Politiche economiche internazionali e ambiente

Circa tre quarti dell’impatto ambientale legato alla domanda finale in Svizzera sono causati all’estero da beni e materie prime importate. È perciò importante tenere conto anche dell’impatto ambientale da noi causato fuori dai confini del nostro Paese. L’UFAM partecipa a iniziative internazionali a favore di un’economia verde e rispettosa delle risorse e scambia esperienze con altri programmi nazionali; un impegno che testimonia la responsabilità ecologica della Svizzera e giova anche ai suoi interessi economici e sociali.

Diverse organizzazioni internazionali cui la Svizzera aderisce o con cui è in stretto contatto sono orientate verso un’economia mondiale verde. La spinta è venuta dalla crisi finanziaria ed economica del 2008, ma a motivarle all’azione sono stati soprattutto i problemi ambientali mondiali e la crescente rarefazione delle risorse naturali.

I seguenti processi sono prioritari per la Svizzera:


 

Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG) sono l’elemento centrale dell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, adottata a fine settembre 2015 dai Paesi membri nel quadro dell’Assemblea generale dell’ONU. Gli SDG sono obiettivi politici per uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale nei prossimi 15 anni. Includono 17 obiettivi principali (Goals) concretizzati con 169 obiettivi secondari (Targets). L’Agenda 2030, valida a livello mondiale, sostituisce gli obiettivi di sviluppo del millennio. La Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio+20) tenutasi nel 2012 ha stabilito il mandato negoziale per l’adozione dell’Agenda 2030.


UNEP  

Green Growth Knowledge Partnership (GGKP)

Istituita congiuntamente da UNEP, OCSE, Banca mondiale e GGGI nel 2012, la GGKP ha lo scopo di mettere a disposizione di gruppi d’interesse rilevanti conoscenze nell’ambito della crescita verde e delle relative misure politiche. Le conoscenze teoriche e le esperienze pratiche sono raccolte o elaborate attraverso tre piattaforme (Green Growth Knowledge Platform, Green Industry Platform, Green Finance Platform) e rese accessibili agli Stati interessati. Inoltre, attraverso le tre piattaforme, il partenariato sostiene i governi nell’attuazione di misure a favore di una politica ecologica. Il segretariato della GGKP ha sede a Ginevra.

Partnership for Action on Green Economy (PAGE)

PAGE è un partenariato di quattro istituzioni delle Nazioni Unite: UNEP, ILO, UNIDO e UNITAR. È stato avviato in occasione della Conferenza sullo sviluppo sostenibile Rio+20 e rappresenta una sorta di sportello per le domande dei governi in materia di economia verde. Inoltre, si occupa di coordinare le competenze delle diverse istituzioni membro, in modo da poter fornire risposte mirate ai quesiti presentati. Infine, PAGE accompagna diversi Paesi nelle fasi di pianificazione e di sviluppo di politiche a favore di un’economia verde e contribuisce allo sviluppo e all’integrazione di tali politiche a livello mondiale.

International Resource Panel (IRP)

Istituito nel 2007, l’International Resource Panel si occupa di elaborare le basi scientifiche per i decisori politici al fine di un utilizzo ecologico e sostenibile delle risorse e di trovare soluzioni per disaccoppiare crescita economica e sovra sfruttamento delle risorse. Questo gruppo di esperti è composto da un’équipe di ricercatori eminenti provenienti dai settori delle scienze naturali ed economiche e ha operato segnatamente in materia di governance del settore dell’estrazione mineraria.

World Resource Forum

Il World Resource Forum (WRF) è una piattaforma internazionale dedicata al tema dell’utilizzo e del consumo delle risorse nel mondo. Comprende attori economici, scientifici e politici, i quali si riuniscono ogni due anni in Svizzera, a Ginevra, e gli altri anni in altre parti del mondo.

Batumi BIG-E

In occasione dell’ottava conferenza ministeriale dell’UNECE «Un ambiente per l’Europa» tenutasi a Batumi, in Georgia, dall’8 al 10 giugno 2016, gli Stati hanno adottato un quadro strategico per l’economia verde valido fino al 2030. Per l’attuazione di questo piano operativo è stata elaborata, sotto la direzione della Svizzera, l’Iniziativa di Batumi per un’economia verde (BIG-E). Tale iniziativa raggruppa una serie di impegni volontari per un’economia verde presentati dalle organizzazioni e dagli Stati interessati: ad oggi, 27 Paesi e 13 organizzazioni hanno presentato più di 120 progetti. La Svizzera ha delineato 5 piani già in fase di attuazione relativi all’ambito delle tecnologie ambientali, del fosforo e dell’efficienza delle risorse nelle imprese (Reffnet).

10 Years Framework for Sustainable Consumption and Production (10YFP/One Planet Network)

Durante la Conferenza sullo sviluppo sostenibile Rio+20 è stato approvato il programma decennale (2012-2022) per un comportamento di consumo e di produzione sostenibile (10YFP). Si tratta di uno strumento concreto per la promozione di modelli di consumo e di produzione sostenibili che permette il passaggio a un’economia verde. La Svizzera ha partecipato attivamente al Processo di Marrakech, durante il quale è stato elaborato il programma 10YFP, e aveva assunto la direzione del gruppo di lavoro sul tema degli appalti pubblici sostenibili. La funzione di segretariato del 10YFP è svolta dall’UNEP. La Svizzera ha assunto la condirezione del programma 10YFP per sistemi alimentari sostenibili. L’UFAM continua a coordinare i lavori del 10YFP sul piano strategico attraverso la sua rappresentanza nel comitato direttivo e tramite il punto di contatto nazionale.


OCSE: Green Growth Strategy

L’OCSE ha sviluppato una strategia di crescita verde. Il 25 maggio 2011 il Consiglio dei ministri dell’OCSE ha approvato le raccomandazioni all’attenzione dei Paesi membri che indicano come questi, attuando strumenti politici adeguati, possono ottenere una crescita economica con una maggiore efficienza nell’uso delle risorse, ad esempio impiegando il principio della verità dei costi ecologici o attraverso la promozione specifica delle innovazioni.

L’attività dell’OCSE si concentra sull’assistenza dei Paesi nell’ambito del passaggio a un’economia verde, in particolare mediante raccomandazioni sui controlli in materia di politica di crescita, degli investimenti e ambientale.


Il «Green Deal» europeo

Con il 7° Programma d’azione per l’ambiente, l’UE persegue l’obiettivo di «Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta».

L’11 dicembre 2019 la Commissione europea ha presentato il Green Deal europeo, un documento strategico contenente una tabella di marcia per l’adozione di misure che consentirà all’Europa di diventare il primo continente neutro dal punto di vista climatico. Tuttavia, la Commissione europea sottolinea anche che la politica climatica, da sola, non è sufficiente. Occorre proteggere tutte le risorse naturali. Il Green Deal si rivolge quindi ai settori particolarmente rilevanti dal punto di vista ambientale, quali l’alimentazione, l’alloggio e la mobilità. Secondo la Commissione europea, per giungere a un’economia circolare competitiva sono necessari più misure intersettoriali, innovazione e ricerca come pure una politica industriale diversa e maggiori investimenti sostenibili. In linea di principio, i regolamenti dell’UE, i progetti d’investimento, il bilancio europeo e, in collaborazione con gli Stati membri, i bilanci nazionali devono essere esaminati in funzione delle nuove priorità. La sostenibilità deve essere integrata in tutti i settori politici dell’UE.

Nel marzo 2020, la Commissione ha presentato una nuova strategia per un’economia circolare che pone maggiore enfasi sulla progettazione, la produzione e la responsabilizzazione dei consumatori, piuttosto che sul semplice riciclaggio. Importante è anche la Strategia europea per la plastica nell’economia circolare del 2018, che prevede obiettivi quantificabili entro il 2030 ad esempio per quanto concerne il riciclaggio o il riutilizzo degli imballaggi in plastica. Dal luglio 2021, gli Stati membri dovranno vietare determinati prodotti monouso. Tra le altre misure previste vi sono requisiti più severi per la progettazione dei prodotti, lo sviluppo di standard di qualità e la creazione di meccanismi di controllo adeguati e periodici. Segnali chiari mobiliteranno investimenti in soluzioni orientate all’economia circolare e favoriranno la conclusione di accordi ambiziosi e autoresponsabili da parte dell’industria. Infine, la Strategia per la bioeconomia, del 2018, favorisce l’uso sostenibile e orientato all’economia circolare delle materie prime biogene.

Con il suo pacchetto di misure sull'economia circolare approvato il 2 dicembre 2015, la Commissione europea intende sostenere le imprese europee e i consumatori nel passaggio a un'economia più competitiva e più orientata al circuito chiuso. Il pacchetto include anche delle proposte legislative con le percentuali di riciclaggio auspicate per i rifiuti e una comunicazione che comprende un ampio piano d'azione con più di 50 misure, che deve essere attuato entro il 2020.


Altri processi internazionali

UNEP Inquiry Design of a Sustainable Financial system

Nel 2014 il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) ha avviato, grazie soprattutto al sostegno della Svizzera, un’inchiesta globale per il concepimento di un sistema finanziario sostenibile. L’obiettivo era quello di ottenere degli esempi di buone pratiche ed esperienze di vari Paesi, nonché definire delle strategie mirate per allineare il sistema finanziario con le esigenze dello sviluppo sostenibile. I lavori relativi all’inchiesta costituiscono un buon punto di partenza per le prossime fasi, che dovranno stabilire un sistema finanziario sostenibile a livello sia nazionale che internazionale.

World Business Council for Sustainable Development (WBCSD)

Dal 2010 il WBCSD dispone ad esempio di una «Vision 2050», una nuova agenda destinata alle imprese in cui i leader di venti importanti settori industriali abbozzano la loro visione ideale di un’economia mondiale prospera, capace di fornire cibo, acqua pulita, spazi abitativi, servizi igienici, educazione, sanità e trasporti ai circa 9 miliardi di abitanti della Terra. È stato avviato un piano d’azione «Action 2020» per lo sviluppo sostenibile con obiettivi intermedi fino al 2020 e misure in nove ambiti prioritari (p. es. clima, ecosistemi, stili di vita sostenibili).

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Ultima modifica 19.06.2020

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