Parigi: adottato l’accordo sulla politica climatica internazionale

Berna, 12.12.2015 - Dopo anni di difficili negoziati, i rappresentanti dei 195 Paesi riuniti a Parigi per la 21a Conferenza sul clima hanno adottato oggi un accordo vincolante che impegna tutti gli Stati e il cui obiettivo è limitare a meno di due gradi l’aumento della temperatura globale. La Svizzera, che si è particolarmente impegnata nell’ambito dei negoziati, è soddisfatta dell’esito. L’accordo raggiunto a Parigi rappresenta una base solida costituita da elementi differenziati, solidi, duraturi e dinamici. Alle parole devono ora seguire i fatti: gli obiettivi nazionali annunciati vanno realizzati e la loro realizzazione verificata, e le misure di riduzione delle emissioni di gas serra devono essere adeguate periodicamente.

L'accordo impegna tutti gli Stati a elaborare e comunicare un obiettivo di riduzione e a riesaminarlo ogni cinque anni. La rigorosa distinzione duale tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo, utilizzata finora, viene in larga misura abbandonata; ciò rispecchia meglio la realtà odierna. Anche i grandi emettitori sono quindi soggetti a tale impegno. Per la Svizzera questa è una condizione imprescindibile per la futura politica climatica.

L'accordo di Parigi tiene conto dei diversi livelli socio-economici degli Stati. Nell'ambito della riduzione delle emissioni e dell'adattamento ai cambiamenti climatici, la responsabilità compete ai singoli Paesi. Per garantire una visione d'insieme e determinare gli sforzi ancora necessari, l'accordo prevede l'istituzione di un monitoraggio degli sforzi basato su dati uniformi. Una maggiore trasparenza a tutti i livelli (cfr. riquadro) consentirà di rendere noti espressamente e di raffrontare gli sforzi dei singoli Stati.

L'entità degli impegni previsti da questo accordo non è tuttavia ancora sufficiente per limitare a meno di due gradi l'aumento della temperatura globale. Numerose disposizioni dovranno essere concretizzate in occasione delle prossime conferenze sul clima. Le basi definite a Parigi dovranno essere sviluppate ulteriormente nei prossimi anni. La Svizzera si è impegnata a ridurre, entro il 2030, le proprie emissioni del 50 per cento rispetto al 1990. Il nostro Paese si adopererà ulteriormente per ampliare il gruppo dei donatori per quanto concerne sia il numero di Stati partecipanti sia l'entità dei fondi privati.

RIQUADRO:
Gli elementi chiave dell'Accordo di Parigi

Differenziazione: gli obiettivi climatici e le riduzioni delle emissioni attese da ogni singolo Stato devono essere determinati in funzione delle relative capacità e dell'entità delle sue emissioni, e non dipendere soltanto dalla categoria di Paese alla quale esso appartiene. La maggior parte degli articoli si applica a tutte le Parti. L'ampliamento del gruppo dei donatori avviene tuttavia soltanto su base volontaria.

Ambizione: l'obiettivo dell'Accordo è contenere il riscaldamento globale a meno di due gradi e proseguire gli sforzi per limitare l'aumento massimo della temperatura a 1,5 gradi. La riduzione delle emissioni (peaking) deve essere raggiunta nel più breve tempo possibile.

Riduzione delle emissioni: ogni Stato è tenuto a elaborare e comunicare regolarmente degli obiettivi nazionali come pure ad adottare misure opportune volte a ridurre le emissioni.

Meccanismi di mercato: nel quadro della Conferenza sul clima, la cooperazione è stata riconosciuta come elemento importante. Inoltre è stato elaborato un meccanismo che, attraverso incentivi di mercato (p. es.: l'emissione e lo scambio di certificati di riduzione delle emissioni), contribuisce alla riduzione delle emissioni e promuove lo sviluppo sostenibile.

Trasparenza: gli Stati devono fornire un inventario delle loro emissioni di gas sera corredato da informazioni sui progressi compiuti nell'ambito della riduzione delle emissioni. Inoltre, dovrebbero presentare un rapporto sugli effetti del riscaldamento climatico e sulle misure di adattamento ai cambiamenti climatici realizzate. Ciò consente di valutare e verificare gli sforzi intrapresi delle singole Parti.

Perdite e danni: nell'ambito della collaborazione e della solidarietà internazionali, le Parti rafforzano gli approcci necessari per limitare le perdite e i danni causati dal riscaldamento climatico, segnatamente i sistemi di preallerta, la valutazione e la gestione dei rischi.

Finanziamento: i Paesi industrializzati devono continuare a mobilizzare fondi provenienti da fonti diverse, tenendo conto delle esigenze e delle priorità dei Paesi in via di sviluppo. Gli altri Paesi le cui capacità lo permettono sono invitati a fornire il proprio contribuito in tale ambito.

Foreste: gli Stati devono conservare e aumentare la prestazione delle foreste quali pozzi di carbonio e ridurre le emissioni causate dai disboscamenti.


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