18.06.2023 – La Svizzera intende raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per realizzare tale obiettivo, la Confederazione prevede delle misure: sostenere con 2 miliardi di franchi la sostituzione degli impianti di riscaldamento elettrici o alimentati con olio o gas con impianti più rispettosi dell’ambiente; far beneficiare di un importo d’incentivazione pari a 1,2 miliardi di franchi le imprese del settore industriale e artigianale che adottano tecnologie innovative per una produzione ecocompatibile. Si tratta dell’elemento centrale della «legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica (controprogetto indiretto all’Iniziativa per i ghiacciai)» su cui si voterà il prossimo 18 giugno.
La legge sul clima e sull'innovazione è stata accettata il 18 giugno 2023 in votazione popolare. L'entrata in vigore è prevista, insieme alla relativa ordinanza, per il 1° gennaio 2025. Il dossier Internet dedicato alla legge sul clima e sull'innovazione riporta i documenti elaborati e non sarà più aggiornato (stato 18.06.2023).
Nel 2019 è stata depositata l’iniziativa popolare «Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)», che intendeva vietare l’impiego di olio, benzina, diesel e gas naturale a partire dal 2050. Per il Consiglio federale e il Parlamento l’obiettivo dell’iniziativa era troppo ambizioso. Il Parlamento ha pertanto elaborato un controprogetto indiretto. Secondo il Parlamento, la legge sul clima e sull'innovazione (LOCli) contribuisce a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, riduce la dipendenza della Svizzera dalle importazioni di energia e rafforza la protezione del clima.
Video del Consiglio federale
21.04.2023 - Votazione popolare sulla legge sul clima e sull'innovazione
Richiesta principale
La Svizzera importa circa tre quarti della propria energia. Vettori energetici fossili quali l’olio da riscaldamento, la benzina, il diesel e il gas naturale provengono interamente dall’estero. La dipendenza della Svizzera è quindi elevata. In aggiunta, il consumo di vettori energetici fossili ha un impatto sul clima. Con la «legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica (LOCli)» il Consiglio federale e il Parlamento vogliono rendere la Svizzera meno dipendente dalle importazioni di energia e rafforzare la protezione del clima. Inoltre, Cantoni e Confederazione avranno il compito di adottare misure volte a proteggere l’uomo e la natura dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
Neutralità climatica entro il 2050
Nel 2017 la Svizzera, altri 192 Paesi e l’Unione europea si sono impegnati nel quadro dell’Accordo di Parigi a ridurre le emissioni di gas climalteranti. Con questo disegno di legge, il nostro Paese definisce percorsi di riduzione chiari per i settori degli edifici, dei trasporti e dell’industria. Infatti, la Svizzera intende raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per realizzare tale obiettivo si ricorrerà anche a soluzioni tecniche in grado di catturare il CO2 dalle ciminiere industriali e dall’atmosfera per conservarlo in maniera duratura e sicura.
Misure di promozione
Per consentire alla Svizzera di progredire sulla via della neutralità climatica, il disegno di legge contiene misure concrete.
I proprietari di immobili che sostituiscono i loro impianti di riscaldamento a olio o gas con impianti a legna o pompe di calore oppure che investono nell’isolazione dei loro edifici beneficiano di un sostegno pari a 200 milioni di franchi l’anno. Questi incentivi sono stanziati in aggiunta ai fondi del Programma Edifici esistente e sono limitati a dieci anni.
Beneficiano di questi incentivi anche i proprietari di immobili che sostituiscono un impianto di riscaldamento elettrico. Si tratta infatti di impianti poco efficienti in quanto nella stagione invernale consumano circa il 10 per cento dell’eletticità in Svizzera, ossia la produzione annua della centrale nucleare dismessa di Mühleberg. L’elettricità è particolarmente scarsa in inverno. La sostituzione degli impianti di riscaldamento elettrici giova alla sicurezza dell'approvvigionamento.
Le imprese industriali e artigianali che adottano tecnologie innovative rispettose del clima beneficiano di un sostegno pari a 200 milioni di franchi l’anno per un periodo limitato di sei anni.
Il disegno di legge obbliga inoltre la Confederazione e i Cantoni ad adottare misure volte a proteggere l’uomo e la natura dagli effetti del riscaldamento climatico. La Svizzera, un Paese alpino, vi è particolarmente esposta. Colate detritiche, piene e cadute di massi costituiscono una minaccia. L’effetto di isola di calore aumenta soprattutto nelle città. Anche l’agricoltura beneficerà di misure volte a far fronte ai periodi di siccità.
Finanziamento
Le misure saranno finanziate con le risorse generali della Confederazione. Il disegno di legge non prevede né nuove imposte né emolumenti o tasse e nemmeno nuove prescrizioni o divieti.
Misure supplementari
Il disegno di legge definisce il quadro della politica climatica e contiene misure di promozione concrete. Il Parlamento deve regolamentare misure supplementari per raggiungere l’obiettivo di politica climatica in altre leggi, in particolare quella sul CO2. Contro queste leggi può essere lanciato un referendum. L’ultima parola spetta quindi al Popolo.
Dibattiti politici
La «legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica» è stata approvata dal Consiglio nazionale con 139 sì, 51 no e 2 astensioni e dal Consiglio degli Stati con 38 sì, 4 no e 2 astensioni.
Nei voti finali i favorevoli hanno sottolineato in particolare l’aspetto della sicurezza dell'approvvigionamento. La guerra in Ucraina ha mostrato quanto sia pericoloso dipendere dalle importazioni di energia. Gli oppositori hanno messo in guardia da un forte aumento del consumo di elettricità risultante dalla conversione degli impianti di riscaldamento e dal numero crescente di veicoli elettrici.
Contro il disegno di legge è stato lanciato il referendum. Il Popolo si esprimerà in merito il 18 giugno 2023.
Schede informative
Le sei schede informative forniscone informazioni su vari aspetti della legge sul clima.
Domande frequenti
Perché è necessaria la legge sul clima e sull'innovazione?
Come Paese alpino, la Svizzera è particolarmente colpita dai cambiamenti climatici. Sul nostro territorio le temperature aumentano del doppio rispetto alla media mondiale e l’impatto dei cambiamenti climatici è percepibile già oggi. I ghiacciai fondono rapidamente, le precipitazioni cadono più spesso sotto forma di pioggia che di neve e le ondate di calore sono sempre più frequenti. La protezione del clima rappresenta quindi un interesse primario per la Svizzera.
Il cambiamento climatico può essere affrontato solo se tutti gli Stati fanno fronte comune. Per questo motivo 193 Paesi e l’Unione europea hanno sottoscritto l’Accordo di Parigi. Anche la Svizzera ha ratificato l’accordo, che si pone l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale a 2 gradi, se possibile anche a 1,5 gradi. Con un’impronta di gas serra superiore alla media, il nostro Paese è tenuto a dare un contributo adeguato. Negli ultimi decenni, la Confederazione e i Cantoni hanno già adottato numerose leggi e misure in materia di protezione del clima. In tal modo, fino al 2021 la Svizzera è riuscita a ridurre di oltre il 18 per cento le proprie emissioni di gas serra rispetto al 1990. Le misure attuali non sono ancora sufficienti se si vogliono raggiungere gli obiettivi climatici e devono pertanto essere rafforzate.
Nel 2019 è stata presentata la cosiddetta «Iniziativa per i ghiacciai», che intendeva sancire nella Costituzione l’abbandono completo dell’utilizzo di energie fossili come olio e gas entro il 2050. Secondo il Parlamento, in alcuni punti l’iniziativa si spingeva troppo oltre. Per questo motivo è stato elaborato un controprogetto indiretto con la legge sul clima e sull'innovazione. L’UDC ha lanciato un referendum contro questa legge. Saremo quindi chiamati a votare il 18 giugno 2023.
Il Consiglio nazionale ha approvato la legge sul clima e sull'innovazione con 139 voti a favore e 51 contrari (2 astensioni). Il Consiglio degli Stati l’ha approvata con 38 voti a favore e 4 contrari (3 astensioni). Fatta salva l’UDC, tutti i gruppi parlamentari sostengono la legge.
Ancora oggi la Svizzera è fortemente dipendente dalle energie fossili. Olio e gas provengono completamente dall’estero e il conflitto in Ucraina ha mostrato i rischi di questa dipendenza. A ciò si aggiunge il fatto che le energie fossili non sono disponibili all’infinito. La legge contribuisce a ridurre il consumo di olio e gas. La legge sulla protezione del clima favorisce pertanto un approvvigionamento energetico rispettoso del clima. La legge non prevede l’introduzione né di nuovi divieti né di nuove imposte o tributi. Il potenziamento delle energie rinnovabili costa, questo è indiscutibile. Tuttavia, la sostituzione e il rinnovamento dei sistemi energetici saranno necessari in ogni caso.
Gli investimenti nella protezione del clima apportano vantaggi concreti per la popolazione. I proprietari di abitazioni che investono in impianti di riscaldamento rispettosi del clima e in sistemi di isolamento termico ricevono un sostegno finanziario. Anche gli inquilini traggono indirettamente vantaggio, dal momento che i costi per l’olio e il gas non vanno a incidere sulle fatture del riscaldamento.
La legge sul clima e sull'innovazione obbliga la Confederazione e i Cantoni ad adottare misure che aiutino la popolazione nella gestione degli effetti negativi del cambiamento climatico, ad esempio in caso di eventi di piena o periodi di calura e siccità che vanno a gravare sull’agricoltura. I Cantoni sono tenuti ad adottare misure contro le conseguenze negative del cambiamento climatico. (Scheda 6 (PDF, 166 kB, 21.04.2023))
La legge sul clima e sull'innovazione sostiene le imprese che elaborano tabelle di marcia con l’obiettivo di ridurre le emissioni a un saldo netto pari a zero entro il 2050, accordando loro fino al 2030 aiuti finanziari pari al massimo a 200 milioni di franchi l’anno per l’impiego di tecnologie e processi innovativi rispettosi del clima. Inoltre, definendo finalità chiare si crea la certezza del diritto e della pianificazione per l’economia e si indirizzano gli investimenti su binari rispettosi del clima. (Scheda 3 (PDF, 70 kB, 21.04.2023))
La legge sul clima e sull'innovazione definisce il quadro per la politica climatica a lungo termine della Svizzera e fissa gli obiettivi climatici più importanti. L’attuazione concreta avverrà in seguito in altre leggi, in particolare quella sul CO2. Sarà così possibile allestire le misure corrispondenti tenendo conto dei futuri progressi tecnologici. Altre leggi sottostanno al referendum: al popolo spetta quindi l’ultima parola.
Per raggiungere gli obiettivi della legge, in futuro sarà necessaria più elettricità. Di conseguenza bisogna potenziare le energie rinnovabili. A tal fine, il Parlamento sta discutendo la legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili. Dalle Prospettive energetiche 2050+ emerge che, entro il 2050, sarà tecnicamente possibile rifornire energia alla Svizzera senza impatto sul clima. Le tecnologie a tal fine necessarie sono già presenti o in corso di sviluppo. Il maggior fabbisogno di corrente necessario per pompe di calore e auto elettriche può essere coperto con energie rinnovabili come la forza idrica o il fotovoltaico. Al tempo stesso, è possibile risparmiare molta corrente migliorando l’efficienza. Gli ulteriori investimenti necessari per l’infrastruttura energetica sono economicamente sostenibili.
(La legge favorisce inoltre la sostituzione degli impianti di riscaldamento elettrici, i quali determinano circa il 10 per cento dei consumi di corrente del nostro Paese durante la stagione invernale e gli elevati costi che ne derivano. Una percentuale, questa, pari quasi alla produzione annua della centrale nucleare dismessa di Mühleberg. Rispetto a una pompa a calore con sonda geotermica, un impianto di riscaldamento elettrico consuma un quantitativo di elettricità da tre a cinque volte superiore. (Scheda 2 (PDF, 79 kB, 21.04.2023))
Per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento, la Confederazione ha già adottato e avviato numerose misure. Alla produzione di energie rinnovabili, ad esempio l’aggiunta di impianti fotovoltaici, in particolare di impianti di grandi dimensioni, sarà concesso un sostegno maggiore. Inoltre, le procedure di autorizzazione per le energie rinnovabili (centrali idroelettriche e impianti eolici) verranno accelerate.
Quali obiettivi persegue la legge?
La legge prevede che la Svizzera riduca le emissioni di gas serra a un saldo netto pari a zero entro il 2050. Per gestire meglio il raggiungimento di questi obiettivi, la legge definisce obiettivi intermedi per i periodi 2031-2040 e 2041-2050 e per l’anno 2040. Inoltre, prevede valori indicativi per la riduzione delle emissioni generate dai settori Edifici, Trasporti e Industria.
Saldo netto significa che il bilancio delle emissioni deve essere neutro. Quindi la Svizzera non dovrà emettere nell’atmosfera più gas serra di quanti ne possano essere assorbiti da serbatoi naturali o tecnici. L’obiettivo del saldo netto pari a zero è spesso chiamato anche neutralità climatica. Per raggiungerlo, la Svizzera dovrà ridurre il più possibile le emissioni di gas serra. Le emissioni difficilmente evitabili devono essere compensate mediante l’uso di tecnologie che sottraggono gas serra all’atmosfera o che catturano le emissioni direttamente dagli impianti in cui vengono generate.
Secondo il Consiglio federale e il Parlamento, vietare l’uso di vettori energetici fossili sarebbe una misura troppo radicale. La legge sul clima e sull'innovazione non contempla divieti, né imposte o tributi, ma prevede che il consumo di vettori energetici fossili debba essere ridotto nella misura tecnicamente possibile ed economicamente sostenibile. Le emissioni residue dovranno essere compensate mediante l’uso di tecnologie che sottraggono gas serra all’atmosfera o che catturano le emissioni direttamente dagli impianti in cui vengono generate.
Quali misure prevede la legge?
Alle imprese o ai settori che entro il 2029 elaborano tabelle di marcia per la riduzione a zero delle emissioni la Confederazione mette a disposizione basi documentali, standard e consulenze. Inoltre, fino al 2030 la Confederazione accorda a queste imprese aiuti finanziari per l’impiego di tecnologie e processi innovativi rispettosi del clima, tra cui ad esempio pompe di calore ad alte prestazioni o la cattura del CO₂. L’impostazione concreta avverrà a livello di ordinanza. Fino al 2030 sono a disposizione al massimo 200 milioni di franchi l’anno. (Scheda 3 (PDF, 70 kB, 21.04.2023))
In linea di principio gli incentivi sono disponibili per tutte le imprese, a condizione che venga elaborata una tabella di marcia per il saldo netto pari a zero. Gli incentivi sono rivolti in particolare ai cosiddetti «early movers», ossia le imprese che si impegnano per tempo a raggiungere la neutralità climatica. Non sono promosse le misure che ricevono già altri incentivi da parte della Confederazione o che sono integrate in uno strumento per la riduzione delle emissioni di gas serra. (Scheda 3 (PDF, 70 kB, 21.04.2023))
Oggi, in Svizzera, sono ancora in funzione circa 900 000 impianti di riscaldamento a olio e a gas, che devono essere sostituiti il più rapidamente possibile. Pertanto, in un cosiddetto programma d’incentivazione della durata di dieci anni la Confederazione sostiene con un importo massimo di 200 milioni di franchi l’anno i proprietari di immobili che intendono sostituire il proprio impianto di riscaldamento fossile con un sistema a energie rinnovabili. I minori costi di riscaldamento dei sistemi rispettosi del clima vanno a beneficio anche degli inquilini. Sebbene i proprietari possano in parte trasferire gli investimenti sul canone di locazione, grazie alle minori spese accessorie la sostituzione del riscaldamento risulta in genere conveniente proprio negli edifici più vecchi. Vengono incentivate anche la sostituzione dei riscaldamenti elettrici a resistenza e misure nell’ambito dell’efficienza energetica (ad es. un miglior sistema di isolamento termico). (Scheda 4 (PDF, 67 kB, 21.04.2023))
I sistemi di riscaldamento elettrici sono molto poco efficienti e necessitano di molta energia. Durante l’inverno consumano circa il 10 per cento dell’elettricità in Svizzera, ossia quasi l’equivalente della produzione annuale della centrale nucleare dismessa di Mühleberg. La loro sostituzione consentirebbe di risparmiare molta energia elettrica soprattutto d’inverno.
La legge e l’ordinanza dovrebbero entrare in vigore il 1° gennaio 2025. Le risorse saranno concesse attraverso gli strumenti di promozione già esistenti, ad esempio il Programma Edifici. I dettagli saranno definiti a livello di ordinanza.
Queste misure di promozione fungono da finanziamento di partenza e sono rivolte ai settori nei quali serve maggior dinamismo. Negli edifici sono oggi in funzione ancora circa 900 000 impianti di riscaldamento fossili che è urgente sostituire se si vuole avere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050. Nel settore industriale, gli incentivi mirano a promuovere tecnologie innovative che devono raggiungere rapidamente la maturità di mercato, ad esempio la cattura del CO₂.
Cosa fanno la Confederazione e i Cantoni?
Secondo la legge sul clima e sull'innovazione la Confederazione o, più precisamente, l’Amministrazione federale centrale deve assumere un ruolo esemplare e presentare un saldo netto delle emissioni pari a zero già entro il 2040, tenendo conto anche delle emissioni generate da beni e servizi acquistati dall’amministrazione.
Anche le amministrazioni cantonali e le imprese parastatali (ad es. le FFS o la Posta) devono puntare a un saldo netto delle emissioni pari a zero entro il 2040. A tal fine la Confederazione mette a disposizione le basi documentali necessarie. Inoltre, vari Cantoni e imprese hanno già definito obiettivi che prevedono un saldo netto pari a zero e in parte li hanno anche già sanciti nelle basi legali corrispondenti.
Come evolverà la situazione?
La legge sul clima e sull'innovazione prevede che le ulteriori misure dovranno essere regolamentate in altre leggi, in particolare in quella sul CO₂. Al momento il Parlamento sta già discutendo della revisione di questa legge per il periodo 2025-2030. La prossima revisione coprirà quindi il periodo 2031-2040. Contro queste modifiche di legge è sempre possibile lanciare un referendum: al popolo spetta quindi l’ultima parola. (Scheda 5 (PDF, 74 kB, 21.04.2023))
No, la legge sul clima e sull'innovazione non attribuisce tale competenza al Consiglio federale. Prevede che le ulteriori misure dovranno essere regolamentate in altre leggi, in particolare in quella sul CO₂. Per ulteriori interventi come eventuali divieti occorre una base legale ai sensi dell’articolo 164 della Costituzione federale. In questi casi il popolo può sempre avere voce in capitolo. Le disposizioni legali sottostanno sempre al referendum facoltativo.
La legge sul clima e sull'innovazione è un controprogetto indiretto all’Iniziativa per i ghiacciai, di cui è stato deciso il ritiro condizionato. Questo significa che, se la legge venisse respinta, l’Iniziativa per i ghiacciai verrebbe sottoposta al voto, probabilmente nel 2024, sempre che non venga ritirata in via definitiva.
Informazioni complementari
Ultima modifica 21.04.2023