Progetto «Piene estreme in Svizzera» (EXCH)

Le piene rappresentano il pericolo naturale che provoca il maggior numero di danni in Svizzera. Quattro Comuni su cinque sono stati colpiti da inondazioni negli ultimi quarant’anni. Dopo il progetto «Piene estreme dell’Aare» (EXAR), l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e l’Ufficio federale dell’energia (UFE) hanno deciso di estendere l’analisi ai principali bacini imbriferi della Svizzera in un ulteriore progetto congiunto: «Piene estreme in Svizzera» (EXCH). La pubblicazione dei risultati è prevista per novembre 2025. Le autorità disporranno in tal modo di basi solide per proteggere meglio le infrastrutture critiche dalle piene estreme.

Hochwasser Reuss Gebenstorf 2005
Piena della Reuss presso Gebenstorf (AG), 23 agosto 2005
© ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv / AIC_02-0W-059951-005


In quale contesto si colloca il progetto EXCH?

Il progetto EXAR era finalizzato all’elaborazione di basi comuni per valutare il rischio di piena per opere, impianti e infrastrutture importanti situate nel bacino imbrifero dell’Aare. La protezione contro le piene dell’Aare ricopre un ruolo fondamentale per la sicurezza della popolazione, dei beni materiali e della piazza economica svizzera.

A questo scopo, la Confederazione gestisce reti di misurazione meteorologiche e idrologiche da oltre 150 anni.

Il progetto EXAR mirava a rivalutare i rischi di piene estreme, ovvero di eventi rari o molto rari, per infrastrutture critiche, quali centrali nucleari e impianti di accumulazione, nonché a migliorare le basi per la protezione contro le piene. Per eventi (molto) rari si intendono eventi che ricorrono al massimo ogni 10 000–100 000 anni.

È qui che si inserisce il progetto EXCH. Esso contiene simulazioni e analisi di eventi di piena estremi nei bacini imbriferi del Reno, dell’Aare, del Rodano, dell’Inn, del Ticino e del Doubs che possono verificarsi ogni 10 000 anni o più raramente.

Qual è l’obiettivo del progetto EXCH?

Il progetto EXCH mira a fornire le basi per la stima di eventi di piena estremi in tutta la Svizzera attraverso l’analisi dei bacini imbriferi del Reno, dell’Aare, del Rodano, dell’Inn, del Ticino e del Doubs.

Sulla base di serie di misurazioni meteorologiche e idrologiche, vengono sviluppate simulazioni continue relative a precipitazioni, temperature e portate per ogni bacino imbrifero e i suoi bacini imbriferi parziali.

Vengono così ottenute serie temporali simulate delle portate e statistiche di portata fondate su queste ultime. Le statistiche sui valori estremi devono essere compilate per periodi di ritorno di 10 000 anni e oltre.

I risultati costituiscono la base per la valutazione della protezione contro le piene e della sicurezza delle infrastrutture critiche.

In altre parole, il progetto EXCH contribuirà a far sì che la Svizzera sia meglio preparata ad affrontare eventi di piena estremi e che i danni causati da tali eventi siano minimizzati.

Quali sono i contenuti del progetto EXCH?

Il progetto è suddiviso in quattro moduli:

  1. Modulo «Grandi bacini imbriferi»: questo modulo si basa sui metodi sviluppati per il progetto EXAR, che devono essere aggiornati e adattati ai nuovi bacini imbriferi. In totale, verranno create le basi idrometrologiche per 36 stazioni idrometrologiche dell’UFAM e 24 impianti di accumulazione (dighe) con un bacino imbrifero di oltre 1000 km2 di superficie in tutta la Svizzera. I risultati permetteranno inoltre di verificare le statistiche sulle piene esistenti e di estenderle a periodi di ritorno più lunghi.
  2. Modulo «Piccoli bacini imbriferi»: questo modulo riguarda principalmente gli impianti di accumulazione sorvegliati dall’UFE con bacini imbriferi aventi una superficie compresa tra 1000 e 10 km2, in alcuni casi anche di 5 km2. Si tratta di un modulo di sviluppo e ricerca che ha l’obiettivo di sviluppare nuovi metodi per l’elaborazione delle basi idrometeorologiche necessarie. I risultati permetteranno inoltre di verificare le ipotesi sulla sicurezza di tali impianti di accumulazione in caso di piena nonché la relativa «piena di dimensionamento» (piena millenaria [HQ1000]) e la «piena di sicurezza» (≥ 1,5 volte HQ1000).
  3. Modulo «Analisi di sensibilità»: questo modulo permette di valutare meglio la plausibilità e l’affidabilità dei risultati attraverso un’analisi degli effetti delle incertezze legate agli scenari meteorologici e alla scelta del modello idrologico sull’idrologia relativa alle piene.
  4. Modulo «Reforecast»: questo modulo di ricerca si basa su un altro approccio metodologico e permette di creare statistiche idrometeorologiche indipendenti per garantire l’affidabilità dei risultati per gli altri moduli.

Quali servizi federali collaborano al progetto EXCH?

Al progetto EXCH collaborano l’UFAM (responsabile dell’idrologia e della prevenzione dei pericoli) e l’UFE (responsabile della regolamentazione e della sicurezza degli impianti di accumulazione). I moduli di progetto «Grandi bacini imbriferi», «Analisi di sensibilità» e «Reforecast» sono gestiti dall’UFAM, mentre il modulo «Piccoli bacini imbriferi» è gestitio dall’UFE. MeteoSvizzera partecipa al progetto in qualità di servizio competente in materia di meteorologia. Il mandatario principale è l’Istituto geografico dell’Università di Zurigo.

Come viene attuato il progetto EXCH?

L’attuazione non è parte integrante del progetto e spetterà invece alle autorità federali e cantonali competenti nonché ai gestori delle infrastrutture sulla base dei risultati di questo progetto.

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Ultima modifica 19.09.2025

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