Il pericolo di incendi boschivi aumenta: cosa possiamo fare?

Temperature in aumento e periodi di siccità più frequenti si traducono in un maggior pericolo di incendi boschivi anche a nord delle Alpi, e questo durante tutto l’anno. Poiché la stragrande maggioranza degli incendi nei boschi è causata involontariamente dall’uomo, è importante che la popolazione conosca e osservi le misure di prevenzione.

Testo: Ori Schipper

130 Hektaren Wald in Bitsch verbrannt
© Christophe Bott/Keystone

Quando i due giovani escursionisti della Svizzera tedesca si sono coricati, il piccolo falò sembrava spento. In superficie non si vedevano più braci incandescenti, ma sottoterra il fuoco ha continuato ad ardere. Nel cuore della notte il forte vento ha soffiato alcune scintille nel bosco circostante, particolarmente secco e arido dopo un lungo periodo senza precipitazioni, che ha preso subito fuoco.

È così che è divampato l’incendio sul Monte Gambarogno, in Ticino, nella notte del 30 gennaio 2022. Nelle 58 ore successive, le fiamme si sono propagate su un’area di quasi 200 ettari, nonostante l’impiego di decine di vigili del fuoco e di diversi elicotteri che hanno prelevato acqua da otto diversi bacini antincendio della regione.

Settimane di operazioni post-estinzione

Il fumo acre ha richiesto l’evacuazione di tutti gli abitanti del paese di Indemini, la linea elettrica ad alta tensione per l’Italia è rimasta fuori servizio per 15 giorni e le ceneri hanno contaminato sorgenti e captazioni di acqua potabile. Una volta spento definitivamente l’incendio, i vigili del fuoco del Ticino e della vicina Italia hanno dovuto svolgere per settimane le cosiddette operazioni post-estinzione. «La notte i nostri colleghi italiani facevano volare droni con termocamere per individuare focolai ancora attivi sul terreno», spiega Nicola Bomio-Pacciorini, capo dell’Ufficio forestale 4° circondario, cui compete anche la zona del Monte Gambarogno. «Grazie alle loro coordinate GPS esatte, il giorno successivo eravamo in grado di intervenire in modo mirato».

Di recente la task force istituita nel Canton Ticino ha annunciato che i danni ammontano a oltre 7,5 milioni di franchi. Fortunatamente non ci sono state vittime, e anche i due giovani che durante la loro escursione hanno ignorato il divieto assoluto di accendere fuochi all’aperto sono sfuggiti alle fiamme, ma sono stati denunciati.

Divieto di accendere fuochi all’aperto in tutto il Cantone

«In media proclamiamo un divieto di accendere fuochi all’aperto per circa 70 giorni all’anno», afferma Aron Ghiringhelli, capo dell’Ufficio forestale 2° circondario di Biasca, più a nord. «Ci sono fluttuazioni piuttosto ampie da un anno all’altro. A volte si tratta solo di 2-3 settimane, ma nel 2022 i fuochi all’aperto sono stati vietati per un totale di 150 giorni». In Ticino, tale divieto si applica sempre in modo uniforme in tutto il Cantone. «È più facile trasmettere il messaggio se non si fanno distinzioni in base alla vicinanza ai boschi o alla regione», spiega Ghiringhelli.

La decisione di decretare tale divieto un determinato giorno dipende dal pericolo oggettivo di incendio di boschi, ma anche dal comportamento della popolazione durante il tempo libero. Più persone si recano nel bosco, maggiore è il pericolo che divampi un incendio da qualche parte o, «peggio ancora, che scoppino più incendi contemporaneamente in luoghi diversi», afferma Ghiringhelli. «Le nostre risorse sono limitate e non bastano per contrastare più incendi allo stesso tempo». In Ticino, oltre ai vari corpi pompieri organizzati a livello regionale e locale, esiste una sezione forestale specializzata negli incendi boschivi, dispiegata in tutto il Cantone per fornire supporto. In futuro sarà rafforzata e mobilitata più rapidamente, «affinché acquisisca l’esperienza necessaria per queste operazioni antincendio», spiega Ghiringhelli.

L’ultimo grande incendio boschivo in Svizzera è scoppiato il 17 luglio 2023 in Vallese, nella zona sopra Bitsch, vicino a Briga. A una settimana dall’inizio del rogo, gli elicotteri antincendio erano ancora in azione per combattere i focolai, ostacolati nelle loro operazioni da temporali isolati. Sono andati in fiamme oltre 130 ettari di bosco. Si sospetta che all’origine dell’incendio ci sia stato un guasto a una linea elettrica.

Secondo l’esperto Aron Ghiringhelli, non è sempre possibile determinare la causa di un incendio boschivo. Tuttavia gran parte degli incendi si sviluppa in prossimità di infrastrutture costruite dall’uomo, il che suggerisce un’influenza umana. Si stima che il 90 per cento di tutti gli incendi boschivi sia causato dall’uomo. «Il più delle volte si tratta di negligenza, come nel caso di scintille sprigionate da un guasto al motore o quando le persone smaltiscono la cenere del camino nel bosco», spiega Ghiringhelli.

Quando le foreste burciano

Nei lunghi periodi caldi e secchi, le foreste sono più esposte agli incendi. Le giornate in cui vi è pericolo di incendio, ossia quelle particolarmente calde caratterizzate da bassa umidità dell'aria, senza piogge e con vento forte, sono aumentate del 54 per cento dal 1979.

Come prevenire gli incendi boschivi

Incendi più intensi e aggressivi

Grazie a misure di prevenzione come il divieto di accendere fuochi all’aperto e alla riorganizzazione dei vigili del fuoco, in Ticino negli ultimi 30 anni il numero e l’entità degli incendi boschivi sono diminuiti drasticamente. «A sud delle Alpi c’è una lunga tradizione di gestione del pericolo di incendio di boschi e anche gli approcci di gestione integrale del rischio sono già consolidati, ad esempio nella pianificazione del fabbisogno di bacini antincendio aggiuntivi», spiega Stefan Beyeler, co-direttore della sezione Protezione e salute del bosco dell’UFAM. La gestione integrale del rischio prevede il coinvolgimento di tutti i responsabili nella pianificazione e nell’attuazione delle misure.

Molti altri Cantoni non hanno esperienza. Eppure «con le temperature in aumento e i periodi di siccità più frequenti, lunghi ed estremi, il problema diventa sempre più importante anche a nord delle Alpi», spiega Beyeler. È vero che in Svizzera per ora si verificano solo 100-150 incendi all’anno, «pochi nel raffronto internazionale, ma la stagione degli incendi boschivi non dura più solo da marzo a settembre come in passato, bensì tutto l’anno». Inoltre gli incendi tendono a diventare più intensi e aggressivi, poiché in molti boschi si accumula legno morto, vale a dire materiale combustibile.

Il nuovo sistema di informazione «IGNIS», sviluppato dall’UFAM nel 2022, indica il pericolo attuale di incendio di boschi. Calcola quotidianamente vari indici sulla base di informazioni meteorologiche, come il grado di siccità dei vari strati del suolo. Il sistema di allarme si basa sul «Forest-Fire-Weather-Index» canadese ed è adattato alle condizioni della Svizzera. «Fornisce una valutazione aggiornata, coerente e tecnicamente fondata del pericolo», afferma Beyeler. «Il fattore chiave è l’infiammabilità, cioè l’energia necessaria per dare fuoco al materiale secco nel bosco», prosegue. «Il pericolo è massimo tra le 12.00 e le 17.00, quando la temperatura è alta e l’umidità atmosferica è molto bassa».

Annunci sul treno

Poiché gran parte degli incendi boschivi è causata dall’uomo, è particolarmente importante che la popolazione impari a gestire il crescente pericolo di incendi (cfr. riquadro), ma anche che conosca e osservi le misure di prevenzione cantonali. L’UFAM attua già diverse misure in tal senso: «Come ufficio responsabile, ora pubblichiamo le allerte sul pericolo attuale di incendio di boschi e le misure di prevenzione anche sotto forma di open data, in modo che possano essere utilizzati nei servizi cartografici o nelle app per smartphone», spiega Beyeler. Inoltre, in collaborazione con le FFS, l’UFAM ha provveduto affinché nel periodo di Pasqua il divieto di accendere fuochi all’aperto fosse annunciato con l’altoparlante sui treni diretti da Arth-Goldau verso il Ticino.

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Ultima modifica 29.11.2023

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