Il suolo è una risorsa esauribile e la sua gestione non è sostenibile. Lo sviluppo degli insediamenti, la costruzione di infrastrutture di trasporto e l’erosione causano una continua perdita di suolo prezioso. Sostanze nocive vietate da decenni sono tuttora presenti nei suoli svizzeri. Altre sostanze nocive continuano a essere immesse nel suolo in particolare attraverso il traffico e l’agricoltura. Tali sviluppi minacciano la risorsa suolo, che impiega più generazioni per rinnovarsi, e hanno quindi un impatto negativo sulla produzione agricola, la regolazione del ciclo dell’acqua e dei nutrienti come pure la biodiversità.
- 1. Alloggio, mobilità, agricoltura e selvicoltura (determinanti)
- 2. Deterioramento fisico, chimico e biologico del suolo nonché consumo di superficie (pressioni)
- 3. Stato del suolo (stato)
- 4. Conseguenze del deterioramento del suolo (impatto)
- 5. Misure per la protezione del suolo, urbanizzazione centripeta (risposte)
1. Alloggio, mobilità, agricoltura e selvicoltura (determinanti)
Negli scorsi decenni, la crescita economica e demografica nonché l’aumento della mobilità e il maggior fabbisogno medio di superficie abitabile per abitante hanno accresciuto la domanda di edifici residenziali e amministrativi, strade e linee ferroviarie, centri commerciali, zone industriali e artigianali, impianti sportivi e del tempo libero. Con l’aumentare di queste esigenze, anche la domanda di suolo dovrebbe mantenersi elevata.
Nell’agricoltura e nella selvicoltura, sulla scia della razionalizzazione le macchine impiegate diventano sempre più efficienti ma anche più pesanti, aumentando il rischio di compattazione del suolo e di erosione.
A causa dei cambiamenti climatici, il suolo è messo sempre più sotto pressione e le sue prestazioni diventano ancora più importanti. La maggiore frequenza delle precipitazioni intense farà aumentare il rischio di erosione. Con la crescente siccità estiva acquisisce importanza la capacità del suolo di immagazzinare acqua, mentre l’emissione di CO2 dalla torba presente nei suoli torbosi prosciugati, dannosa per il clima, procede a ritmo sempre più rapido.
Il suolo sta diventando sempre più scarso non solo in Svizzera. Oggi il 40 per cento circa delle superfici terrestri libere dal ghiaccio è destinato all’agricoltura. È prevedibile che tale percentuale crescerà ulteriormente: la FAO stima infatti che da qui al 2050 in Africa, a Sud del Sahara e in Asia meridionale il fabbisogno di derrate alimentari raddoppierà e nel resto del mondo aumenterà di un terzo. Contemporaneamente, i cambiamenti climatici possono ridurre le rese e la concorrenza per il suolo e per le sue utilizzazioni specifiche si inasprirà.
2. Deterioramento fisico, chimico e biologico del suolo nonché consumo di superficie (pressioni)
Il deterioramento fisico del suolo attraverso la compattazione e l’erosione costituisce una grande sfida. La compattazione del suolo, provocata ad esempio dalla sua lavorazione o dal transito con macchine o veicoli troppo pesanti, si verifica soprattutto in condizioni di umidità. La compattazione favorisce il deflusso superficiale dell’acqua e di conseguenza l’erosione del suolo. Nei grandi cantieri, l’attenzione alla gestione del suolo è aumentata grazie all’accompagnamento dei lavori da parte di pedologi. In Svizzera, la causa principale dell’erosione è la gestione agricola non conforme alle caratteristiche del sito.
L’inquinamento chimico è causato dall’immissione di sostanze, come ad esempio cadmio e uranio presenti nei fertilizzanti. Negli ultimi decenni varie misure (p. es. prescrizioni più severe contro l’inquinamento atmosferico, divieto della benzina contenente piombo, divieto di concimare con fanghi di depurazione) hanno contribuito a ridurre l’immissione nel suolo di inquinanti prodotti dall’industria e dall’artigianato. Le sostanze immesse in passato sono tuttavia ancora presenti nel suolo. Metalli pesanti sono inoltre riversati nel suolo a livello locale attraverso i concimi. Continua poi a causare problemi sull’intero territorio l’apporto diffuso di azoto atmosferico. Anche le immissioni di microplastiche si possono osservare su tutto il territorio e costituiscono un problema crescente.
Il deterioramento biologico del suolo è invece riconducibile all’introduzione di organismi geneticamente modificati, patogeni o alloctoni, perlopiù attraverso lo spostamento di materiale terroso.
Tra il 1985 e il 2018, in Svizzera la superficie occupata è aumentata complessivamente di poco meno di un terzo (+ 776 km2), anche se con un certo rallentamento negli ultimi tre decenni. Sono cresciute soprattutto le aree residenziali, con percentuali che hanno raggiunto il 61 per cento, ossia due volte il ritmo di crescita della popolazione. Continua così la perdita di suolo dovuta alla cementificazione, perlopiù a spese dei terreni coltivi. Si rilevano tuttavia differenze da una zona all’altra.
L’attività edilizia comporta l’impermeabilizzazione e la compattazione delle superfici nelle aree urbane. L’impermeabilizzazione della superficie terrestre con materiali impermeabili all’aria e all’acqua, come l’asfalto o il calcestruzzo, è il più grave cambiamento del suolo provocato dall’uomo. I nostri suoli si sono formati nel corso di millenni. In media ci vogliono 100 anni per dare vita a un centimetro di suolo. Una volta distrutto, non si può ricostituire in un orizzonte temporale umano.
3. Stato del suolo (stato)
L’entità del deterioramento del suolo attraverso la compattazione e l’erosione dipende dal tipo di suolo e di gestione. Per ora manca tuttavia una rilevazione sistematica. Nell’agricoltura, il problema della compattazione del suolo si manifesta soprattutto nei campi e negli orti delle zone umide, in particolare per colture come il mais, la barbabietola da zucchero o le patate, che vengono raccolte tardi e spesso in condizioni di cattivo tempo. Nelle zone di pianura e collinari è classificato come potenzialmente a rischio di erosione da moderato a forte circa il 20 per cento della superficie agricola utile, in particolare i pendii, le superfici coltive aperte e le superfici con coltivazione intensiva di ortaggi.
Nei grandi cantieri, da alcuni anni le autorità chiedono un accompagnamento dei lavori da parte di pedologi. Specialisti qualificati sono incaricati di fornire consulenza e accompagnare le misure di protezione del suolo, il che di regola consente di raggiungere con successo gli obiettivi di protezione del suolo.
In Svizzera non esiste suolo che non sia in qualche modo contaminato. Il suolo può trattenere per decenni la maggior parte delle sostanze nocive. L’inquinamento riguarda soprattutto:
- le superfici d’insediamento (parchi e zone verdi);
- i terreni inclusi in determinate aree industriali o infrastrutture per i trasporti;
- i terreni adibiti a colture particolari (frutteti e vigneti).
Alcuni inquinanti chimici sono tendenzialmente in calo (p. es. il piombo e il mercurio), altri restano pressoché costanti (p. es. il cromo e il cadmio) e altri ancora si sono accumulati negli ultimi anni (p. es. lo zinco e il rame nella praticoltura intensiva destinata all’ingrasso di bestiame). A causa della mancanza di rilevazioni, l’entità del deterioramento è perlopiù sconosciuta, soprattutto per gli inquinanti organici, gli antibiotici veterinari, i prodotti fitosanitari e le microplastiche.
Il valore critico per le immissioni di azoto atmosferico viene tuttora superato in misura considerevole in molti spazi vitali.
Il deterioramento biologico provocato da organismi geneticamente modificati, patogeni o alloctoni non rappresenta attualmente una minaccia acuta per il suolo svizzero. Non per questo si deve abbassare la guardia.
Quasi due terzi della superficie insediava sono impermeabilizzati (edifici e strade). Il ritmo di crescita degli insediamenti è sì leggermente rallentato grazie allo sviluppo centripeto, ma, in compenso, le superfici impermeabilizzate sono notevolmente aumentate negli ultimi decenni, con un incremento del 40 per cento (594 km2) tra il 1985 e il 2018. Dopo un rallentamento nel periodo 1997-2009, l’impermeabilizzazione ha segnato una nuova accelerazione nell’ultimo periodo di osservazione (2009-2018). Attualmente in Svizzera vengono impermeabilizzati ogni anno 17,6 chilometri quadrati di suolo, una cifra equivalente a quasi sette campi da calcio al giorno.
I suoli trattengono nell’humus grandi quantità di carbonio atmosferico. La quantità immagazzinata sta calando a causa dei cambiamenti nell’utilizzazione del territorio e della gestione non sostenibile del suolo. Negli ultimi trent’anni i suoli agricoli minerali non sono stati né fonti né pozzi di CO2. L’adattamento delle pratiche di gestione ha tuttavia consentito di aumentare le loro riserve di humus e di carbonio. La perdita di humus dai suoli torbosi prosciugati è invece considerevole. Pur rappresentando meno del 2 per cento della superficie agricola, le paludi drenate contribuiscono per il 10 per cento circa alle emissioni di gas serra del settore agricolo.
La crescita degli insediamenti, l’ampliamento delle infrastrutture e l’agricoltura intensiva si concentrano nell’Altipiano e nei fondivalle delle grandi valli alpine. Qui è di conseguenza maggiore anche la perdita di suolo causata dall’impermeabilizzazione come pure la compromissione della qualità del suolo. Poiché in questi luoghi si trovano anche i suoli coltivati qualitativamente migliori, a risentire della perdita di superficie e di qualità sono soprattutto i suoli più fertili.
4. Conseguenze del deterioramento del suolo (impatto)
Suoli intatti svolgono varie funzioni ecologiche ed economiche. Per funzioni del suolo s’intende la capacità del suolo di fornire servizi all’uomo e all’ambiente. Conformemente alle definizioni utilizzate a livello internazionale si distinguono le seguenti funzioni del suolo:
- funzione di spazio vitale: capacità del suolo di fungere da base vitale per gli organismi e di contribuire alla conservazione della diversità di ecosistemi e specie e della loro diversità genetica;
- funzione regolatrice: capacità del suolo di regolare i cicli dei materiali e dell’energia, di fungere da filtro, tampone o serbatoio nonché di trasformare sostanze;
- funzione produttiva: capacità del suolo di produrre biomassa, ossia alimenti e foraggi nonché legname e fibre;
- funzione di supporto: capacità del suolo di fungere da terreno edificabile;
- funzione di materia prima: capacità del suolo di stoccare materie prime, acqua ed energia geotermica;
- funzione di archivio: capacità del suolo di conservare informazioni relative alla storia naturale e culturale.
Un suolo impermeabilizzato o scavato non può più svolgere le sue funzioni nel bilancio naturale: non riesce infatti più a trattenere l’acqua piovana, a produrre biomassa e a garantire la regolazione del clima locale (attenuazione dell’effetto isola di calore in città).
I suoli compattati sono meno produttivi dei suoli non compromessi (non compattati) e assorbono meno le precipitazioni, con un conseguente aumento del rischio di scivolamenti e inondazioni. Un suolo compattato superficialmente impiega anni a riprendersi, mentre una compattazione dello strato inferiore del suolo è praticamente irreversibile. L’erosione del suolo distrugge grandi estensioni di preziose terre coltivabili. Il terreno trascinato via può danneggiare le infrastrutture (p. es. strade, sistemi di drenaggio). Il materiale dilavato contribuisce inoltre a contaminare le acque con nutrienti. Particolarmente importante è il dilavamento di prodotti fitosanitari.
Le conseguenze dell’inquinamento da sostanze chimiche minacciano la fertilità del suolo. Le piante assorbono determinate sostanze nocive dal suolo, a danno della qualità di derrate alimentari e mangimi. I pesticidi lasciano residui nel suolo, i cui possibili effetti negativi sull’attività biologica e sugli organismi viventi del suolo devono ancora essere esaminati in maniera approfondita.
Il deterioramento biologico provocato da organismi geneticamente modificati, importati o comunque estranei al nostro ambiente può ridurre la fertilità del suolo esattamente come la modifica del tessuto degli organismi viventi del suolo a causa di influssi esterni, come per esempio i cambiamenti climatici o un uso del suolo non conforme alle caratteristiche del sito.
5. Misure per la protezione del suolo, urbanizzazione centripeta (risposte)
Affinché i suoli possano svolgere le loro funzioni vitali anche in futuro è necessaria una gestione delle risorse sostenibile e integrata, che tenga conto di tutte le funzioni del suolo e delle diverse esigenze di protezione e di utilizzo. Nella sua seduta dell’8 maggio 2020, il Consiglio federale ha perciò adottato la Strategia Suolo Svizzera. Questa prevede che il consumo del suolo scenda allo zero netto entro il 2050. Se dunque, ad esempio, si perdono funzioni del suolo a causa di un intervento di cementificazione, queste devono essere compensate in un altro luogo con l’apporto di suolo. Tra gli altri obiettivi vi sono l’orientamento verso un utilizzo sostenibile del suolo, la riduzione al minimo del consumo di suolo, la protezione dei suoli da inquinamenti pericolosi o il ripristino dei suoli degradati. La strategia deve essere messa in pratica nell’ambito della pianificazione del territorio, nell’agricoltura, nel bosco, sui cantieri, in occasione di eventi «nel verde», negli insediamenti, nella gestione dei suoli contaminati e a livello internazionale.
Insieme alla Strategia Suolo, la Confederazione ha adottato un pacchetto di misure per garantire in modo sostenibile la risorsa suolo. Tra queste rientrano il Piano settoriale per l’avvicendamento delle colture (SAC), il Centro di competenza suolo (KOBO) e una strategia per il rilevamento nazionale di informazioni sul suolo.
Al fine di preservare e migliorare la qualità del suolo, la Confederazione e i Cantoni adottano diverse misure basate tra l’altro sull’ordinanza contro il deterioramento del suolo (O suolo). In collaborazione con il settore agricolo, forestale ed edilizio hanno elaborato strumenti e adottato misure di protezione preventive. Da alcuni anni, per esempio, per non compromettere i suoli e per preservarne la fertilità, nei grandi cantieri viene richiesto l’accompagnamento pedologico dei lavori.
Per evitare la compattazione del suolo nella gestione agricola è disponibile il modello di simulazione Terranimo, che consente di calcolare il rischio di compattazione legato all’impiego di macchinari agricoli.
Se dopo aver subito danni da erosione gli agricoltori non adottano nessuna contromisura per evitare che si ripetano, i pagamenti diretti possono essere ridotti. Le carte del rischio di erosione completate nel 2019 per i terreni coltivi e permanentemente inerbiti servono da aiuto per i gestori e i Cantoni.
Per una parte del deterioramento chimico, dovuto ad esempio a metalli pesanti, e per singole sostanze nocive organiche, come gli idrocarburi policiclici aromatici (PAH), i bifenili policlorurati (PCB) o le diossine, la Confederazione stabilisce valori indicativi, di guardia e di risanamento.
Con il piano d’azione per la riduzione dei rischi e l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari, la Confederazione stabilisce obiettivi misurabili e misure concrete.
Per arginare la perdita di suolo, la legge sulla pianificazione del territorio (LPT) esige da Confederazione, Cantoni e Comuni una gestione parsimoniosa della risorsa suolo. La prima tappa della revisione parziale della LPT (in vigore dal 2014) ha posto l’accento proprio su tale principio. Lo sviluppo degli insediamenti deve avvenire prioritariamente nelle zone edificabili esistenti. La seconda tappa della revisione della LPT (in corso) si concentra principalmente sulle costruzioni al di fuori dalle zone edificabili.
Ulteriori informazioni
Link
Documenti
Ergebnisse der Nationalen Bodenbeobachtung (NABO) 1985-2019
Ultima modifica 19.12.2022