Le acque sotterranee utilizzate come acqua potabile

Le zone di protezione delle acque sotterranee proteggono gli acquiferi che alimentano le reti di acqua potabile da tutti i tipi di inquinamento e dagli ostacoli che impediscono l’afflusso delle acque sotterranee. Tali zone devono essere delimitate attorno a ogni captazione di interesse pubblico e rappresentano il principale strumento delle misure di pianificazione del territorio relative alle acque sotterranee in vista loro utilizzo.

Nelle zone di protezione delle acque sotterranee le attività umane sono soggette a limitazioni. In acquiferi in materiale sciolto o in acquiferi in roccia carsica o fessurata debolmente eterogenei le regole di protezione diventano più severe man mano che ci si avvicina alla captazione. Negli acquiferi in roccia carsica o fessurata fortemente eterogenei, le zone di protezione delle acque sotterranee sono delimitate in funzione della loro vulnerabilità. Più la zona è vulnerabile più le regole sono severe.

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Le zone sono definite dal piano delle zone di protezione, che ne precisa l’estensione. Il regolamento delle zone di protezione stabilisce le limitazioni di utilizzo di ogni zona. L’acqua delle captazioni e gli impianti di ravvenamento delle acque sotterranee devono soddisfare i requisiti sia della legislazione in materia di derrate alimentari che dell’ordinanza sulla protezione delle acque.

In numerose località della Svizzera le acque sotterranee possono essere utilizzate come acqua potabile senza alcun trattamento. La funzione di filtro del suolo garantisce una depurazione sicura e l’eliminazione degli agenti patogeni.

Le zone di protezione fungono da impianto di depurazione naturale delle acque nel percorso tra il luogo di infiltrazione nell’acquifero e la captazione.  


Zone S1 e S2

La zona S1 include le immediate vicinanze della captazione o dell’impianto di ravvenamento delle acque sotterranee. Si estende su un raggio di almeno 10 metri attorno alla captazione e ai dreni. In questa zona sono autorizzati esclusivamente i lavori di costruzione e le attività necessarie per l’approvvigionamento di acqua potabile. Questa misura consente di prevenire danni all’impianto e l’inquinamento dell’acqua captata. La zona S1 deve quindi appartenere al proprietario della captazione ed essere recintata.

Negli acquiferi in roccia carsica o fessurata fortemente eterogenei sono delimitate alcune zone S1 anche intorno a strutture geologiche in cui l’acqua di superficie perviene concentrata nel sottosuolo (inghiottitoi) e in cui vi è una minaccia allo sfruttamento dell’acqua potabile.

Per ogni tipo di acquifero il ruolo della zona S2 è di impedire l’inquinamento delle acque sotterranee causato da scavi e lavori sotterranei in prossimità di captazioni e di impianti di ravvenamento delle acque sotterranee. Ha anche lo scopo di impedire che lo scorrimento verso la captazione sia ostacolato da impianti sotterranei.

Per gli acquiferi in materiale sciolto o per gli acquiferi in roccia carsica o fessurata debolmente eterogenei, la zona S2 deve inoltre garantire che nessun microrganismo patogeno finisca nell’acqua potabile. Per tale motivo in questa zona è vietato spargere colaticcio. Inoltre non sono ammesse l’infiltrazione di acque di scarico e la costruzione di edifici e impianti.

Conflitti con la S2


zone di protezione delle acque sotterranee S1, S2 e S3

Zona S3

La zona S3 deve garantire che, in caso di incidente, si disponga di tempo e di una distanza sufficienti per prevenire rischi per l’acqua captata. Per tale ragione le aziende che rappresentano una minaccia per l’acqua potabile (p. es. stazioni di servizio) non possono essere ubicate nella zona S3, in cui, inoltre, non è consentito lasciar infiltrare acque di scarico e installare circuiti termici.


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Zone Sh e Sm

Gli acquiferi in roccia carsica o fessurata fortemente eterogenei sono protetti dalle zone Sh e Sm oltre che dalle zone S1 e S2. La zona S2, infatti deve solamente soddisfare l’esigenza di coprire un’estensione minima di 100 m e la zona S3 non è delimitata. La maggior parte del bacino imbrifero della captazione è quindi protetta dalla zona Sh, in cui la vulnerabilità dell’acquifero è elevata, e dalla zona Sm in cui è media. La vulnerabilità è definita secondo le caratteristiche del rivestimento (suolo e strati di copertura) e del sistema carsico o di fessure come pure delle condizioni d'infiltrazione.



Dimensionamento delle zone di protezione

I criteri per il dimensionamento delle diverse zone di protezione variano in funzione dell’ubicazione della captazione, che si può trovare in materiale sciolto (p. es. ghiaia), in rocce fessurate (p. es. granito) o in rocce carsiche (p. es. calcare). Le guide pratiche e gli aiuti all’esecuzione dell’UFAM forniscono delle precisazioni sulla delimitazione delle zone di protezione delle acque sotterranee e sull’applicazione del diritto in vigore. Le pubblicazioni si rivolgono in primo luogo alle autorità competenti e ai geologi e agli ingegneri che forniscono consulenze in questo ambito.


Aiuti a l’esecuzione per la delimitazione delle zone di protezione

Grundwasserschutzzonen bei Lockergesteinen

Questa pubblicazione non esiste in italiano. È disponibile in altre lingue. 2012

Ausscheidung von Grundwasserschutzzonen bei Kluft-Grundwasserleitern

Cover Ausscheidung von Grundwasserschutzzonen bei Kluft- und Grundwasserleitern. Distanz-Methode, Isochronen-Methode, Methode DISCO. Praxi shilfe. 2003. 83 S.

Questa pubblicazione non esiste in italiano. È disponibile in altre lingue con riassunto in italiano. 2003

Kartierung der Vulnerabilität in Karstgebieten (Methode EPIK)

Cover Kartierung der Vulnerabilität in Karstgebieten (Methode EPIK). 1998. 56 S.

Questa pubblicazione non esiste in italiano. È disponibile in altre lingue.

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Ultima modifica 10.09.2018

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