Fonti di inquinanti atmosferici: processi e impianti industriali e artigianali

I processi industriali e artigianali liberano ossidi di azoto, diossido di zolfo, polvere, composti organici volatili (COV) e altri inquinanti. Gli inquinanti atmosferici provengono direttamente dalla combustione di petrolio, carbone e gas o rientrano tra le emissioni legate ai processi. Dall’inizio degli anni 1990, le emissioni di COV sono state ridotte sensibilmente, anche grazie alle diminuzione del tenore di COV nelle vernici e nelle lacche.


Occorre intervenire soprattutto sulle emissioni di composti organici volatili (COV), liberati principalmente durante l'impiego di prodotti per la pulizia e solventi. La quota delle emissioni di COV prodotte dall'industria e dall'artigianato è pari al 50 per cento circa del totale delle emissioni di COV.

I processi industriali producono anche altri inquinanti e possono causare concentrazioni di immissioni eccessive a livello locale. Nell'industria metallurgica, le alte temperature comportano emissioni di  ossidi di azoto. In molti processi ad alte temperature sono prodotte anche polveri fini. E dalle materie prime nell'industria del cemento fuoriesce diossido di zolfo.

Informazioni sulle emissioni di sostanze inquinanti e sui trasferimenti di rifiuti prodotti dalle aziende sono iscritte in un registro delle emissioni di inquinanti.


Fonte di inquinanti atmosferici: gestione dei rifiuti

I rifiuti sono ripartiti in rifiuti urbani con una composizione molto eterogenea, rifiuti speciali, legno usato, rifiuti di carta e rifiuti simili, liscive solfitiche e rifiuti biogeni. La combustione dei rifiuti libera vari inquinanti atmosferici, tra cui spiccano i seguenti:

  • diossine e furani policlorurati,
  • mercurio,
  • piombo,
  • polveri fini,
  • ossidi di azoto,
  • ossidi di zolfo,
  • COV.

L'ordinanza contro l'inquinamento atmosferico (OIAt) prescrive in quali impianti devono essere bruciati i rifiuti. Durante l'esercizio di questi impianti devono essere rispettati valori limite di emissione.

Per anni l'incenerimento di rifiuti speciali in impianti senza una tecnica di depurazione dei gas di scarico adeguata ha inquinato l'aria. Dall'entrata in vigore dell'OIAt nel 1985 le emissioni prodotte dall'incenerimento dei rifiuti sono state ridotte in media del 60-70 per cento; quelle di diossine e furani, mercurio e piombo dell'80-95 per cento.

Questo forte calo è stato possibile perché gli impianti d'incenerimento dei rifiuti urbani (IIRU) sono stati equipaggiati con sistemi di filtrazione dell'aria a causa di normative sempre più severe in materia di controllo dell'inquinamento atmosferico. I rifiuti speciali come cavi (dal 1995) e rifiuti ospedalieri (dal 2002) devono essere inceneriti in appositi IIRU o in impianti speciali.

Il seguente documento contiene una presentazione di tutti gli IIRU conosciuti in Svizzera che sono stati in funzione dal 1904 al 2023 o che sono tuttora in funzione. La tabella contiene anche informazioni dettagliate sui sistemi di depurazione dei gas die scarico utilizzati negli IIRU.


Fonte di inquinanti atmosferici: cantieri

I lavori di costruzione inquinano l'ambiente attraverso una serie di attività, che hanno un impatto sull'aria, sul suolo, sull'acqua, sul rumore e su altri settori ambientali. In genere gli effetti sono limitati nel tempo e nello spazio, a seconda delle dimensioni del cantiere. Su un cantiere di grandi dimensioni con attività edilizia prolungata e intensiva, le emissioni possono raggiungere quantità notevoli. A esserne colpiti sono soprattutto gli operai che lavorano sul cantiere e gli abitanti.

Sono emessi inquinanti atmosferici in tutte le fasi importanti di costruzione: preparazione del terreno, trasporti di terra, creazione di costruzioni grezze, ampliamenti, lavori di sistemazione esterna nonché rinnovazioni e ristrutturazioni. Le macchine e gli apparecchi producono ossidi di azoto, monossido di carbonio, COV e polveri fini. I motori diesel producono soprattutto fuliggine da diesel cancerogena, se non sono dotati di filtri antiparticolato. Una manutenzione lacunosa provoca maggiori emissioni.

Durante i lavori di scavo e di costruzione, il trasporto, l'immagazzinamento e il trasbordo dei materiali sul cantiere nonché la lavorazione meccanica degli oggetti viene sollevata polvere da terra. L'impiego di vernici, lacche e altri prodotti contenenti solventi produce emissioni di COV. Queste sostanze possono emanare odori fastidiosi e irritare le vie respiratorie. Contribuiscono inoltre alla formazione fotochimica dell'ozono (smog estivo).

Protezione dell’aria sui cantieri edili

Cover Protezione dell’aria sui cantieri edili

Direttiva concernente misure funzionali e tecniche per la limitazione delle emissioni di inquinanti atmosferici dai cantieri (Direttiva aria cantieri). Edizione completata. 2016


Fonte di inquinanti atmosferici: lavori anticorrosione

I vecchi rivestimenti anticorrosione di oggetti in acciaio esposti all'aria, come ponti, tralicci, cisterne e condotte forzate possono contenere quantità notevoli di metalli pesanti, bifenili policlorurati (PCB) o idrocarburi policiclici aromatici (PAH). Tra il 1947 e il 1972 soprattutto in costruzioni di acciaio esposte all'azione dell'acqua venivano impiegate lacche di clorocaucciù, che contenevano PCB altamente nocivi. Per le condotte forzate e le chiuse, tra il 1965 e il 1995 si impiegavano anche vernici catramose e bitumose, contenenti PAH cancerogeni. Nei rivestimenti, al posto del minio di piombo, del cromato di zinco e del cadmio, tre sostanze tossiche, oggi si impiega lo zinco.

A causa del lungo ciclo di vita dei rivestimenti anticorrosione ancora oggi sono diffuse vecchie vernici contenenti piombo, cromo, cadmio, PCB e PAH. In occasione dei risanamenti vi è il rischio che mediante procedure di asportazione, tradizionalmente per irraggiamento, questi inquinanti siano liberati sotto forma di polveri fini o ricaduta di polvere, inquinando l'aria, i suoli e le acque.


Fonte di inquinanti atmosferici: sili di ghiaia e cave

L'estrazione, la lavorazione, il trasbordo e il trasporto di materiale roccioso in sili di ghiaia e cave producono notevoli quantità di polvere. Le macchine e gli apparecchi mobili impiegati, in parte pesanti, contaminano l'aria con inquinanti emessi dai loro motori a combustione. Nella maggior parte dei casi sono alimentate a diesel e producono ossidi di azoto, monossido di carbonio, COV e polveri fini. Negli impianti fissi vi è invece la tendenza a impiegare motori elettrici.

Gli spostamenti degli autocarri e altre macchine sui passaggi per i veicoli, in genere non battuti, all'interno delle cave di ghiaia e al di fuori degli impianti producono sollevamenti di polvere. L'OIAt contiene prescrizioni per ridurre le emissioni di polvere e di inquinanti dei sili di ghiaia, delle cave e di impianti simili.


Fonte di inquinanti atmosferici: crematori

L’incenerimento nei crematori genera una varietà di inquinanti atmosferici, in parte molto problematici. Negli ultimi 20 anni, i processi tecnici dei forni crematori sono stati risanati e tutti i crematori svizzeri sono stati sistematicamente dotati di sistemi di post-trattamento dei gas di scarico secondo lo stato della tecnica. Di conseguenza, dalla fine degli anni Novanta le emissioni dei principali inquinanti atmosferici sono diminuite in modo significativo. Dalla fine del 2020, tutti i 29 crematori della Svizzera sono considerati risanati.

Tra gli inquinanti prodotti durante le cremazioni figurano:

  • polvere
  • monossido di carbonio
  • ossidi di azoto e di zolfo
  • COV
  • composti inorganici del cloro e del fluoro
  • mercurio (da amalgame dentali)
  • altri metalli pesanti
  • diossine e furani policlorurati

Un trattamento adeguato dei gas di scarico è importante per i crematori perché, a causa della potenza piuttosto bassa del sistema di combustione, hanno camini relativamente bassi, che causano una bassa diluizione delle emissioni nell'aria. In particolare, gli inquinanti organici (p. es. le dibenzodiossine e i dibenzofurani policlorurati, detti rispettivamente diossine e furani) e i metalli pesanti (mercurio, cadmio, tallio) devono essere filtrati in modo da non inquinare l'ambiente con questi inquinanti.

Dal punto di vista tecnologico, il post-trattamento dei gas di scarico dei crematori è incentrato sulla separazione degli inquinanti polverosi (filtro a sacco, filtro in tessuto), composti anche da metalli pesanti, diossine e furani. Per rimuovere il mercurio sono inoltre utilizzati dei processi di adsorbimento (adsorbitori a letto fisso e mobile e filtri a carbone attivo).


Fonte di inquinanti atmosferici: lavorazione delle materie plastiche

Durante la lavorazione delle materie plastiche vengono prodotte prevalentemente emissioni di COV. Le fonti principali sono la schiumatura, lo stampaggio a iniezione, la laminazione e l'estrusione di polistirene (polistirene espanso, EPS), poliestere, poliuretano e PVC. Vengono emessi soprattutto pentani, acetoni e stireni.

La quota delle emissioni di COV provenienti dalla lavorazione delle materie plastiche sul totale delle emissioni di COV è di pochi punti percentuali.

Cercl'Air ha pubblicato una raccomandazione sull'esecuzione per l'industria della lavorazione di EPS, che definisce requisiti relativi alla captazione e alla depurazione dell'aria di scarico nonché alla manutenzione e alla misurazione periodica degli impianti.


Fonte di inquinanti atmosferici: distributori di carburante e serbatoi di stoccaggio

Ogni anno vengono impiegati oltre 3 milioni di tonnellate di benzina. La benzina è volatile. Il diesel e l'olio combustibile «extra leggero» sono composti da sostanze semivolatili. Rispetto alla benzina la loro evaporazione svolge quindi un ruolo secondario.

L'evaporazione della benzina libera numerose sostanze. Si tratta di COV. Quelli aromatici come il benzene, cancerogeno, sono particolarmente pericolosi per la salute. I COV sono i precursori dell'ozono e contribuiscono quindi alla formazione dello smog estivo.

La quota delle emissioni di COV provenienti dai serbatoi di stoccaggio e dai distributori di carburante sul totale delle emissioni di COV è di circa il 3 per cento. La quota del benzene è leggermente inferiore.

I combustibili e i carburanti liquidi sono prodotti nelle raffinerie. Durante il percorso fino al consumatore, vengono più volte trasportati, trasbordati e immagazzinati in serbatoi chiusi. La maggior parte delle emissioni di COV è liberata quando il sistema viene aperto durante il processo di trasbordo e travaso. L'aria nel serbatoio da riempire è satura di benzina e durante il travaso viene respinta.


Fonte di inquinanti atmosferici: cementifici

La produzione del cemento richiede grandi quantità di combustibile. Oltre ai combustibili fossili come carbone, olio «extra leggero», olio «pesante», coke di petrolio e gas, i sei cementifici svizzeri impiegano anche combustibili alternativi quali oli usati, fanghi di depurazione, legno usato, solventi, pneumatici, grasso e farina animale, materie plastiche e rifiuti provenienti dall'agricoltura e dall'industria.

La loro combustione produce grandi quantità di CO2. Libera inoltre vari inquinanti atmosferici fra cui:

  • polveri fini,
  • ossidi di azoto,
  • ossidi di zolfo,
  • ammoniaca,
  • COV

L'impiego di combustibili alternativo può produrre altri inquinanti come mercurio, cadmio e zinco.

Grazie all'OIAt e all'accordo settoriale tra i cantoni di ubicazione e cemsuisse, l'associazione svizzera dell'industria del cemento, le emissioni di ossidi di azoto sono diminuite di oltre il 70 per cento rispetto agli anni 1990. L'OIAt definisce valori limite per i processi di combustione della fabbricazione di cemento (all. 1 e all. 2 n. 11 OIAt).

Nella produzione del cemento, in alternativa alle materie prime sono impiegati anche rifiuti. Per evitare che l'utilizzo di rifiuti nei cementifici provochi un netto aumento delle emissioni, la qualità dei rifiuti impiegati deve soddisfare requisiti minimi.

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Ultima modifica 26.03.2024

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