I catasti dei siti inquinati federali e cantonali sono stati finalizzati e possono essere consultati in Internet. Complessivamente sono registrati circa 38 000 siti inquinati, di cui circa 4000 devono essere risanati («siti contaminati»). Più di 1800 siti sono nel frattempo già stati risanati.
Dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso, i Cantoni, il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), l'Ufficio federale dell'aviazione civile (UFAC) e l'Ufficio federale dei trasporti (UFT) stanno allestendo con grande impegno i rispettivi catasti dei siti inquinati. Nel frattempo tutti i catasti dei siti inquinati sono stati finalizzati e possono essere consultati in Internet:
Tipi di sito
Complessivamente, i siti inquinati sono circa 38 000, di cui circa 4000 devono essere risanati («siti contaminati»). Poco meno del 40 per cento di queste iscrizioni riguarda siti di deposito, quasi il 50 per cento siti aziendali, circa il 10 per cento impianti e piazze di tiro e l'1 per cento siti di incidenti.
Superficie complessiva
La superficie complessiva di tutti i siti inquinati è pari a circa 225 chilometri quadrati, ossia praticamente la superficie del Canton Zugo.
Ripartizione geografica
I due terzi circa dei siti inquinati si trovano, come era da prevedere, sull'Altipiano. La densità demografica e le attività economiche sono infatti preponderanti in questa parte del nostro Paese. Il 14 per cento dei siti inquinati si trova nel Giura svizzero, mentre il rimanente 23 per cento è ripartito sul resto del territorio nazionale.
Ripartizione sui settori di protezione delle acque sotterranee
Nell'Altipiano si trovano anche le principali riserve idriche del nostro Paese, ciò che esercita una forte pressione sulle acque sotterranee, un bene da proteggere: Complessivamente, il 60 per cento circa dei siti inquinati si trova infatti in una zona di acque sotterranee utilizzabili, ossia in un settore di protezione delle acque o addirittura in una zona di protezione delle acque sotterranee.
Stato dei siti inquinati secondo la OSiti
Dopo l'iscrizione nel catasto, le autorità decidono innanzitutto se il sito inquinato potrebbe provocare effetti negativi sull'ambiente. Se del caso, il sito deve essere sottoposto a un'indagine storica e tecnica conformemente all'ordinanza sui siti contaminati. In seguito sarà possibile decidere se il sito deve essere sorvegliato o risanato o se non sono necessarie misure supplementari ai sensi della legislazione in materia.
Dalla valutazione delle autorità esecutive si evince che per oltre la metà (53%) dei siti inquinati non sono necessarie indagini in quanto non si prevedono pericoli per l'ambiente. Per un ulteriore 29 per cento dei siti, l'indagine effettuata non ha evidenziato necessità di sorveglianza o di risanamento. Dal punto di vista della legislazione in materia, per più di tre quarti dei siti non sono dunque necessarie misure supplementari.
Circa 4200 siti sono ancora oggetto di indagini sull'impatto ambientale o lo saranno nei prossimi anni. Per il momento, sulla base dei risultati finora disponibili, il 2 per cento dei siti è sotto sorveglianza e il 5 per cento dovrà essere risanato. Al termine delle indagini si calcola che saranno circa 4000 i siti da risanare («siti contaminati»), di cui più di 1800 sono nel frattempo stati risanati. La valutazione dei risanamenti effettuati dimostra che la maggior parte dei siti contaminati viene risanato mediante lo scavo e lo smaltimento. Solo un quinto circa dei risanamenti prevede l'impiego di circoscrizioni o procedure in situ (Pump&Treat, trattamento microbiologico ecc.).
La gestione dei siti inquinati progredisce anche in Svizzera
Complessivamente, le valutazioni mostrano un quadro positivo. In Svizzera esistono di fatto meno siti inquinati di quanto lasciava presupporre una stima iniziale. I lavori di gestione dei siti inquinati eseguiti dalle autorità esecutive si trovano già in una fase molto avanzata, rispetto anche ai Paesi confinanti.
È tuttavia improbabile che l'obiettivo di poter completare il risanamento di tutti i siti contaminati entro il 2045 possa essere raggiunto mantenendo il ritmo attuale.
Sono quindi necessari ulteriori grandi sforzi nella gestione dei siti contaminati per raggiungere gli obiettivi pianificati e per portare in avanti con successo i progetti impegnativi e talvolta molto costosi che ci attendono.
I contributi provenienti dal fondo OTaRSi, destinati, a determinate condizioni, anche alla gestione dei siti inquinati, consentono di ridurre il carico finanziario della collettività e costituiscono incentivi a compiere con celerità i passi necessari.
Ultima modifica 27.04.2023