Rifiuti tossici e prodotti chimici pericolosi

20.04.2017 - I rifiuti tossici e i prodotti chimici pericolosi fanno parte degli scambi internazionali anche tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo. Dal 1992 gli Stati regolamentano questi scambi al fine di ridurre gli impatti dei prodotti pericolosi sulla salute e sull’ambiente. Ginevra è diventata il centro di competenza mondiale, poiché ospita le tre Convenzioni che disciplinano questo ambito. Dal 24 aprile al 5 maggio, una conferenza mondiale riunirà in questa città gli Stati membri delle Convenzioni.

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Circa l’80 per cento dell’inquinamento degli oceani è generato sulla terraferma, ad esempio attraverso sostanze chimiche come il PCB e i pesticidi.
© UFAM

Rottami elettrici ed elettronici: cosa succede dopo lo smaltimento di grandi quantità di rifiuti pericolosi

Nel 2014 sono state generate 42 milioni di tonnellate di rottami elettrici ed elettronici in tutto il mondo, pari a oltre un milione di autocarri incolonnati lungo 23 000 chilometri. Questi rottami sono composti da computer e cellulari, ma anche da lavatrici e stampanti. Si tratta di rifiuti che possono contenere sostanze pericolose come ad esempio mercurio o policlorobifenile (PCB), oltre a metalli preziosi quali oro, rame, alluminio e metalli tecnici rari come il neodimio. Appena 6,5 milioni delle 42 milioni di tonnellate di rottami elettrici ed elettronici generate in tutto il mondo vengono riciclate secondo gli standard più elevati.

Grandi quantità di questi rifiuti vengono smaltiti in Paesi in via di sviluppo senza rispettare le disposizioni internazionali. Spesso gli apparecchi, in parte ancora funzionanti, vengono smontati da persone non adeguatamente formate, che mettono così in pericolo la loro salute come pure l’ambiente. Il solo Ghana, ad esempio, importa circa 40 000 tonnellate di rottami elettrici ed elettronici all’anno, che in gran parte vengono smaltiti in modo improprio. L’obiettivo è evitare questo inquinamento ambientale a livello internazionale. Di ciò si occupa la Convenzione di Basilea: il controllo dei movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e la loro eliminazione.

In particolare è stato approvato un emendamento che vieta l’esportazione di rifiuti pericolosi dai Paesi dell’OCSE in Paesi non membri di questa organizzazione. Entrerà in vigore quando un gruppo specifico di 66 Stati l’avrà ratificato. La Svizzera, che ha ratificato l’accordo, si impegna affinché le poche ratifiche mancanti vengano effettuate, cosicché tale misura venga attuata. 

L’inquinamento nascosto: sostanze chimiche persistenti nell’ambiente

Circa l’80 per cento dell’inquinamento degli oceani è generato sulla terraferma, ad esempio attraverso le acque di scarico urbane che spesso vengono immesse senza alcun trattamento nei mari, oppure attraverso l’agricoltura. Oltre ai rifiuti antropici, queste acque di scarico contengono anche metalli pesanti e altre sostanze chimiche problematiche dal punto di vista ambientale come ad esempio il PCB e i pesticidi. Questi ultimi si accumulano sia nei sedimenti dei mari come pure nelle acque superficiali e nella fauna marina.

La Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti mira a vietare i prodotti chimici più pericolosi. Attualmente la Convenzione regolamenta più di 20 sostanze che si degradano molto lentamente, si accumulano negli organismi e possono depositarsi molto lontano dal loro luogo di emissione. Nel caso dei PCB la situazione globale è migliorata grazie alla Convenzione di Stoccolma. In Svizzera le concentrazioni di PCD nei sedimenti dei laghi si sono ridotte progressivamente dagli anni Settanta grazie all’introduzione di un divieto nazionale. Le cloroparaffine invece non sono ancora regolamentate dalla Convenzione di Stoccolma. 

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Le sostanze pericolose non si fermano ai confini nazionali: é stato dimonstrato che sostanze nocive longeve sono state trovate nel corpo di organismi marini che vivono 10.000 metri sotto il livello del mare.
© UFAM

Trasparenza nel commercio per proteggere la popolazione

Un buon sistema per limitare i danni legati ai prodotti chimici è obbligare gli esportatori a informare il Paese che riceve i carichi di rifiuti della pericolosità dei prodotti. È quanto prevede la Convenzione di Rotterdam sulla procedura di assenso preliminare in conoscenza di causa. Dall’entrata in vigore della Convenzione, nel 2004, gli Stati dispongono di una buona base per decidere se importare o meno le sostanze chimiche elencate nella Convenzione. I Paesi che non hanno le strutture e gli impianti necessari per immagazzinare e smaltire tali prodotti in modo conforme alle esigenze ambientali vengono così protetti meglio. 

Conferenza a Ginevra dal 24 aprile al 5 maggio

Queste tre convenzioni hanno sede a Ginevra. Gli Stati membri di tali accordi si riuniranno in quest'ultima città dal 24 aprile al 5 maggio 2017. Continueranno i lavori al fine di promuovere una gestione dei rifiuti pericolosi rispettosa dell’ambiente, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Verrano inoltre sottoposte nuove sostanze a due Convenzioni.

Le sostanze pericolose non si fermano ai confini dei Paesi. Solo attraverso un impegno internazionale si può proteggere in modo efficace anche la nostra popolazione e il nostro ambiente da sostanze pericolose. La Svizzera si adopera, affinché le Convenzioni vengano completate e attuate con efficacia in tutto il mondo. Approverà le nuove direttive e l’iscrizione nelle Convenzioni delle sostanze proposte. Inoltre, sosterrà lo sviluppo di partenariati tra il settore pubblico e quello privato per migliorare il trattamento dei rifiuti a livello mondiale.

Incontro ministeriale del 4 e 5 maggio

Il 4 e il 5 maggio un incontro di alto livello riunirà i ministri degli Stati membri delle Convenzioni. Le discussioni saranno incentrate sui seguenti temi:

  • integrazione della buona gestione dei prodotti chimici e dei rifiuti negli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030;

  • possibilità di rafforzare l’attuazione delle Convenzioni attraverso partenariati tra il settore pubblico e quello privato;
  • provvedimenti da adottare per ridurre i rifiuti e l’inquinamento, incentivando al contempo lo sviluppo economico e sociale.


Il direttore dell’UFAM Marc Chardonnens parteciperà a tale incontro con il titolo di Segretario di Stato. 

Come sono attuate le Convenzioni in Svizzera?

La Svizzera dispone già di buone strutture e regolamentazioni nell’ambito dei prodotti chimici e dei rifiuti. Anche le sostanze che verranno integrate nella Convenzione alla prossima Conferenza delle Parti sono già in gran parte regolamentate nel nostro Paese.

Ulteriori informazioni

https://www.bafu.admin.ch/content/bafu/it/home/temi/affari-internazionali/dossier/rifiuti-tossici-e-prodotti-chimici-pericolosi.html