25a Conferenza sul clima: nessuna regola di mercato per le riduzioni delle emissioni realizzate all’estero
Berna, 15.12.2019 - La 25a Conferenza sul clima (COP25), tenutasi a Madrid si è conclusa il 15 dicembre. La COP25 ha trattato temi importanti quali l’adozione di regole di attuazione incisive nella gestione delle riduzioni delle emissioni realizzate all’estero come pure nella gestione delle perdite e dei danni causati dai cambiamenti climatici. Non è stato possibile adottare regole per i meccanismi di mercato volte a escludere il doppio computo delle riduzioni di emissioni realizzate all’estero. La Svizzera si rammarica della decisione e vuole ora impegnarsi, insieme a diversi Paesi partner, affinché siano adottate ambiziose regole di mercato comuni.
Nel quadro della COP25, la Svizzera si è impegnata a favore dell'adozione di regole incisive che garantiscano l'attuazione efficace dell'Accordo di Parigi sul clima. In particolare, ha chiesto che le riduzioni realizzate all'estero non vengano computate due volte (dal Paese donatore e dal Paese destinatario), poiché in tal caso verrebbero messi in pericolo gli obiettivi e l'efficienza dell'Accordo.
Le riduzioni delle emissioni realizzate all'estero
La Conferenza non è riuscita ad adottare regole per le riduzioni delle emissioni realizzate all'estero. Il testo negoziale avrebbe consentito di attuare delle regole incisive, volte a garantire i principi e gli obiettivi dell'Accordo di Parigi relativi all'articolo 6. Il testo è stato tuttavia respinto da un piccolo gruppo di Paesi emergenti. I lavori concernenti queste regole continueranno l'anno prossimo. La Svizzera si rammarica della decisione e, congiuntamente ad altri Paesi partner ambiziosi, si è impegnata ad applicare al commercio dei certificati di emissione delle regole robuste stabilite secondo i principi di San José, volti a garantire ambizioni e integrità elevate. Queste regole dovranno essere applicate fino a quando non sarà stato trovato un accordo nel quadro della COP.
Gestione di danni e perdite dovute al clima
Alla COP25 i Paesi hanno convenuto di rafforzare il meccanismo di Varsavia che consente di compensare i danni e le perdite subite dai Paesi in seguito ai cambiamenti climatici (ad es. inondazioni, perdite di raccolto). Il meccanismo ha lo scopo di migliorare lo scambio di conoscenze ed esperienze fra i Paesi, al fine di prevenire tali eventi.
Trasparenza
Il reporting e l'esame dei rapporti inoltrati dai Paesi costituiscono elementi importanti dell'accordo di Parigi. A Madrid, i Paesi non sono tuttavia riusciti ad accordarsi su come informare sulle loro riduzioni delle emissioni e sul sostegno ottenuto o dato ad altri Paesi. La Svizzera considera questo risultato preoccupante, poiché le regole che disciplinano la trasparenza sono essenziali ai fini del rapporto di fiducia fra le Parti contraenti. Per accordarsi su tali regole, i Paesi hanno ora ancora tempo fino al 2020.
Nel quadro del cosiddetto «Assessment multilaterale» la Svizzera ha illustrato i progressi ottenuti e le sfide affrontate nell'ambito della realizzazione dei suoi obiettivi climatici. Questa verifica costituisce un elemento importante dell'accordo ed è intesa a rendere trasparenti gli sforzi di riduzione delle emissioni compiuti dai singoli Paesi.
Contributi della Svizzera al finanziamento per il clima
La conferenza ha accolto con favore l'impegno, assunto in ottobre dai Paesi della conferenza dei donatori, di rifinanziare il Fondo verde per il clima (Green Climate Fund, GCF) con un importo pari a circa 9,8 miliardi dollari. Il nostro Paese intende contribuire a tal fine circa 150 milioni di dollari. Il fondo finanzia progetti di riduzione delle emissioni di gas serra e di adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo.
La Svizzera ha inoltre annunciato nel quadro della Conferenza l'intenzione di stanziare 31 milioni di franchi per il fondo di adattamento (Adaptation Fund) delle Nazioni Unite e per lo «Scaling-up Renewable Energy Programme», un programma della Banca mondiale per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Questa decisione sottolinea la volontà del nostro Paese di fornire un contributo equo al finanziamento internazionale per il clima.
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