Il caldo estremo di aprile causa un rapido scioglimento della neve sulle Alpi: c’è ancora il rischio di piene in primavera?

02.05.2018 – All’inizio di aprile sulle Alpi svizzere c’erano ancora grandi quantità di neve, che in alcuni luoghi ricordavano il nevoso inverno del 1998/99. Dalla metà di aprile il caldo sopra la media ha causato in montagna lo scioglimento di molta neve: è ancora possibile che questa primavera si verifichino grandi piene? A questa domanda non si può ancora rispondere in modo definitivo, perché il rischio dipende soprattutto da come evolverà la meteo a maggio. Nel frattempo, però, in montagna c'è molta meno neve rispetto alla fine di aprile del 1999.

Il rapido scioglimento della neve comporta maggiori deflussi nei fiumi alpini, come nella Raspille (VS), il 28 aprile 2018.
© David Volken

Nel gennaio del 2018 una grande quantità di neve è caduta sull’intero arco alpino, comportando talvolta un elevato pericolo di valanghe. La situazione ha ricordato quella dell'inverno 1998/1999 e le conseguenti piene verificatesi in primavera. Di fatto, in alcune regioni l'altezza della neve si avvicinava ai valori registrati nel 1999. In particolare nel Vallese a metà aprile la neve era presente in grande quantità: ad alta quota superava in parte i quattro metri, il doppio rispetto alla media pluriennale. Il grande caldo della seconda metà di aprile ha fatto sciogliere molto velocemente la neve in montagna.

Attualmente, solo sopra i 2000 metri circa in alcune zone dell’Oberland bernese e del Vallese si registra ancora un’altezza della neve superiore alla media. Nei Grigioni centrali e in Engadina, le quantità di neve si situano in parte già al di sotto della media.


Il contenuto d'acqua nella neve è più basso rispetto al 1999

Per valutare un eventuale pericolo di piene causato dallo scioglimento della neve, il fattore determinante non è tanto l’altezza del manto nevoso quanto il suo contenuto d'acqua (in linguaggio tecnico, l'equivalente in acqua della neve). Nel complesso, la neve sulle Alpi contiene meno acqua rispetto al 1999. Inoltre, sotto i 1800 metri circa il manto nevoso ha trattenuto meno acqua rispetto a quanto avviene in questa stagione dopo un inverno normale.

Sopra i 2000 metri il contenuto d’acqua è ancora superiore alla media in tutta la Svizzera. Ad alta quota è ancora nettamente sopra la media solo in Vallese e in parte nell’Oberland bernese.

Nel Vallese
Nel Vallese c'è molta neve, come in questa foto scattata a Bellwald a fine gennaio 2018.
© BAFU/Philippe Gyarmati

Lo scioglimento delle nevi da solo non provoca inondazioni

La possibilità che in primavera o all’inizio dell’estate si verifichino grandi piene dipende dall'evoluzione delle condizioni meteorologiche nelle settimane a venire. Se la primavera continuerà a essere calda e asciutta la neve si scioglierà. Il deflusso di acqua dalle Alpi sarà certamente maggiore, ma non comporterà rischi di piene. Il rischio di grandi piene dovute allo scioglimento della neve diminuisce con ogni giornata primaverile calda e secca.

«Scioglimento delle nevi e piene: quali sono le cause?»
La neve si scioglie con la pioggia, molta acqua defluisce dalle montagne e i fiumi e i laghi possono essere soggetti a piene.

Una piena primaverile si verifica in presenza dei seguenti fattori, come è stato il caso nella primavera del 1999:

  • precipitazioni o inizio dello scioglimento della neve ad aprile, il che comporta suoli saturi e il riempimento di fiumi e laghi nelle regioni a quote più basse;
  • lunghi periodi di caldo e forte rialzo dell'isoterma di zero gradi;
  • forti e persistenti precipitazioni con un elevato limite delle nevicate e quindi pioggia anche ad alta quota, con conseguente scioglimento della neve.

Alla fine di aprile 2018 nelle Alpi sopra i 2000 metri circa è ancora pieno inverno. Il limite dell’innevamento si trova, a seconda dell’esposizione, tra i 1500 e i 2000 metri. Al di sotto dei 1500 la neve non è più presente. A causa del gran caldo primaverile degli scorsi giorni, il manto nevoso si è fortemente riscaldato anche ad alta quota e la neve si è inumidita fino a circa 2700 metri di altitudine. Lo scioglimento della neve si è intensificato con il passare dei giorni e nei fiumi prealpini e alpini ha portato a marcate variazioni giornaliere dei deflussi.

Nel corso del pomeriggio le quantità d’acqua aumentano in modo marcato a causa del forte irraggiamento solare e dell’abbondante scioglimento della neve, per poi diminuire di nuovo durante la notte. Per questo motivo, attualmente sulle Alpi si registrano livelli delle acque superiori alla media stagionale.

Attuali previsioni del livello dell'acqua e valutazioni della situazione

L'UFAM osserva continuamente la situazione in collaborazione con l'Istituto federale per lo studio della neve e delle valanghe (SLF), MeteoSvizzera e i servizi cantonali specializzati e fornisce ogni giorno previsioni sulle portate che vengono pubblicate in Internet. Inoltre, pubblica due volte a settimana un bollettino idrologico in cui descrive la situazione attuale e, se opportuno, valuta anche quella della neve.

Previsioni idrologiche dell'UFAM

Bollettino idrologico dell'UFAM

Ruscello colmo d’acqua
Una piena non comporta sempre danni ingenti. In foto, la Simme (BE) che scorre ai piedi della Plaine Morte nell'agosto del 2014.
© BAFU/Philippe Gyarmati

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Ultima modifica 02.05.2018

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