Sharing è sinonimo di Caring?

Condividere le cose contribuisce a utilizzare meglio quello che c’è e a ridurre il consumo di risorse.

Text: Nicolas Gattlen

La sharing economy o economia collaborativa sta crescendo a ritmi vertiginosi da una quindicina d’anni e ormai interessa quasi tutti gli ambiti della nostra vita: non si condividono solo automobili, ma anche parcheggi, monopattini elettrici, appartamenti, uffici, barche a vela, droni, abiti da cerimonia, gru o trapani. Spesso alla base ci sono motivi di natura economica: i proprietari possono noleggiare ciò non usano costantemente, mentre chi noleggia non è costretto ad acquistare i prodotti personalmente. La sharing economy fa dunque sperare in un’economia improntata al risparmio delle risorse. Sfruttando in maniera più efficiente le capacità già disponibili, diminuisce il consumo di risorse naturali necessarie per la produzione di nuovi beni.

Il consumo di risorse può essere ridotto anche utilizzando più a lungo i prodotti. Negli ultimi anni, in Svizzera si è sviluppata una vivace cultura dell’usato, sia online che nei negozi fisici. Gli «Alpin-Flohmi», ad esempio, sono degli autentici mercatini delle pulci in cui i privati possono vendere equipaggiamento da outdoor e da alpinismo di seconda mano. Il negozio dell’usato KAOZ ha persino una propria postazione di cucito, dove chi è interessato può rammendare, ricucire e personalizzare i capi d’abbigliamento. «Riparare anziché buttare» è anche il programma dei Repair Café, di cui attualmente ne esistono 195 in tutta la Svizzera. Sotto la guida di professionisti della riparazione, qui si possono riparare gratuitamente, ad esempio, telefoni cellulari, elettrodomestici o mobili.

La condivisione è anche digitale. Se e in che misura i servizi «on demand», come ad esempio Netflix, Amazon o YouTube, siano in grado di ridurre il consumo di risorse ed energia e le emissioni di CO2 varia di caso in caso. Uno studio condotto negli Stati Uniti dimostra che lo streaming di un film provoca meno emissioni di CO2 rispetto alla riproduzione di un DVD, qualora quest’ultimo venga acquistato in un centro commerciale presso cui ci si reca in auto. Se il DVD viene spedito per posta, l’impronta di CO2 è simile. Le differenze a livello di bilancio ecologico sono notevoli a seconda del tipo di lettore e della risoluzione delle immagini: lo streaming video sul cellulare, a una risoluzione tendenzialmente più bassa, ha un impatto ambientale negativo di gran lunga inferiore rispetto allo streaming ad alta risoluzione su un televisore.

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Ultima modifica 21.12.2022

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