cento dell’impatto ambientale causato dai consumi svizzeri è riconducibile principalmente a tre settori:

  • edilizia e alloggio;
  • agricoltura e alimentazione;
  • mobilità.

Per rappresentare l’elevato consumo di risorse naturali, spesso si utilizza l’ormai nota «impronta ecologica» del Global Footprint Network (GFN). Questo indicatore riassume in un’unica cifra le superfici boschive (teoricamente) necessarie per compensare le emissioni di CO2, l’utilizzo diretto del suolo nonché la cattura di pesce non da allevamento e la compara con la biocapacità pro capite teoricamente disponibile del pianeta. Secondo questo calcolo, se tutti gli abitanti della Terra avessero lo stesso tenore di vita della popolazione svizzera, sarebbe necessaria una superficie pari a oltre due volte quella del nostro pianeta.

Tuttavia, l’«impronta ecologica» non costituisce un indicatore ambientale completo: infatti, non tiene conto, tra l’altro, del consumo di acqua dolce, della perdita di biodiversità o dell’inquinamento ambientale dovuto a inquinanti atmosferici, metalli pesanti e azoto. Inoltre, utilizzando questo indicatore si finisce per sottostimare la necessità di intervento e per non avere un riferimento ai campi d’intervento concreti. Se si comparasse l’impronta ecologica di un Paese con la sua stessa biocapacità, invece che con quella di tutta la Terra, ogni persona otterrebbe un budget di risorse diverso a seconda della superficie utile pro capite disponibile nel proprio Paese.


Hotspot ambientali nella catena di approvvigionamento delle aziende svizzere

Al giorno d’oggi le aziende sono fortemente interconnesse, con catene di approvvigionamento che spesso attraversano l’intero globo. Di conseguenza, anche gli impatti ambientali che scaturiscono dalla produzione di merci si distribuiscono in tutto il mondo. L’impatto ambientale legato alla catena di approvvigionamento di un’azienda è spesso superiore a quello causato dalla stessa sul posto. Alle aziende viene pertanto chiesto sempre più di illustrare in modo trasparente l’impatto ambientale nelle proprie catene di approvvigionamento e di ridurlo.

Uno studio commissionato dall’UFAM illustra gli hotspot ambientali nella catena di approvvigionamento di otto settori economici svizzeri rilevanti che vi hanno preso parte, ossia:

  • industria chimica;
  • industria meccanica;
  • immobili ed edilizia;
  • sanità e assistenza sociale;
  • commercio alimentare;
  • lavorazione della carne;
  • commercio di abbigliamento, prodotti tessili e calzature;
  • commercio di elettrodomestici.

I calcoli sono stati effettuati con l’ausilio di un modello economico input-output ampliato.

L’atlante delle catene di approvvigionamento svizzere («Umweltatlas Lieferketten Schweiz») offre un’elaborazione grafica dei risultati dello studio.

I risultati illustrano gli impatti ambientali causati dai settori in esame lungo la catena di approvvigionamento, vale a dire dall’estrazione delle materie prime necessarie, alla trasformazione a monte della catena di creazione del valore fino ai fornitori diretti. Inoltre, per ogni settore analizzato, l’atlante fornisce indicazioni per stabilire approssimativamente un livello ecologico compatibile con i limiti del pianeta.


Il concetto di «limiti del pianeta»

Lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali sta spingendo i sistemi ambientali del pianeta Terra ai limiti della propria stabilità. Il concetto di «limiti del pianeta» (planetary boundaries), pubblicato nel 2009 da una comunità internazionale di ricercatori e da allora continuamente sviluppato, spiega dove ciò si verifica e in che misura. Esso tiene conto di nove dimensioni ecologiche importanti per il sistema Terra e dei relativi limiti, il cui superamento potrebbe avere conseguenze gravi per l’umanità e il sistema stesso. A livello mondiale, vengono superati almeno sei dei nove limiti del pianeta, ovvero cambiamenti climatici, cambiamenti di uso del suolo (in particolare, disboscamento), eccedenze di azoto e fosforo, modifica dei sistemi di acqua dolce (acqua piovana disponibile per le piante, «green water»), acque sotterranee e superficiali («blue water») e sovraccarico da nuovi tipi di sostanze.

Il rapporto menzionato di seguito valuta una selezione di impronte ambientali per l’Europa sulla base del concetto di «limiti del pianeta», nonché vari approcci per tradurre i valori soglia globali a livello europeo.

Is Europe living within the limits of our planet? (Summary) (PDF, 6 MB, 06.01.2025)An assessment of Europe’s environmental footprints in relation to planetary boundaries

Assessing Environmental Footprints on a Limited Planet (PDF, 10 MB, 16.04.2020)Study commissioned by the Federal Office for the Environment (FOEN)

Quali approcci portano a un’economia che utilizza le risorse di un solo pianeta? Il rapporto «One Planet Approaches» fornisce una panoramica di vari approcci.

One Planet Approaches (PDF, 67 MB, 28.11.2017)Methodology Mapping and Pathways Forward. Supported by FOEN.

One Planet Approaches (PDF, 10 MB, 28.11.2017)Executive summary. Supported by FOEN.


Misurazione dei progressi 

Sono disponibili vari rapporti e set di indicatori che forniscono informazioni relativamente all’impatto delle modalità di consumo e di produzione sull’ambiente e ai progressi compiuti in questo senso:

Inoltre, esistono misurazioni dei progressi relative a temi specifici, come la rendicontazione nazionale e internazionale sul clima.


Obiettivi ambientali delle imprese in Svizzera

Quali obiettivi ambientali si pongono le aziende svizzere? Lo studio condotto da engageability in collaborazione con la Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale (FHNW), su mandato dell’UFAM, fornisce delle risposte in merito. 

Per la stesura del Focused Reporting Benchmark 2021, i cui risultati sono stati confrontati con le analisi del 2017 e del 2019, sono state analizzate 151 aziende. Lo studio è stato incentrato sui loro obiettivi e sui loro reporting ambientali. Dai risultati si evince che, nel fissare i propri obiettivi ambientali, le aziende pongono l’attenzione perlopiù sulla propria attività e troppo poco sulla catena di approvvigionamento, che è invece la causa principale del loro impatto ambientale (v. sopra «Hotspot ambientali nella catena di approvvigionamento delle aziende svizzere». Inoltre, gli obiettivi si riferiscono principalmente al clima, trascurando altre questioni rilevanti come la biodiversità, le acque o l’inquinamento atmosferico. Lo studio fornisce anche esempi di buone pratiche adottate da aziende per quanto riguarda il reporting e la definizione degli obiettivi.


Regolamento UE sui prodotti a deforestazione zero (EUDR)

Sono interessate le materie prime caffè, cacao, soia, olio di palma, bovini, gomma e legno nonché i prodotti che ne derivano, come cioccolato, capsule di caffè, mobili, carta o pneumatici. L'EUDR contiene disposizioni relative all'immissione sul mercato e alla fornitura di materie prime e prodotti rilevanti nell'UE. Le imprese svizzere che esportano nell'UE materie prime o prodotti rilevanti ai sensi dell'EUDR sono soggette all'EUDR. Questo sito web fornisce informazioni sul EUDR per le imprese svizzere dal punto di vista dell'Amministrazione federale. 

Regolamento UE sui prodotti a deforestazione zero (EUDR)


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Ultima modifica 02.09.2025

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