Bosco, legno e CO2

Il settore forestale e del legno comprende diverse prestazioni climatiche. Per esempio, grazie alla fotosintesi, gli alberi trasformano il CO2 in carbonio e lo assorbono nella biomassa. Inoltre, dopo la raccolta del legname, il carbonio può rimanere legato nei prodotti di legno per molto tempo. Infine, si parla di effetto di sostituzione quando il legno viene usato al posto di materie prime fossili o materiali ad alto consumo energetico. Nell'inventario svizzero dei gas serra, l'UFAM riferisce ogni anno sulla quantità di CO2 sequestrata nel bosco e stoccata nei prodotti di legno.

Nella letteratura specializzata, le prestazioni climatiche del bosco e del legno sono anche chiamati i «tre effetti S»: sequestro nel bosco, stoccaggio nei prodotti di legno e sostituzione. Affinché queste funzioni di protezione del clima possano continuare a essere svolte sul lungo termine, è assolutamente necessario che il bosco si adatti ai cambiamenti climatici.

Il bosco, il legno e il clima sono strettamente legati sotto vari punti di vista. Il bosco assorbe CO2, lo immagazzina all'interno del legno dei suoi alberi e regola il clima a livello locale, regionale e globale. Attraverso l'utilizzo materiale multiplo del legno, il carbonio rimane legato a lungo termine e le materie prime a elevate emissioni possono essere sostituite. Alla fine del suo utilizzo, il legno può essere utilizzato anche a fini energetici.

Prestazioni climatiche negli accordi internazionali sul clima

Dal XIX secolo i gas serra – tra cui anche il diossido di carbonio (CO2) – sono aumentati nell’atmosfera di circa un terzo, provocando un cambiamento del clima (IPCC, 2023). Per ridurre l'entità dei cambiamenti climatici, occorre ridurre le emissioni di gas serra attraverso l'adozione di misure in diversi settori, tra cui quello dell'uso del territorio (sequestro nel bosco e stoccaggio nei prodotti di legno) e dell'energia (sostituzione e lavorazione di prodotti legnosi).

Le tre prestazioni climatiche nell'inventario svizzero dei gas serra

Nel contesto degli accordi internazionali sul clima (Accordo di Parigi sul clima 2021-2030, in precedenza Protocollo di Kyoto 2008-2012 e 2013-2020), la Svizzera si impegna a ridurre le emissioni di gas serra a livello internazionale. Ogni anno, il bilancio dei gas serra deve essere riportato all'interno dell'inventario svizzero dei gas, che contiene anche dati sulle tre prestazioni climatiche del bosco e del legno.

Il sequestro di CO2 del bosco corrisponde al suo bilancio di CO2, che deriva dalla somma dell'assorbimento di CO2, come conseguenza della crescita degli alberi, con i cambiamenti del carbonio assorbito nella lettiera, nel suolo e nel legno morto, al netto delle perdite, come conseguenza dell'utilizzo del legno, e delle perdite naturali (alberi morti). Quando assorbe più CO2 di quello che rilascia, il bosco funge da pozzo di carbonio. Quando rilascia più CO2 di quello che assorbe, diventa una fonte di carbonio. Il cambiamento climatico richiede misure selvicolturali proattive per l'adattamento del bosco ai cambiamenti climatici e per l'utilizzo della risorsa rinnovabile legno, decisiva ai fini del bilancio di CO2 di bosco e legno.

All'interno dell'inventario svizzero, viene registrato lo stoccaggio di carbonio nei prodotti di legno, per esempio mobili, listelli e barre, calcolato come mutazione delle riserve di carbonio immagazzinate nei prodotti legnosi realizzati con legno indigeno.

L'energia utilizzata per la lavorazione di prodotti legnosi nonché l'effetto di sostituzione dato dall'utilizzazione del legno al posto di materiali ad alta intensità energetica sono rappresentati nell'inventario dei gas serra solo in modo indiretto e si riflettono nelle emissioni in ambito energetico ed edilizio, indicati sotto la sezione «energia». Il consumo di vettori energetici fossili è la principale causa dell'incremento dell'effetto serra, poiché emette notevoli quantità di CO2. Di conseguenza, occorre in primo luogo ridurre tali emissioni utilizzando vettori energetici rinnovabili e puntando a un utilizzo più parsimonioso ed efficiente dell'energia disponibile.

In questo senso, anche il maggiore utilizzo del legno come vettore energetico rinnovabile contribuisce indirettamente al raggiungimento degli obiettivi attraverso la sostituzione. Per ottenere il massimo impatto climatico possibile in termini di economia circolare, il legno andrebbe utilizzato e riciclato in prodotti durevoli (sostituzione materiale) e, solo alla fine della cascata di utilizzo, dovrebbe essere utilizzato per produrre energia (sostituzione energetica).

Il settore forestale e del legno nel Protocollo di Kyoto

Nel periodo 2013-2020 (2° periodo d'impegno del Protocollo di Kyoto), la Svizzera ha dovuto ridurre le proprie emissioni in media del 15,8 per cento rispetto al 1990. Le emissioni sono state ridotte in media dell´11 per cento. È stato possibile raggiungere l´obiettivo di riduzione grazie alla prestazione di assorbimento del bosco e del legno e all´acquisto di certificati di emissioni.

In questo periodo, il bilancio del CO2 del bosco e del settore del legno è stato calcolato in base a un valore di riferimento definito in precedenza (Forest Management Reference Level). Ciò significa che delle 2,5 milioni di tonnellate di CO2 all´anno di riduzione media assoluta è stato possibile computarne soltanto -0,7. Tenendo conto dell´impatto della funzione di pozzo di carbonio svolta dai rimboschimenti e delle emissioni causate dai dissodamenti (in totale +0,2 mio t CO2/anno-1), il settore forestale e del legno ha contribuito a ridurre annualmente le emissioni di -0,5 milioni di tonnellate di CO2. A causa del computo relativo basato sul valore di riferimento, il contributo che il settore forestale e del legno ha apportato al raggiungimento dell´obiettivo internazionale è stato dunque modesto, pari ad appena il 6 per cento.

A titolo di paragone, nel periodo 2008-2012 (1° periodo d'impegno del Protocollo di Kyoto), attraverso l'effetto delle foreste come pozzo di CO2, la Svizzera ha potuto adempiere a circa il 40 per cento dei suoi obblighi di riduzione. In questo periodo, la capacità di assorbimento assoluta, cioè senza un valore di riferimento, poteva ancora essere computata perché si applicavano altre regole internazionali per il computo.

Inoltre, al fine di adempiere ai propri impegni, secondo il Protocollo di Kyoto, i Paesi avevano anche la facoltà di contabilizzare altre attività agricole che sottraggono CO2 all'atmosfera. La Svizzera ha deciso di computare solo le variazioni nel bilancio del CO2 risultanti dalla gestione forestale e dai prodotti legnosi, sia nel primo sia nel secondo periodo d'impegno.

Il settore forestale e del legno nel contesto dell'Accordo di Parigi sul clima

Alla Conferenza di Parigi sul clima di fine 2015 è stato adottato un nuovo accordo per il periodo dopo il 2020. A livello internazionale, la Svizzera ha deciso, entro il 2050, di non emettere più gas serra di quelle assorbibili dallo stoccaggio naturale e tecnico. Ciò significa un saldo netto delle emissioni pari a zero entro il 2050. Per compensare le emissioni rimanenti, oltre ai pozzi naturali di CO2, come per esempio boschi e prodotti legnosi, in futuro saranno utilizzate anche tecnologie in grado di sottrarre gas serra dall’atmosfera e immagazzinarli a lungo termine. Quindi, adesso è necessario calcolare il bilancio di CO2 di tutti i tipi di utilizzo del suolo in Svizzera.

L'attuazione di questi obiettivi è delineata nella legislazione nazionale insieme al clima e alle innovazioni e viene concretamente disciplinata nella legge sul CO2 (RS 641.71). Nell'ambito dell'Accordo di Parigi sul clima, le modalità di computo per il settore forestale e del legno rimangono simili a quelle del secondo periodo di impegno conformemente al Protocollo di Kyoto, come ad esempio il computo basato su un valore di riferimento. Nel 2027, il bilancio del periodo di inventario 2021-2025 sarà calcolato sulla base di un valore di riferimento predefinito (Forest Reference Level FRL). Lo scenario di gestione forestale utilizzato per calcolare l'FRL riflette la gestione forestale svizzera dal 1990. Il valore esatto di questo FRL verrà trasmesso in modo vincolante al Segretariato per il clima alla fine del 2024. A causa di questo metodo di computo relativo, il bilancio assoluto del settore forestale e del legno presumibilmente si ridurrà in misura notevole, poiché è possibile considerare solo il bilancio emerso dalle «misure aggiuntive». A fianco del settore forestale e del legno, anche tutti gli altri utilizzi del territorio, come pascoli e campi, verranno considerate nell'Accordo di Parigi.

Prestazioni climatiche future del bosco e del legno in scenari diversi

Il progetto sulle prestazioni di protezione del clima della gestione forestale e dell'utilizzazione del legno in Svizzera («Klimaschutzleistung der Waldbewirtschaftung und Holzverwendung in der Schweiz [KWHS]») studia come i tre servizi climatici, le «3 S» (il sequestro di CO2 nel bosco, lo stoccaggio di carbonio nei prodotti legnosi e gli effetti di sostituzione derivanti dall'utilizzazione del legno come materiale o come fonte energetica), possano essere influenzati dalla gestione forestale e dall'utilizzazione del legno. Con l'aiuto dei modelli di computo, all'interno del progetto vengono studiati scenari diversi per i prossimi decenni.

Già nel 2007, l'UFAM ha pubblicato uno studio sugli effetti del CO2 del bosco svizzero e dell'economia del legno e sugli scenari dei contributi futuri alla protezione del clima («CO2-Effekte der Schweizer Wald- und Holzwirtschaft; Szenarien zukünftiger Beiträge zum Klimaschutz»). Lo studio giunge alla conclusione che cambiamenti nella gestione forestale e nell'utilizzazione del legno possono influenzare in modo decisivo le prestazioni climatiche del bosco a breve termine: maggiori sono le quantità di legno utilizzate, minore è la prestazione del bosco come pozzo di carbonio. Inoltre, l'utilizzazione del legno a cascata (prima utilizzo materiale, poi energetico) presenta maggiori vantaggi rispetto a un aumento dell'utilizzo energetico.

Tuttavia, questo studio non è più attuale e sono ora disponibili basi metodologiche e possibilità di modellizzazione migliori. Nel progetto attuale sono inoltre esposte le conseguenze all'estero: anche l'economia mondiale determina se le prestazioni forestali si verificano all'estero o a livello nazionale. Inoltre, la politica climatica attuale, con l'obiettivo «emissioni nette pari a zero entro il 2050», persegue una decarbonizzazione su scala globale. Si assume dunque che, con la transizione tecnica, le emissioni di gas serra per la realizzazione di prodotti caleranno in ogni settore e, di conseguenza, aumenterà l'effetto di sostituzione del legno. I risultati dello studio KWSH verranno pubblicati nel 2024.

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Ultima modifica 16.01.2024

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