Il crescente impiego della nanotecnologia ha come conseguenza l’accumulo di nanomateriali sintetici. Durante la loro eliminazione è importante che l’essere umano e l’ambiente non siano esposti a sostanze pericolose. Il loro impiego nelle materie plastiche o nei metalli, inoltre, non deve ostacolare il processo di riciclaggio.
Attualmente, i nanomateriali sintetici sono presenti in cosmetici (protezione dai raggi UV), vernici (protezione anticorrosiva), tessili e materie plastiche (idrorepellenti, batteriostatici). Si prevede che in futuro la nanotecnologia e i nanomateriali saranno impiegati in altri ambiti quali la medicina, la costruzione di veicoli, la tecnica energetica e ambientale.
I nanomateriali sintetici sono composti da particelle con una o più dimensioni esterne inferiori a 100 nanometri. I materiali più frequenti sono composti del carbonio (p. es. nanotubi di carbonio CNT), ossidi quali l'ossido di silicio o di titanio, metalli quali l'argento o l'oro, elementi semiconduttori, polimeri organici o i cosiddetti «bio-inspired nanomaterials» come micelle, liposomi o proteine.
Valutazione ecologica
In ragione delle loro piccole dimensioni e strutture speciali, i nanomateriali possono assumere proprietà chimiche e fisiche diverse rispetto allo stesso materiale di dimensione superiore. Con la trasformazione in nanomateriale, possono cambiare per esempio la conduttività elettrica o la capacità di reazione chimica di una sostanza e creare nuove possibilità d'impiego nell'ambito dei prodotti. Al contempo può esserci, per esempio, un aumento dell'effetto tossico o una maggiore biodisponibilità della sostanza.
Le proprietà chimico-fisiche e dannose per la salute e l'ambiente di numerosi nanomateriali non sono del tutto note. Lo stesso vale per il loro comportamento nell'ambiente. Il potenziale di rischio dipende inoltre dall'idrosolubilità e dallo stato di agglomerazione della sostanza. Ciononostante, non si può generalizzare affermando che tutti i nanomateriali hanno proprietà pericolose.
Durante lo smaltimento si deve prestare soprattutto attenzione affinché non vengano liberati nanomateriali che potrebbero mettere in pericolo l'uomo e l'ambiente. Allo stesso modo, bisogna evitare di pregiudicare il processo di riciclaggio. Non possono essere integrati nei processi di riciclaggio esistenti materie plastiche o metalli combinati con nanomateriali, per i quali sussiste la possibilità che riducano la qualità dei processi o dei prodotti.
Smaltimento e riciclaggio
La gestione dei nanomateriali liberi o liberabili in forma pura o concentrata può determinare un aumento del potenziale di rischio. Soprattutto durante la produzione e l'impiego industriale o artigianale sono da prevedere rifiuti provenienti da tali materiali. A tal fine l'UFAM ha elaborato, in collaborazione con un gruppo di lavoro composto da rappresentanti delle autorità competenti e dell'industria, un documento di lavoro sullo smaltimento ecocompatibile e sicuro di detti rifiuti. Il documento descrive le misure necessarie per la gestione dei nanorifiuti e i principi di smaltimento secondo le conoscenze attuali e in considerazione della legislazione vigente. Il metodo di smaltimento deve garantire che i rifiuti perdano le loro proprietà nanospecifiche pericolose. A seconda del tipo di rifiuti occorre considerare un trattamento termico o chimico-fisico.
Necessità d'intervento
Secondo il diritto in materia di prodotti chimici i produttori devono effettuare un controllo autonomo prima di immettere sul mercato i propri prodotti. I fabbricanti di nanomateriali devono inoltre assicurarsi che le sostanze, i preparati o gli oggetti impiegati durante lo smaltimento non possano mettere in pericolo la salute dell'uomo o l'ambiente. Il prodotto può essere messo in circolazione, se non comporta alcun rischio o se quest'ultimo può essere minimizzato mediante misure di protezione. Attualmente si stanno mettendo a punto procedure di controllo, atte anche a valutare la sicurezza dei nanomateriali.
Per quanto riguarda i nanorifiuti in forma concentrata provenienti dalla produzione e dall'uso industriale, l'impresa di smaltimento deve fornire la prova che la procedura prevista per lo smaltimento è conforme alle esigenze ambientali. Per dimostrare l'ecocompatibilità, l'impresa può svolgere autonomamente le verifiche o rimandare a ricerche scientifiche. In parte vi è la necessità di sviluppare nuove procedure. Se l'ufficio cantonale accetta la prova, l'impresa riceve l'autorizzazione per prendere in consegna e trattare i rifiuti.
Per quanto attiene ai rifiuti provenienti da beni di consumo e altri rifiuti di massa contenuti nanomateriali, l'UFAM valuta quali procedure di smaltimento e in quale entità esse devono essere applicate e quali rischi costituiscono per la sicurezza sul lavoro, la salute e l'ambiente. Da qui l'esigenza di effettuare ricerche supplementari.
L'UFAM intende colmare le lacune di cui sopra mediante il supporto a lavori di ricerca e la collaborazione con organismi internazionali (p. es. l'OCSE).
Ulteriori informazioni
Diritto
Selbstkontrolle im Bereich synthetische Nanomaterialien (PDF, 1 MB, 01.06.2015)Entwurf vom 1.6.2015 (soltanto in tedesco e francese)
Link
Documenti
Nanomaterials in Landfills - Module 2: Nanomaterials in landfill leachate (PDF, 4 MB, 04.04.2017)Studie im Auftrag des BAFU (auf englisch, mit deutscher Zusammenfassung)
Nanomaterials in Landfills, Module 3: Nanomaterials in Construction Waste (PDF, 1 MB, 09.07.2015)Studie im Auftrag des BAFU (auf englisch, mit deutscher Zusammenfassung)
Entsorgung nanosilberhaltiger Abfälle in der Textilindustrie - Massenflüsse und Behandlungsverfahren (PDF, 1 MB, 05.06.2013)soltanto in tedesco
Nanomaterials in waste incineration and landfills (PDF, 1 MB, 05.06.2013)Studi elaborati su mandato del UFAM (in inglese)
Ultima modifica 05.07.2019