Il settore forestale e del legno comprende diversi servizi di protezione del clima. Ad esempio, grazie alla fotosintesi gli alberi trasformano il CO2 in carbonio e lo assorbono nella biomassa; il carbonio rimane legato nei prodotti di legno come mobili, assi e travi per molto tempo dopo la raccolta del legname; infine, vi è l'effetto di sostituzione quando il legno viene usato al posto di materie prime fossili o materiali ad alto consumo energetico. Nell'inventario svizzero dei gas serra, l'UFAM riferisce ogni anno sulla quantità di CO2 sequestrata nel bosco e stoccata nei prodotti di legno. L'UFAM si impegna affinché queste funzioni del bosco e del legno vengano valorizzate.
Nella letteratura specializzata, queste tre funzioni di protezione del clima sono anche chiamate i "tre effetti S": sequestro nel bosco, stoccaggio nei prodotti di legno e sostituzione. Affinché queste funzioni di protezione del clima possano continuare a essere svolte sul lungo termine, è assolutamente necessario che il bosco si adatti ai cambiamenti climatici.

Emissioni di gas serra
Il Protocollo di Kyoto impegna gli Stati firmatari a ridurre le emissioni di gas serra responsabili del riscaldamento climatico. Dal 2008 al 2012 la Svizzera ha ridotto le sue emissioni dell'8 per cento rispetto al 1990 ed entro il 2020 intendeva ridurle del 20 per cento rispetto al 1990. Il computo finale delle emissioni di gas serra per il periodo 2013-2020 sarà effettuato nell'inventario dei gas serra 2022, che sarà presentato al Segretariato delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici nell’aprile 2022.
Il sequestro nel bosco e lo stoccaggio nei prodotti di legno hanno una rilevanza nel bilancio dei gas serra e nell'adempimento del Protocollo di Kyoto. I boschi e i suoli possono sequestrare grandi quantità di CO2. Durante la loro crescita, gli alberi nei boschi assorbono un'elevata quantità di CO2, stoccando carbonio nella biomassa e rilasciando l'ossigeno nell'atmosfera. Per contro, l'utilizzo o l'incenerimento della biomassa comportano la formazione di CO2 e il suo rilascio nell'atmosfera. Quando assorbe più CO2 di quello che rilascia, il bosco funge da pozzo di carbonio. Quando rilascia più CO2 di quello che assorbe, diventa una fonte di carbonio. Una gestione sostenibile del bosco e l'utilizzo della risorsa rinnovabile legno sono decisive ai fini del bilancio di CO2.
Il consumo di vettori energetici fossili è la principale causa dell'incremento dell'effetto serra, poiché emette notevoli quantità di CO2. Di conseguenza, occorre in primo luogo ridurre tali emissioni utilizzando con maggiore parsimonia ed efficienza l'energia disponibile. Questo obiettivo può essere raggiunto in modo indiretto anche incrementando l'impiego di fonti energetiche rinnovabili a scapito di quelle fossili.
Il settore forestale e del legno nel Protocollo di Kyoto
Le disposizioni del Protocollo di Kyoto che disciplinano il computo del bosco sono fissate agli articoli 3.3 e 3.4.
Rimboschimenti e dissodamenti
Secondo il Protocollo di Kyoto, i rimboschimenti devono essere computati come pozzi e i dissodamenti come fonti (art. 3.3).
I rimboschimenti costituiscono pozzi di carbonio. Il loro contributo è computato se sono stati effettuati a partire dal 1990. Sono considerati rimboschimenti le piantagioni, le semine o altre attività volte a promuovere la formazione di nuovi boschi. L'incremento della superficie boschiva registrato in Svizzera è però attribuibile in gran parte all'espansione del bosco su superfici agricole abbandonate. Secondo il Protocollo di Kyoto tali superfici non sono considerate rimboschimenti, non essendo attribuibili ad attività umane.
I dissodamenti sono considerati fonti di carbonio poiché implicano la rimozione definitiva della biomassa di un bosco. Devono essere computati se sono avvenuti a partire dal 1990. In merito alle superfici dissodate deve essere tenuta una contabilità esatta. Decisivo è il CO2 rilasciato durante il periodo d'impegno. Sono pertanto presi in considerazione soprattutto i dissodamenti eseguiti durante tale periodo.
Gestione forestale e utilizzo del legno
Il Protocollo di Kyoto permette il computo di attività agricole e forestali (art. 3.4).
Nel primo periodo d'impegno di Kyoto (2008-2012), il computo della gestione forestale era facoltativo. Nel secondo periodo d'impegno (2013-2020), le Parti devono fornire un rendiconto del CO2 assorbito e rilasciato attraverso la gestione forestale. Per i boschi soggetti a una qualunque forma di gestione dal 1990 occorre documentare le variazioni delle riserve immagazzinate nelle piante, nel legno morto, nello strame e nel suolo. Dal 2013 devono essere prese in considerazione anche le variazioni delle riserve di carbonio in prodotti di legno indigeno.
Il computo di questo sequestro di CO2 nel bosco e nel legno è soggetto a disposizioni speciali. In particolare è stata stabilita una quantità massima per ogni Paese, che per la Svizzera ammonta a 1,8 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. L'utilizzazione del legno o la frequenza degli eventi dannosi possono avere come conseguenza il mancato raggiungimento del valore massimo. Perturbazioni naturali straordinarie, come tempeste o incendi boschivi possono, in casi estremi, essere escluse dal computo. Nel secondo periodo d'impegno, il bilancio del CO2 del bosco e del settore del legno è calcolato in base a un valore di riferimento definito in precedenza (Forest Management Reference Level). Il computo della funzione di pozzo di carbonio nell’inventario dei gas serra avverrà nel 2022, alla fine del secondo periodo di adempimento del Protocollo di Kyoto. In base alle stime attuali si può partire dal principio che la funzione di pozzo di carbonio computabile per il periodo 2013-2020 ammonterà a poche centinaia di migliaia di tonnellate. Per valutare il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione per il 2020 si parte al momento dal principio che il contributo della funzione di pozzo di carbonio computabile del settore forestale sarà esiguo.
Ogni Paese ha anche la facoltà di contabilizzare altre attività agricole che sottraggono CO2 all'atmosfera per adempiere i propri impegni. La Svizzera ha deciso di computare le variazioni nel bilancio del CO2 (pozzi o fonti di carbonio) risultanti dalla gestione forestale sia nel primo sia nel secondo periodo d'impegno.
Strategia climatica a lungo termine 2050: l'Accordo di Parigi sul clima
Alla Conferenza di Parigi sul clima di fine 2015 è stato adottato un nuovo accordo sul clima per il periodo successivo al 2020. La Svizzera si è impegnata a livello internazionale a non emettere più entro il 2050 quantità di gas serra superiori a quelle che possono essere assorbite dallo stoccaggio naturale e tecnico. Questo significa un saldo netto delle emissioni pari a zero entro il 2050. Per compensare le emissioni rimanenti, in futuro, oltre ai serbatoi naturali di CO2 come i boschi e i suoli, si farà affidamento su tecnologie che stoccano i gas serra, rimuovendoli dall'atmosfera in modo permanente.
L'attuazione concreta di questi obiettivi è delineata nella legislazione nazionale, in particolare nella legge sul CO2, ma al momento è ancora una questiona aperta. Nell'ambito dell'Accordo di Parigi sul clima, le modalità di computo per il settore forestale e del legno rimangono simili a quelle del secondo periodo di impegno secondo il Protocollo di Kyoto, come ad esempio il computo basato su un valore di riferimento. Oltre al settore forestale e del legno, ora anche tutte le altre utilizzazioni del suolo come i pascoli, i terreni coltivabili ecc. sono computati nell'ambito dell'Accordo di Parigi sul clima.
Ulteriori informazioni
Link
Documenti
Prise en compte du secteur des forêts et du bois dans le cadre du Protocole de Kyoto (PDF, 138 kB, 16.04.2020)2e période d’engagement du Protocole de Kyoto (2013–2020) (in francese, disponibile anche in tedesco)
Abschätzung des Altholzaufkommens und des CO2-Effektes aus seiner energetischen Verwertung (PDF, 702 kB, 17.02.2011)Geo Partner AG, 2010. Im Auftrag des BAFU.
Stand der Kenntnisse zu den Auswirkungen des Globalen Wandels auf Schweizer Wälder (PDF, 2 MB, 29.10.2009)ETH Zürich, 2009. Im Auftrag des BAFU.
CO2-Effekt und ökonomische Bewertung von Holznutzung und Senkenleistung im Kanton Graubünden für das Jahr 2007 (PDF, 935 kB, 15.10.2009)SLF & GEO Partner AG, 2009. Im Auftrag des BAFU.
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Ultima modifica 10.09.2021