La pittura ha caratterizzato il nostro ideale di paesaggio. Tuttavia, il paesaggio fornisce molte più prestazioni della sola estetica
Testi: Lucienne Rey
Il paesaggio offre alle persone non solo piacere estetico, bensì rafforza anche la loro salute, genera sentimenti di attaccamento e in questo modo contribuisce all’identificazione territoriale e promuove il potenziale economico di una regione. Il fatto che queste quattro prestazioni centrali del paesaggio siano nel frattempo ampiamente riconosciute è dovuto non da ultimo alla discussione sui servizi ecosistemici venuta alla ribalta negli anni Novanta del secolo scorso. L’impulso venne da considerazioni di economia ambientale, secondo cui occorre attribuire un prezzo anche alle funzioni della natura che secondo la dottrina economica classica sono disponibili gratuitamente. Solo in questo modo, infatti, potrebbero confluire nel ciclo economico come beni negoziabili.
Successivamente, la scienza iniziò a classificare i molteplici benefici degli ecosistemi – lavori che culminarono nel Millennium Ecosystem Assessment lanciato nel 2001. Questo studio sullo stato dell’ambiente avviato dalle Nazioni Unite sotto la presidenza di Kofi Annan inserì stabilmente nel vocabolario degli specialisti il termine «servizi ecosistemici».
L’approcciò passò poi dal mondo della ricerca alle strategie svizzere per la biodiversità e il paesaggio. «Le prestazioni del paesaggio sono un’evoluzione dei servizi ecosistemici», conferma il geografo Roger Keller dell’Università di Berna, che studia il modo in cui il paesaggio contribuisce alla prosperità dell’economia e della società nonché al benessere individuale.
Gli sforzi volti a esprimere in valore pecuniario i molteplici servizi degli ecosistemi sono tuttavia controversi e le prestazioni del paesaggio sono difficilmente quantificabili in termini monetari. Anche se è possibile, almeno in teoria, attribuire un prezzo ad esempio alla funzione del bosco come filtro per l’acqua potabile pulita, comparandola con i costi di un’apposita infrastruttura, le quattro prestazioni centrali del paesaggio sono in stretta interazione tra loro e non possono essere sostituite. Occorre pertanto una forte consapevolezza del valore sociale e individuale di queste quattro prestazioni, illustrate nelle schede seguenti.
Identificazione
«L’Hudelmoos nei pressi di Zihlschlacht è qualcosa di spettacolare. Adoro sentire il terreno morbido sotto i piedi e quell’odore di erbe. Anche i rumori sono meravigliosi. È una palude ammantata dal mistero: con la nebbia, ci si può perfino perdere! Al tempo stesso, però, intravedo anche le cicatrici lasciate dal tempo in cui veniva estratta la torba, che ci esortano ad avere cura di questo habitat naturale. Proprio per questo non puntiamo ad avere orde di visitatori, ma accogliamo con piacere chi sa apprezzare la bellezza di questo paesaggio.»
Heidi Grau-Lanz | Sindaco di Zihlschlacht-Sitterdorf (TG) e Consigliera cantonale dei Liberali del Cantone di Turgovia
I paesaggi sono impregnati della loro storia e quindi sono legati a doppio filo con i loro abitanti, che evolvono nel corso del tempo: ad esempio, la zia che sulla via del ritorno da scuola era solita raccogliere splendidi mazzolini di fiori selvatici o il nonno che puliva i suoi stivali al lavatoio del paese fanno parte dei racconti che si tramandano di generazione in generazione.
Conoscere il contesto in cui hanno avuto origine determinati elementi che caratterizzano il paesaggio ne rafforza l’effetto di identificazione. Basti pensare ai campi ondulati, i morbidi rilievi a strisce tipici del paesaggio culturale nel Canton Turgovia e nella regione del Fürstenland, dove oggi crescono spesso prati naturali o alberi da frutto ad alto fusto. Si sono formati nel Medioevo quando i pesanti aratri dell’epoca, con versoio fisso, riuscivano a dissodare il terreno solo da un lato. I contadini aravano creando lunghi solchi ovali tutt’intorno al campo. Con il passare del tempo il terreno ricco di humus ha formato dei cumuli a mo’ di piccoli rilievi, mentre ai lati si sono venuti a creare avvallamenti che servivano per il drenaggio. Uno studio condotto per conto dell’UFAM è giunto alla conclusione che la popolazione dovrebbe essere meglio informata riguardo a particolarità come questa. Manca infatti la consapevolezza circa l’unicità di questi campi ondulati, e una popolazione fiera del proprio paesaggio è anche più motivata a preservarlo.
L’attaccamento, tuttavia, non riguarda solo la storia passata, ma anche il presente: il paesaggio infatti continua a evolvere, ma gli abitanti riescono comunque a identificarsi con esso: «I cambiamenti, però, non devono essere troppo repentini, e la qualità della trasformazione riveste un ruolo importante», afferma il ricercatore del paesaggio Roger Keller. In particolare nei quartieri cittadini si osserva come numerosi luoghi trasformati, che ora invitano a fermarsi per una sosta, vengano apprezzati dalla popolazione. Se anche gli abitanti potessero prendere parte alla trasformazione del «proprio» paesaggio, sarebbero più propensi ad accettarne il cambiamento e maturerebbe in loro il senso di appartenenza al nuovo.
Estetica
«Nessuno rimane indifferente di fronte alla bellezza del Lavaux. La particolare atmosfera che regna in questo luogo è dovuta principalmente al variare repentino delle condizioni di luce, più o meno come quando il sole fa capolino dalle nuvole dopo un temporale. È un paesaggio creato dall’uomo con prospettive sorprendenti: chi pensa di trovarsi circondato dai vigneti, rimane spesso sorpreso di scoprire, proprio lì accanto, uno dei tanti villaggi incastonati nel paesaggio, costruiti con una struttura compatta in modo da occupare il minor posto possibile.»
Gérald Vallélian, sindaco di St-Saphorin (VD), vice presidente dell’associazione LavauxPatrimoine mondial nonché bio-viticoltore e maestro di cantina della tenuta «Domaine des Faverges»
È nella savana, l’ambiente in cui si è evoluto, che l’uomo avrebbe sviluppato la predilezione per i paesaggi aperti, costellati di gruppi di alberi, corsi d’acqua e punti panoramici in posizione rialzata. Perlomeno, così afferma una classica teoria sulla percezione del paesaggio. In epoca preistorica, queste zone offrivano infatti le condizioni ideali per cacciare o pescare e nascondersi dai predatori.
Pur avendo esigenze molto diverse rispetto ai suoi antenati, il moderno Homo sapiens ha mantenuto invariate certe preferenze legate ai paesaggi. «I punti panoramici sono un elemento importante e i corsi d’acqua sono considerati belli», conferma Roger Keller, ricercatore del paesaggio presso l’Istituto geografico dell’Università di Zurigo. Nel Lavaux (VD) questo concetto astratto trova la sua espressione concreta: il profondo lago Lemano è costeggiato, sulla sponda settentrionale, da vigneti terrazzati, mentre sul lato opposto si staglia la catena alpina, in un contesto chiaro e trasparente che facilita l’orientamento nello spazio.
La molteplicità dei vari elementi rende il paesaggio affascinante. «Paesi compatti e dall’effetto omogeneo creano un contrasto con la superficie strutturata dei vigneti circondati da mura», spiega Roger Keller. E per giunta la varietà non riguarda solo gli elementi materiali che caratterizzano il paesaggio, ma anche le condizioni di luce: il lago, che si estende in lunghezza da est a ovest, assume a seconda della posizione del sole le più svariate sfumature, dal grigio ardesia all’argento passando per un blu-verde opalescente. Un gioco di colori in cui anche la vegetazione fa la sua parte: «La stagione più adatta per scattare foto è l’autunno, quando le foglie delle viti si tingono di giallo», afferma l’esperto.
Ma per conservare il proprio fascino, un paesaggio ha bisogno di movimento. «Gli abitanti apprezzano in modo particolare la bellezza del Lavaux», dichiara Roger Keller. Un piacere estetico legato all’interazione tra conservazione ed evoluzione del paesaggio, di cui anche i turisti dovrebbero essere più consapevoli.
Ubicazione
«Fläsch fa di tutto per essere una località a carattere residenziale. Non ci sono zone commerciali. Le aree verdi sono state delimitate ricavandole dalla zona edificabile, in modo da preservare vigneti e frutteti e, con essi, il fascino di questo antico villaggio vitivinicolo. Le nuove costruzioni devono inserirsi armoniosamente nel paesaggio. Il che riscuote grande consenso: molte persone, infatti, si sono trasferite qui e anche la clinica ortopedica Gut, inaugurata nel 2017, ha scelto Fläsch per l’elevata qualità di vita.»
René Pahud, sindaco di Fläsch (GR)
La qualità del paesaggio è un criterio determinante per stabilire se un luogo è funzionale all’economia: «chi sceglie dove andare a vivere desidera un posto facilmente raggiungibile con una qualità di vita elevata», afferma il ricercatore del paesaggio Roger Keller. È dimostrato che gli appartamenti posizionati in una zona tranquilla con un bel panorama hanno pigioni più alte: secondo i calcoli della Banca Cantonale di Zurigo, le abitazioni con una splendida vista sul lago o situate su pendii esposti al sole dal pomeriggio al tramonto hanno affitti superiori, in media, del 5 per cento. Il canone si riduce se dalla casa si scorgono elementi di disturbo: tra i più sgraditi vi sono le linee ad alta tensione, che oltre ad essere antiestetiche sono legate alla paura di possibili effetti negativi dell’elettrosmog. Se si vuole affittare un appartamento distante meno di 150 metri da queste linee, si deve mettere in conto un canone del 3 per cento più basso.
Chi svolge un lavoro altamente qualificato può permettersi un’abitazione costosa in una posizione attraente da cui si possa raggiungere facilmente e in poco tempo il centro, per la gioia dei Comuni interessati che incassano imposte considerevoli. «Rispetto ad altri Paesi, la Svizzera è sempre in testa alle classifiche per la qualità della vita», afferma Roger Keller; il paesaggio riveste in tutto ciò un ruolo importante, ma è difficile stabilire quanto incida.
Che il paesaggio sia importante per il turismo è scontato. Località rinomate pubblicizzano panorami mozzafiato, laghi scintillanti e altri elementi naturali affascinanti. Secondo uno studio dell’osservatorio del turismo vallesano relativo al 2014, solo nel Cantone del Vallese, con mete come Zermatt e Saas-Fee, il turismo ha generato un valore aggiunto lordo pari a 2,4 miliardi di franchi, a fronte dei 18 miliardi scarsi generati nell’intera Svizzera nello stesso periodo. Al di là delle località di villeggiatura di fama mondiale, spesso ad attirare i turisti è proprio il paesaggio, sebbene a confronto le cifre appaiano modeste. «Il turismo a contatto con la natura non genererà mai le stesse cifre d’affari del turismo di massa», osserva Roger Keller. «Ma può far vivere esperienze autentiche che offrono alle regioni in questione il potenziale per incrementare gli introiti».
Salute
«Il centro per anziani Gibeleich a Opfikon, nel Cantone di Zurigo, ha un grande giardino che fa la felicità dei nostri ospiti. Poiché entrano in istituto sempre più in là con gli anni, non hanno più tanta mobilità, per cui sono contenti quando li portiamo a contatto con la natura. Anche i visitatori apprezzano la possibilità di passeggiare nel parco, e inoltre nell’orto coltiviamo diversi prodotti che in seguito ci tornano utili in cucina. Io stessa faccio scorta nell’orto e adoro assistere in prima persona al mutare delle stagioni!»
Irene Kuhn, specialista in attivazione SSS e ortoterapeuta CAS
I bei paesaggi che invitano a stare all’aria aperta e a fare movimento giovano alla salute. Chi è abituato a spostarsi a piedi o in bicicletta rimane tendenzialmente più in forma e vive più a lungo rispetto alle persone sedentarie. In particolare se si soffre di malattie in cui il peso assume un ruolo importante, un esercizio fisico regolare ha effetti benefici indiscussi. In Svizzera, le attività in bicicletta o a piedi evitano ogni anno l’insorgere di 12 000 nuovi casi di malattie cardiocircolatorie; anche in caso di depressione e demenza uno stile di vita attivo svolge una funzione preventiva. Diversi sondaggi dimostrano che il fascino di un paesaggio incide notevolmente sulla scelta dell’itinerario da percorrere in bicicletta o a piedi.
Naturalmente non esiste «un unico» paesaggio adatto a ogni tipo di attività. «Le esigenze ricreative variano molto da persona a persona», afferma Roger Keller, ricercatore del paesaggio dell’Università di Zurigo: «C’è chi scarica lo stress facendo movimento e c’è chi invece cerca la tranquillità». Sono quindi necessarie diverse tipologie di «paesaggio per il tempo libero»: chi esce spesso in bicicletta molto probabilmente non disdegnerà le zone residenziali con molto verde. Chi invece desidera riposarsi e immergersi nel silenzio cercherà di preferenza un ambiente il più possibile incontaminato. Altrettanto varie sono le esigenze riguardo al modo in cui deve essere attrezzata un’area. Per chi ama le passeggiate e le due ruote non devono mancare piste ciclabili e pedonali, mentre chi preferisce godersi il panorama vorrà trovare delle panchine su cui rilassarsi contemplando il paesaggio.
Non è sempre facile accontentare tutti. «Bisogna trovare soluzioni intelligenti che consentano alle persone di fruire degli spazi aperti», afferma Roger Keller. Anche nell’interesse della flora e della fauna, in quanto le piste ciclabili e pedonali non dovrebbero mai attraversare le aree protette. In alcuni casi, l’esigenza di vivere esperienze a contatto con la natura e di svolgere attività all’aperto è ancora sottovalutata dalle autorità cantonali, le quali dovrebbero riflettere sulla «pianificazione delle attività ricreative», sostiene l’esperto. In questo modo si eviterebbero inutili conflitti e si potrebbe proporre un’offerta ottimale.
Ultima modifica 02.09.2020